Dal sito Ocean4future un argomento interessante a cura di Guglielmo Evangelista
Iniziamo a pubblicare un pregevole lavoro di ricerca di Guglielmo Evangelista su un argomento poco noto: i distintivi di categoria dei sottufficiali e marinai italiani dal XIX secolo ad oggi. Per quanto possa sembrare una curiosità, in realtà, come vedremo l’inquadramento specialistico comportò importanti variazioni nel modo di gestire il personale. Buona e attenta lettura.
Cercheremo in queste pagine di tracciare la storia, certamente non esaustiva, delle categorie in cui sono ripartiti i sottufficiali e i marinai a seconda della loro specializzazione e, soprattutto, quella dei distintivi che ne caratterizzano ciascuna; in entrambi i casi la specializzazione del personale rappresentò una parte non indifferente nel quadro dell’evoluzione dell’ordinamento e del progresso tecnico della forza armata e dell’uniformologia.
Quadro dell’ammiraglio Giorgio Andrea Agnès Des Geneys, XIX secolo
Fonte http://www.carabinieri.it/docs/…/notiziario_2020-3.pdf?sfvrsn=9313e23_2
Giorgio des Geneys nacque a Chiomonte il 29 aprile 1761 e a 12 anni intraprese la carriera militare nella Regia Marina Sarda dove venne arruolato quale guardiamarina di 2ª classe e immediatamente destinato in Sardegna dove la marina sabauda era impiegata per la difesa costiera dalle incursioni dei corsari barbareschi. Dal 1775 divenne 2º ufficiale del cutter Speditivo col quale combatté per la prima volta sulle coste tunisine dell’area di Biserta contro i corsari. Nel 1778, dopo i successi ottenuti, venne promosso guardiamarina di 1ª classe per poi essere imbarcato sulla nuova fregata “San Vittorio” con la quale egli portò avanti tre campagne contro i corsari nell’Africa settentrionale. Nel 1783 Des Geneys, distintosi per le azioni in mare contro i barbareschi venne promosso luogotenente di fanteria ed ottenne il comando della mezza galera “Beata Margherita” che venne inviata con altre navi (tra cui la nave gemella “Santa Barbara”) in Sardegna per difendere ancora gli abitanti dell’area dalle incursioni dei corsari. Dopo aver trascorso un breve periodo come capo di stato maggiore sulla “San Vittorio” comandata dal commodoro britannico Ross, Des Geneys tornò sulla Beata Margherita assumendone il controllo e catturando, il 13 luglio 1789 molte navi tunisine, guadagnandosi tre mesi dopo il rango di aiutante del Viceré di Sardegna. Nel 1796 Giorgio des Geneys venne nominato comandante della Regia Marina Sarda combattendo coraggiosamente a Oneglia i rivoluzionari pro francesi. Nonostante molte azioni vittoriose, quando Napoleone vinse la Battaglia di Marengo, Carlo Emanuele IV di Savoia venne costretto a ritirarsi in Sardegna lasciando che il Piemonte divenisse un dipartimento francese e anche Oneglia venne annessa pertanto alla Francia. Ritornato in Sardegna a fianco del re, Giorgio des Geneys continuò a combattere i corsari barbareschi, ponendo la propria base sull’isola di La Maddalena ed assunse il comando della flotta sarda per difendere l’isola anche da possibili incursioni francesi. Per i successi ottenuti, nel 1811 Des Geneys venne nominato contrammiraglio e riorganizzò la flotta sarda per quanto lo permettevano le ridotte finanze statali. Nel 1814, con la caduta di Napoleone, il Congresso di Vienna restituì il Piemonte ai Savoia e per la fedeltà dimostrata Giorgio des Geneys divenne Governatore di Genova, ottenendo nel contempo il grado di Ammiraglio e il comando dell’intera Regia Marina Sarda. Egli procedette subito ad un rapido ammodernamento della flotta producendo 4 nuove imbarcazioni dotate di cannoni più alcune golette veloci. Nel 1816 egli fondò la Regia Scuola di Marina che aveva il compito di formare adeguatamente i nuovi ufficiali, ponendo concettualmente le basi per la creazione della futura Regia Accademia di Livorno. L’ammiraglio Giorgio des Geneys, uno dei più lungimiranti tra gli ammiragli del tempo, morì a Genova l’8 gennaio 1839 e venne sepolto nella locale basilica della Santissima Annunziata del Vastato. Giorgio Des Geneys.jpg – Wikimedia Commons
Le origini
In tutte le antiche marine militari la bassa forza aveva una suddivisione elementare ed empirica in nocchieri e cannonieri: altro non veniva richiesto agli equipaggi se non far navigare e far combattere la nave la cui struttura e le cui armi, pur affinate da una lunghissima esperienza, fino allo scatenarsi della tecnologia iniziatosi nel XIX secolo erano sostanzialmente immutate da secoli. Le eccezioni sono rare: secondo le “Istruzioni provvisorie” per le navi della Marina Sarda compilate dall’ammiraglio Des Geneys nel 1826 (che tanto provvisorie non lo furono visto che qualche norma regola ancora certi aspetti della Marina di oggi), a parte nocchieri e cannonieri si possono individuare alcuni sottufficiali con particolari mansioni, svolgendo le quali ciascuno di essi trascorreva l’intera carriera, e precisamente i mastri d’ascia e una serie di altri “mastri”: cordai, ferrai, velieri, falegnami, bozzellai, remolari, bottari e pittori.
Costoro si distinguevano a prima vista dai nocchieri solo per una filettatura bianca al colletto e ai paramani dell’uniforme. Gli unici distintivi in forma figurata erano portati dal personale dell’artiglieria: un cannone per i Capi cannonieri e due asce incrociate per i contromastri e per tutti una granata in rame applicata alle falde dell’abito.
I marinai non avevano nessuna particolare qualifica anche se alcuni potevano essere destinati ad incarichi specifici ad personam come il cuoco, l’addetto ai viveri o quelli in sottordine ai vari sottufficiali capi carico. Le ricche e differenziate uniformi dell’epoca permettevano comunque di distinguere a prima vista senza bisogno di distintivi figurati gli appartenenti a certi Corpi come i Piloti, la Fanteria di marina o gli infermieri.
Fine I parte – continua
Guglielmo Evangelista
Bibliografia e Fonti
Almanacco italiano. Bemporad. Firenze 1904
Quinto Cenni. Album delle divise militari e tavole acquerellate
Fogli d’ordini della Regia Marina e della Marina Militare
Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia e della Repubblica Italiana
Manuale di istruzione militare marinaresca per il personale di leva. Tipografia Scuole CEMM, Taranto 1970
Ministero della Marina: Album delle divise, edizioni varie.
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Nasce a Broni (PV) nel 1951. Laureato in giurisprudenza è stato ufficiale delle Capitanerie di Porto e successivamente funzionario di un Ente Pubblico. Ha al suo attivo nove libri fra cui “Storia delle Capitanerie di porto” , “Duemila anni di navigazione padana” e “Le ancore e la tiara – La Marina Pontificia fra Restaurazione e Risorgimento” ed oltre 400 articoli che riguardano storia, economia e trasporti. Collabora con numerosi periodici specializzati fra cui la Rivista Marittima”.