A 18 anni partì per inseguire la carriera militare, oggi è un capitano di fregata. “Le soddisfazioni ripagano dei sacrifici”

Il capitano di fregata Gianluca Montella e la nave scuola Palinuro
La Spezia, 11 ottobre 2025 – Uno spezzino al comando di nave Palinuro. Gianluca Montella, capitano di fregata di 42 anni, dal 9 settembre è alla guida della prestigiosa nave scuola della Marina. Un incarico importante che arriva dopo numerose esperienze in Italia e all’estero.
Cosa significa per lei essere il primo comandante spezzino di Nave Palinuro?
“Per me è un onore. Sono figlio di un sottufficiale di Marina, un nocchiere, formato e specializzato nella vela e nel lavoro che sia il Vespucci sia il Palinuro fanno quotidianamente. Diciamo che la passione l’ho presa a casa. Ora mi ritrovo al comando di questa nave, alla Spezia, e per me è un po’ come tornare a casa, sono molto orgoglioso di essere qui”
Una scelta, quella di approdare in Marina, presa molto presto.
“A 18 anni ho preso la decisione di entrare in Marina, nel 2002 ho iniziato l’Accademia Navale e dopo cinque anni di formazione ho iniziato la carriera professionale. Ho avuto vari incarichi, in Italia e all’estero: Roma, Augusta, alcuni anni in Francia. Di recente ho terminato il mio incarico come “secondo” su nave Trieste”
Formare i militari di domani è un incarico di rilievo. Ci racconta?
“L’equipaggio è composto da 84 persone, a queste si aggiungono all’incirca tra i 40 e i 60 persone dedicate all’imbarco per il personale in formazione: sottufficiali della Marina militare, nocchieri e nocchieri di porto, oppure gli allievi della Scuola navale militare Morosini di Venezia. Durante l’anno vengono svolte due distinte campagne di addestramento, mentre nel post campagna, imbarchiamo per brevi periodi giovani studenti che fanno parte di numerose associazioni, tra cui la Lega Navale italiana, l’Associazione Navale Marinai d’Italia e la Sail Training Italia”.
Quali sono i messaggi e i consigli che date ai giovani che imbarcano su Nave Palinuro e sono alla prima esperienza di navigazione?
“Questa nave ha il compito di formare e addestrare i giovani alla vita in Marina. Qui si imparano i rudimenti della navigazione, si impara a capire il vento, a conoscere il mare, e si insegnano tutti quegli aspetti legati alla vita di bordo, al vivere in equipaggio. Molto spesso i giovani provengono da una situazione di vita più agiata, quella del vivere a casa, in famiglia: si ritrovano a bordo, dove gli spazi sono angusti, il ritmo di vita particolare, con regole da seguire. È in questo modo che si forma lo spirito, si supera lo ‘scoglio’ iniziale che permette poi alla persona di essere in grado di vivere una carriera in Marina, che sarà sempre caratterizzata da spazi ristretti e ritmi particolari”.
Guardando alla sua personale esperienza, cosa si sente di dire ai giovani che entrano in Marina e decidono di intraprendere la carriera militare?
“Quello che mi sento di consigliare ai giovani di oggi è di capire bene se stessi, di conoscersi, perché solo così si è in grado di fare una scelta consapevole. E mi sento di dire loro che, sebbene all’inizio possa sembrare difficile, questo tipo di vita che ti fa uscire dalla zona di comfort e ti mette alla prova, ti permette poi di essere molto più sicuro di te e delle tue stesse capacità. Una volta superate le difficoltà degli spazi ristretti, del mare, e di tutte quelle situazioni legate alla lontananza dai propri affetti, posso assicurare che quando si torna ‘a terra’ si ha quella sensazione di essere più forti e consapevoli rispetto a prima”.
A proposito di affetti, lei ha trovato l’amore in Marina…
“Ho avuto la fortuna di conoscere mia moglie nel corso di uno dei miei incarichi ad Augusta, in Sicilia. Anche per lei la Marina rappresenta una vita impegnativa, proprio per questo bisogna avere anche la fortuna di scegliere la persona giusta, con cui condividere scelte a volte non semplici”.
Storicamente, coloro che hanno guidato Nave Palinuro sono poi destinati a una carriera importante. Ci spera?
“Il comando navale è impegnativo e non è per tutti. C’è una sorta di selezione, per poter comandare un’unità della Marina militare. E probabilmente, Palinuro e Vespucci godono di maggiore visibilità rispetto ad altre navi, anche perché sono considerate un po’ le ambasciatrici della marineria e della cultura italiana del mondo”
Oggi è un affermato comandante, ma se ripensasse a lei e ai suoi diciotto anni, rifarebbe la stessa scelta?
“Nella consapevolezza dei miei quaranta anni, oggi rifarei la stessa scelta fatta a 18. Chi sceglie questa vita sa che si fanno molti sacrifici, che possono esserci anche momenti di sconforto. Ma è una vita che sa regalare soddisfazioni in grado di ripagare tutti i sacrifici fatti”.
Nave Palinuro di recente è diventata a pieno titolo uno dei simboli della nona edizione di Seafuture. Ci racconta?
“Abbiamo avuto la fortuna di essere ormeggiati proprio nel cuore dell’evento. A bordo si sono tenuti numerosi incontri bilaterali tra il sottocapo di Stato maggiore della Marina e le delegazioni di numerose nazioni estere, nel corso dei quali sono stati definiti importanti accordi. Abbiamo avuto tantissime visite nel corso della manifestazione, che è un po’ anche il segnale che certifica la bellezza e l’importanza di questa nave”.