Un giorno simbolico legato all’affondamento della corazzata Roma, colpita e affondata nel 1943 nelle acque dell’Asinara da un aereo tedesco.
9 settembre 2021 Giuseppina Greco
Una data significativa per la Marina quella del 9 settembre, in cui si ricorda il sacrificio dei marinai militari e civili scomparsi in mare a favore della Patria.
“La Giornata della memoria dei Marinai scomparsi in mare”, istituita con L. 31 luglio 2002 n. 186, è considerata una solennità civile e viene commemorata ogni anno presso il Monumento Nazionale al “Marinaio d’Italia” di Brindisi, città che ha svolto un ruolo importante come base navale del Basso Adriatico per la Regia Marina.
La scelta della data del 9 settembre ha un preciso significato storico. Un giorno simbolico legato all’affondamento della corazzata Roma, colpita e affondata nelle acque dell’Asinara da un aereo tedesco.
Dopo l’armistizio italiano alla corazzata Roma venne ordinato di raggiungere l’isola della Maddalena insieme ad altre unità militari. Il giorno dopo l’armistizio la squadra navale italiana venne attaccata da bombardieri tedeschi. La storia della corazzata Roma fu la più drammatica; colpita, poco dopo le 15.00, dovette fronteggiare una falla creata dalla bomba aerea che le attraversò lo scafo esplodendo sott’acqua.
Subito dopo un secondo colpo centrò l’unità verso prua apportando danni e la deflagrazione dei depositi munizioni fece saltare in aria la torre n. 2 (pesante 1500 tonnellate) facendola finire in acqua, mentre la torre corazzata di comando venne distrutta. La situazione era ormai tragica, i marinai superstiti, tra cui feriti gravi e ustionati, tentavano di salvarsi; chi tra loro si trovava a poppa in procinto di gettarsi in acqua, perì durante l’esplosione. Poco dopo le 16:00 l’unità si spezzò in due tronconi, affondando in pochi minuti.
Quel tragico 9 settembre il mare inghiottì 1393 marinai insieme al comandante della nave, capitano di vascello Adone Del Cima, e al comandante delle Forze Navali da Battaglia della regia Marina, l’ammiraglio Carlo Bergamini. Sempre nello stesso giorno, nelle acque dell’arcipelago della Maddalena, i cacciatorpedinieri Da Noli e Vivaldi venivano colpiti e affondati causando 270 vittime.
La regia nave Roma, uno dei più importati sacrari della Marina Militare, è stata identificata il 17 giugno del 2012. Parte del relitto si trova adagiato a oltre mille metri di profondità e a circa 16 miglia dalla costa sarda del Golfo dell’Asinara. Nel 2018 sono state effettuate delle nuove esplorazioni sul relitto con i mezzi di nave Vieste.
Il Monumento Nazionale al “Marinaio d’Italia“, costruito nel 1933 per iniziativa della Lega navale italiana in occasione del conferimento dell’onorificenza della Croce di guerra alla città pugliese, è realizzato in pietra di carparo di Trani e ha la forma di un gigantesco timone di nave, alto 54 metri dal piazzale superiore su cui sorge e 68 metri dal piazzale sottostante. Sulla porta d’accesso è posta una lapide che ricorda il sacrificio dei marinai italiani caduti. Ai lati del Monumento, nel Piazzale superiore, si trovano due ancore appartenute alle corazzate austriache Viribus Unitis e Tegetthoff e due cannoni provenienti da altrettanti sommergibili austriaci.
Alla base si apre l’accesso ad una cripta votiva ad arcate ogivali con navata centrale ed otto nicchie. Sull’altare si erge una statua in bronzo della Madonna Stella Maris. Nell’interno sono scolpiti i nomi dei 5.922 nomi dei marinai caduti durante la prima guerra mondiale e, numericamente quelli della seconda guerra mondiale (33.900) e delle unità militari e mercantili affondate (rispettivamente 870 e 2.274). Alle pareti della cripta sono ricordati i nomi dei marinai insigniti di Medaglia d’Oro nel corso della Prima Guerra mondiale (8) e della Seconda (118).
Nel 1968, durante i lavori di dragaggio dell’avamporto brindisino, fu recuperata la campana della corazzata Benedetto Brin, affondata nei porto la mattina del 27 settembre 1915 a seguito dell’esplosione della santabarbara. Il Comando Marina decise che essa fosse collocata e conservata a Brindisi nel sacrario del Monumento.