Dal sito Analisi Difesa un interessante approfondimento sull’argomento.
a cura di di Luca Peruzzi
La firma dell’emendamento n. 26 al contratto FREMM tra il direttore dell’OCCAR (Organizzazione Congiunta di Cooperazione in materia di Armamenti), Joachim Sucker, in rappresentanza dei Ministeri della Difesa italiano e francese, e le industrie capocommesse legate al programma FREMM, Orizzonte Sistemi navali (OSN)- joint venture tra Fincantieri (51%) e Leonardo (49%) – e Naval Group, rappresentate rispettivamente dall’a.d. Giovanni Sorrentino e dal direttore del medesimo programma per il gruppo francese, Nicola Gaspard, rappresenta un significativo traguardo per l’evoluzione del progetto FREMM italiano e per il programma congiunto franco-italiano.
La cerimonia, svoltasi a Roma lo scorso 31 luglio alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Enrico Credendino e del vice ammiraglio Giuseppe Abbamonte, Rappresentante del Comitato di Programma Italiano e direttore di NAVARM, nonché dei rappresentanti delle società Elettronica, Fincantieri, Leonardo ed MBDA Italia, ha segnato da una parte l’espansione della componente FREMM con due ulteriori navi nella configurazione Evolution (EVO) per l’Italia, ma al tempo stesso anche suggellato il completamento del programma per la Francia, destinato a chiudersi entro fine anno, portando a termine un importante momento d’aggregazione dell’industria europea nel settore navale, iniziato con il programma Orizzonte e durato oltre 20 anni, che non ha pari nel medesimo settore a livello mondiale.
Sedici delle diciotto fregate FREMM ordinate dalle due nazioni prima del contratto FREMM EVO sono state consegnate, otto per l’Italia (su dieci) e otto per la Francia (su otto). Le ultime due navi italiane saranno consegnate nel 2025.
A queste devono aggiungersi quelle trasferite a Marine straniere, ed in particolare a quella marocchina ed egiziana da parte francese ed egiziana da parte italiana per un totale rispettivamente di due unità per ciascuno design.
In aggiunta alle sei unità con missione principale antisom e strike in profondità e due con spiccate capacità antiaeree per la Marina francese, quella italiana ha ricevuto quattro fregate rispettivamente in versione GP (General Purpose) con spiccate capacità ASuW e quattro in versione ASW (Anti-Submarine Warfare), in aggiunta a due in versione ASW migliorata con capacità sia ASuW che ASW e le future due FREMM EVO, per un totale di otto FREMM con capacità ASW complete, incluso il sonar trainato a profondità variabile (VDS).
FREMM EVO
Secondo il documento programmatico pluriennale (DPP) 2023-2025 del Ministero della Difesa italiano, il programma FREMM italiano ha visto un’evoluzione e un’attualizzazione con l’estensione delle attività di supporto logistico all’anno 2040 e l’acquisizione di due ulteriori piattaforme nella nuova configurazione denominata FREMM EVO (Evolution), portando il numero definitivo della componente da 10 a 12. Quest’ultima rappresenta un’evoluzione del progetto originale, il cui programma è stato lanciato nel 2002 e il contratto assegnato nel 2006, e ha visto l’introduzione di una serie di miglioramenti per far fronte ai problemi di obsolescenza, ma, soprattutto, per adottare le tecnologie e i sistemi più evoluti e far fronte alle più recenti esigenze e alle minacce emergenti, oltre ad un supporto logistico evoluto.
Il contratto aggiudicato a OSN ha un valore di circa 1,5 miliardi di euro e riguarda la progettazione, costruzione, allestimento e consegna delle due piattaforme nella nuova configurazione. Secondo la nota illustrativa del relativo programma A/R n. SMD 03/2023 presentato in Parlamento per la relativa approvazione, il Ministero della Difesa prevede un onere complessivo stimato di circa 2 miliardi di euro (a condizioni economiche 2023), che comprende anche il supporto logistico decennale.
Secondo quanto risulta ad AD, il contratto aggiudicato comprende le attività di fattibilità e sviluppo della configurazione, progettazione, costruzione e consegna delle piattaforme, oltre al supporto iniziale, alla formazione e alla documentazione. È previsto un contratto successivo per il supporto logistico destinato a coprire il periodo temporale di 10 anni. Secondo il comunicato stampa, una volta firmato il contratto, OSN concluderà i contratti di sub-fornitura con Fincantieri e Leonardo, che avranno rispettivamente un valore pari a circa 690 milioni di euro e circa 415 milioni di euro.
Le due navi saranno costruite nel cantiere integrato di Fincantieri che comprende i siti di Riva Trigoso e Muggiano e la consegna è prevista rispettivamente nel giugno 2029 e nel giugno 2030. Per far fronte a questa compressa tempistica, si prevede che la cerimonia di posa della chiglia della prima nave debba realizzarsi nel primo trimestre del 2025.
Le competenze ingegneristiche di Orizzonte Sistemi Navali (OSN) sia a livello Whole Warship che Combat System consentiranno alla Marina Militare di avvalersi di due navi operativamente all’avanguardia e tecnologicamente all’avanguardia, si legge nel comunicato stampa, capitalizzando gli importanti sviluppi tecnologici già intrapresi nell’ambito dei recenti programmi della cosiddetta Legge Navale, nonché del progetto Mid-Life Upgrade per i cacciatorpediniere classe Horizon. Ciò in aggiunta ai più recenti requisiti operativi tra cui l’anti-drone e la capacità di gestire veicoli senza pilota nelle tre dimensioni (sopra, sotto e di superficie).
A seguito dell’assegnazione da parte di OCCAR nel dicembre 2023 del contratto per studi di fattibilità e di de-risking – nell’ambito dell’Emendamento 25 al contratto FREMM – per un valore secondo quanto risulta ad Analisi Difesa (AD) di circa 20 milioni di euro, la Marina Militare avrebbe definito i requisiti operativi per le nuove navi lo scorso marzo, e in tempi notevolmente contenuti, grazie all’impegno del team di OCCAR, NAVARM e del team industriale, è stato possibile firmare il contratto dopo soli 4-5 mesi, un risultato significativo per un programma così complesso, secondo una fonte ad esso associata.
Sulla base delle attività di de-risking, la configurazione FREM EVO abbina lo scafo e la propulsione delle attuali FREMM con nuove sovrastrutture in grado di ospitare i sistemi di combattimento e di piattaforma già installati sulle navi di ultima generazione sviluppate grazie ai fondi della Legge Navale, ovvero le Multipurpose Combat Ship (MCS) o Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA) – come denominati a livello nazionale -, nella configurazione Full, in aggiunta a nuova sistemistica.
La configurazione delle FREMM EVO prevede l’installazione dello stesso radar di nuova generazione a doppia banda o DBR (Dual Band Radar) Leonardo con le quattro antenne fisse a scansione elettronica attiva (AESA, Active Electronically Scanned Array) del Kronos Quad in banda “C” e lo stesso numero di antenne AESA per il Kronos StarFire in banda “X” rispetto al singolo radar rotante AESA Kronos Grand Naval delle attuali FREMM, come approfondiremo in seguito.
Gli studi di fattibilità e de-risking hanno permesso di determinare, second quanto risulta ad AD, che le attuali linee di scafo e il sistema di propulsione avrebbero consentito di ospitare le sovrastrutture riprogettate senza compromettere le capacità della piattaforma, lasciando un margine di crescita non divulgato. Per soddisfare questi requisiti, le nuove sovrastrutture FREMM sono realizzate in leghe di alluminio e le antenne radar sono distribuite in una sovrastruttura principale prodiera e poppiera con un singolo albero principale integrato che sovrasta il blocco di quelle anteriori, come risulta dalle immagine al computer rilasciate da OSN.
Le FREMM EVO mantengono quindi le stesse dimensioni generali delle altre FREMM, ma non sono state divulgate informazioni sul dislocamento a pieno carico. Second quanto risulta ad AD, quest’ultimo sarebbe lo stesso delle FREMM ASW migliorate, con margine di crescita.
Le nuove fregate avranno l’equipaggio standard e il distaccamento di volo – uno o due elicotteri al pari delle attuali FREMM -, mentre gli alloggi per il personale aggiuntivo risultano ridotti per l’eliminazione degli spazi a prora, che sono invece dedicati a sistemi di lancio verticale missili (VLS) aggiuntivi, come inizialmente pianificato dal programma FREMM. Le nuove unità disporranno delle medesime capacità ed infrastrutture in termini di componente elicotteristica imbarcata delle attuali piattaforme, a cui s’aggiunge l’integrazione di velivoli senza pilota, di cui parleremo oltre.
Il nuovo design deve assicurare la stessa silenziosità dello scafo FREMM attuale, ospitando la stessa suite dedicata ed utilizzata sulle piattaforme in servizio e sulle ultime due ASW migliorate. Per far fronte a queste esigenze e sulla base degli studi di de-risking, la Marina Militare ha optato per mantenere la stessa configurazione e sistemi di propulsione e governo delle attuali FREMM. Sulla base degli studi successivi e delle attività di mitigazione dell’obsolescenza, sono stati introdotti un nuovo sistema di condizionamento e distribuzione elettrica per far fronte ai potenziati requisiti del sistema di combattimento, oltre a soluzioni specifiche volte a migliorare “l’impronta ecologica” della nave.
Tra queste ultime, lo stesso sistema di gestione della nave (SMS) cyber-resiliente SEASNavy fornito da Fincantieri NexTech ed installato sui PPA/MSC e le nuove navi della MM con modulo software di controllo dei danni e equipaggiamento di Martec. Si prevede che il layout del ponte principale e la suite di equipaggiamento saranno un’evoluzione delle attuali FREMM con le più recenti apparecchiature di controllo e navigazione, tra cui due radar GEM Elettronica Gemini in banda X/Ka, uno dei quali supporta anche il controllo degli elicotteri.
Il sistema di gestione del combattimento ed il radar DBR
Il sistema di combattimento sarà basato sul Combat Management System (CMS) cyber-resiliente di ultima generazione SADOC Mk 4 di Leonardo, comprendente le nuove console a grande schermo e l’ultima versione software nonché funzionalità aggiuntive, incentrate sulla capacità di gestire piattaforme senza pilota grazie alla suite Unmanned Management System (UMS) sempre di Leonardo e un pacchetto di difesa potenziata, inclusa una nuova suite anti-drone. Particolare attenzione è stata rivolta alla protezione informatica, sia l’SMS che il CMS sono cyber-resilienti per progettazione, oltre all’implementazione dell’intelligenza artificiale (AI).
La suite per le comunicazioni basata su IP sarà incentrata sulle più recenti Software Defined Radio (SDR) (V/UHF e HF) e comunicazioni satellitari (C/X/Ku/Ka) di Leonardo (e altri fornitori) che fornisce anche il Multi Data Link Processor (MDLP) nella versione evoluta con data link 16, 22, VMF, JREAP e crypto.
La suite sensoristica, come anticipato, è incentrata sul Kronos Dual Band Radar (DBR) di Leonardo, il nuovo sistema radar AESA multifunzionale a facce fisse che opera in banda “C” e “X” simultaneamente. Sviluppata grazie al supporto della MM e di NAVARM, come noto, tale suite DBR ha rappresentato la grande novità nel settore radaristico per le piattaforme di nuova generazione della Marina Militare, a partire dalla classe di unità PPA/MSC Thaon di Revel e dall’LHD Trieste.
La suite DBR è composta dalle quattro facce fisse del radar Kronos Quad in banda “C” e dallo stesso numero di facce fisse del radar Kronos StarFire a banda “X”, il tutto sotto il controllo di un ‘system manager’ comune alle otto facce fisse, con uno schedulatore centrale di tipo on-line per pianificare ed eseguire differenti attività ottimizzando l’utilizzo del tempo radar, che si interfaccia con il CMS.
A differenza delle piattaforme PPA/MSC, le FREMM EVO sono state progettate – secondo i rendering divulgati – con la suite DBR in una configurazione ulteriormente evoluta, dove a differenza dell’installazione completa sul torrione principale delle unità appena citate ma similarmente alla LHD Trieste con un’isola laterale distribuita su due blocchi sovrastrutture in tandem, le antenne sono distribuite sulle nuove unità a coppie (banda “X” e “C”) sui lati inclinati dei due blocchi sovrastrutture – quindi due coppie su quello prodiero e due su quello poppiero – in modo di assicurare una copertura a 360° e distribuire in modo efficiente i pesi sulle sovrastrutture in lega leggera.
Una novità assoluta a partire dalle unità PPA/MSC ed LHD Trieste, è rappresentato dal fatto che la suite DBR lavora assieme in modo coordinato grazie al ‘system manager’ alla suite integrata per la guerra elettronica o EW (Electronic Warfare) anch’essa di nuova generazione sviluppata da Elettronica oggi ELT Group ed installata in versione completa con sistemi di sorveglianza, intercettazione ed analisi passiva di sistemi rispettivamente in radio-frequenza (RESM, Radar Electronic Support Measures) e delle comunicazioni (Communications ESM) nonché di contromisure attive contro sistemi radar o RECM (Radar Electronic Counter Measures), sulle unità PPA Full ed LHD per la Marina Militare ed oggi in una versione potenziata, come meglio vedremo, sulle unità FREMM EVO.
In particolare, il system manager del DBR è capace di coordinare in via integrata sia la suite DBR che EW, al fine di poter sfruttare appieno le capacità di sorveglianza passiva a lunga portata e di allerta contro le minacce prioritarie del secondo sistema e quelle di disturbo ed attacco elettronico di entrambi i sistemi ed in particolare per quanto riguarda il DBR il radar in banda X, garantendo allo stesso tempo un efficace e simultaneo impiego di entrambi i sistemi attraverso il “blanking digitale” o evoluto.
La suite DBR è capace di effettuare la difesa aerea locale e di punto, la gestione del tiro cannoniero e la guida missili superficie-aria, la difesa contro i missili balistici e minacce missilistiche emergenti, l’impiego in ambito costiero e l’attacco elettronico, con avanzate capacità di difesa contro le misure elettroniche avversarie. In particolare la suite radar DBR consente di realizzare la difesa contro missili balistici tattici sia in modalità autonoma (senza designazione da parte di sistemi terzi) che su designazione esterna.
Tale difesa viene realizzata in contemporanea a quella missilistica a bassa quota. In tale contesto, il radar in banda “C” è dedicato alla scoperta dei missili balistici tattici ed alla scoperta di minacce aeree (ABT, Air Breathing Threat) e missilistiche a lungo raggio, mentre quello in banda “X” è dedicato alla scoperta delle minacce aeree e missilistiche a corto raggio. Secondo quanto dichiarato da Leonardo, in termini di capacità BMD (Ballistic Missile Defence), il DBR è in grado di effettuare sorveglianza, scoperta e tracciamento di missili balistici tattici della classe con portata di 600 km e di tracciare missili balistici della classe con portata fino a 1.300 chilometri con designazione esterna.
Il radar Kronos StarFire in banda “X” è installato sui PPA/MSC Light fin dall’entrata in servizio delle nuove unità, mentre il Kronos Quad in banda “C” è installato sulle unità in configurazione PPA/MSC Light Plus. Entrambi sono installati quale suite DBR a bordo del primo PPA/MSC Full, Giovanni delle Bande Nere, di prevista consegna a breve. Impegnata in una campagna nell’Indo-Pacifico, Nave Montecuccoli, prima nave Light Plus, ha partecipato all’esercitazione di difesa integrata aereo-missilistica Pacific Dragon 24 presso le Hawaii quest’estate, ed i primi feedback, secondo quanto risulta ad AD, sarebbero più che soddisfacenti.
Nuove capacità per contrastare nuove minacce
Sulla base dei requisiti più recenti e delle lezioni apprese in situazioni di crisi come il Mar Rosso, le FREMM EVO saranno le prime piattaforme della Marina Militare dotate di una capacità di contrasto droni o CUAS (Counter Unmanned Air System). Secondo indiscrezioni ufficiali e quanto risulta ad AD, le FREMM EVO saranno dotate di una suite che include sia un nuovo radar dedicato che un complesso EW evoluto e potenziato, che lavorano insieme ad una nuova suite elettro-ottica (EO) nonché effettori specializzati. Tutte le informazioni sono fuse insieme e gestite con il supporto dell’intelligenza artificiale sia a livello di sistema che di CMS, al fine di rispondere a questa minaccia con sistemi soft e hard-kill.
Le nuove navi imbarcheranno un nuovo sensore attivo CUAS basato su un radar AESA a quattro facce fisse le cui antenne sono state identificate sulle immagini computerizzate distribuite da OSN, con posizionamento al di sotto dell’antenna conforme IFF di Leonardo sull’integrated mast. Secondo quanto risulta ad AD, verrà lanciata una gara per selezionare e acquistare il sistema, con due potenziali candidati principali rappresentati da una versione a facce fisse del sistema OMEGA 360 di Fincantieri e dalla suite radar TMMR (Tactical Multi Mission Radar) di Leonardo.
Non sono state fornite ulteriori informazioni sulla capacità anti-drone dal comunicato stampa di aggiudicazione del contratto, ma una dichiarazione rilasciata da ELT Group, destinata a fornire la suite integrata EW per le nuove unità, a sua volta un evoluzione di quella installata sulle unità PPA/MSC, afferma che il progetto “FREMM EVO rappresenta una pietra miliare sia nel confermare la capacità di combinare maturità e innovazione nei suoi sistemi EW che saranno a bordo, sia per la prima fornitura navale di una capacità avanzata di contrasto anti-drone.
Quest’ultima consentirà sia il rilevamento, il riconoscimento e l’identificazione dei droni sia la loro neutralizzazione con capacità soft-kill. Il progetto di un CUAS navale nasce dalle competenze acquisite da Elettronica in questa settore da diversi anni ormai, che hanno portato allo sviluppo di sofisticati algoritmi di Intelligenza artificiale (IA) sviluppati specificamente per contrastare la minaccia rappresentata dai droni”.
Secondo quanto risulta ad AD, la suite CUAS di ELT Group si basa su un sistema CESM potenziato ed una capacità di neutralizzazione soft-kill dei droni (verosimilmente grazie principalmente al disturbo/inganno selettivo del sistema di controllo a distanza e navigazione dei droni), mentre l’elemento hard-kill sarà incentrato sui due sistemi d’arma a controllo remoto (RWS) Lionfish da 30 mm di Leonardo che utilizzano munizionamento air burst (ABM, Air Burst Munition), di cui si parlerà più avanti.
Un’altra novità per la suite EW FREMM EVO è rappresentata dalla capacità di contromisura elettronica in radio-frequenza (RECM) che sarà basata, come risulta ad AD, su antenne AESA conformi incorporate nell’albero integrato. In particolare queste ultime sono state identificate come le antenne multiple (che potrebbero svolgere anche altri compiti) posizionate in corrispondenza dei due angoli opposti dell’albero (sinistro posteriore e destro anteriore guardando il mast integrato da prua) e ivi distribuite ‘a cerotto’ sotto le antenne radar CUAS. Le FREMM EVO saranno le prime unità della Marina Militare a introdurre questa configurazione della suite EW.
Un ulteriore sviluppo chiave per le FREMM EVO è la capacità offerta dal CMS di nuova generazione di gestire e controllare una suite di sistemi senza pilota/autonomi multi-dominio tramite l’UMS (Unmanned Management Suite) sempre di Leonardo.
Oltre agli unmanned aerei da utilizzare dal ponte di volo poppiero, si prevede che le FREMM EVO utilizzeranno veicoli senza pilota/autonomi di superficie o USV (Unmanned Surface Vehicle) destinati a trasportare carichi utili dedicati, fra cui sistemi subacquei autonomi, dalle due stazioni laterali per RHIB da 11 metri. Secondo quanto risulta ad AD, è stata selezionata una soluzione completamente nazionale per l’USV, ma questa capacità è ancora un’opzione da finanziare.
Altri sensori e pacchetti di armi
Il complesso di sensori FREMM EVO comprenderà la suite DSS-IRST (Distributed Static Staring – IRST) completa di Leonardo che s’interfaccia con il system manager del radar DBR per il tramite del CMS come sui PPA/MSC ed LHD Trieste.
Il DSS-IRST include sia torrette fisse per visione panoramica all’infrarosso che rotanti per conferma scoperta, con capacità di ranging passivo e zoom, con camere termiche, nel visibile e laser range finder, per assicurare una copertura a 360° intorno all’unità e tracciare i bersagli che entrano nel loro campo visivo. SITEP Italia fornisce la suite di sorveglianza, avvertimento ed ingaggio non letale MASS (Multirole Acoustic Stabilized System) CS-524, le cui torrette sono posizionate sul blocco delle sovrastrutture posteriori di fronte al fumaiolo poppiero. Quelli collegati ai sistemi del comparto anteriore dell’apparato propulsivo sono visibili ai lati del blocco della sovrastruttura anteriore.
Il controllo dell’armamento cannoniero viene assicurato da due direzioni del fuoco radar a doppia banda/EO di nuova generazione NA-30S Mk2 di Leonardo, i cui complessi sono posizionati su entrambi i blocchi delle sovrastrutture, mentre due lanciatori di decoy OLDS 20 anch’essi del gruppo italiano, capaci di lanciare una panoplia di esche sia per la guerra aerea che per la guerra anti-siluro MJTE (Mobile Jammer Target Emulator), anche quest’ultimo fornito da Leonardo, sono posizionati a centro nave.
Il pacchetto di armamenti è incentrato su un sistema missilistico di difesa aerea MBDA Italia SAAM ESD PPA evoluto basato sulla famiglia di armi Aster, comprese le munizioni Aster 30 Block 1NT, da lanciare da due sistemi di lancio verticali Naval Group Sylver A50 a 8 celle ciascuno, posizionati nell’area prodiera. I rendering della nave rilasciati da OSN evidenziano la presenza di spazio per altri VLS dietro quelli installati. Secondo quanto risulta ad AD, tale spazio è stato mantenuto libero per accogliere VLS anziché alloggi per l’equipaggio come avviene sulle attuali FREMM. Sebbene non siano state rilasciate informazioni, ad AD risulta che sono in corso studi per valutare l’installazione di VLS A70 per missili da crociera per attacco in profondità o VLS per missili superficie-aria MBDA Italia CAMM ER, quest’ultima possibilità peraltro già evidenziata dall’industria.
Sulla base dei rendering al computer, le FREMM EVO saranno equipaggiate a centro nave con otto lanciatori per missili MBDA Italia Teseo Mk2/E che forniscono la capacità antinave e contro obiettivi terrestri unitamente alla versione aviolanciata per la Marina Militare dei missili MBDA Italia Marte ER destinati ad essere imbarcati sugli elicotteri SH90 ed EH101. La componente d’artiglieria è incentrata su due cannoni Leonardo Super Rapido da 76/62 mm nella configurazione Strales per utilizzare munizioni guidate DART per contrastare sia minacce missilistiche che asimmetriche.
Come anticipato, le FREEM EVO saranno la seconda piattaforma della Marina Militare ad essere equipaggiata con due sistemi RWS Lionfish da 30 mm forniti da Leonardo, capaci di impiegare munizionamento air burst (ABM) fornito da KNDS Ammo Italy, in grado di contrastare UAS e minacce asimmetriche.
Secondo le immagini divulgate i due sistemi sarebbero dotati di direzione elettro-ottica indipendente (Independent Line-of-Sight, ILOS) montata sull’affusto. Come anticipato, la suite ASW delle nuove navi è la stessa che equipaggia le piattaforme ASW in servizio e le due nella versione ASW migliorata: il pacchetto include il sonar Thales UMS 4110 CL montato nel bulbo di prora con sonar anticollisione ed antimine OAS di Leonardo e la suite con sonar a profondità variabile attivo a bassa frequenza Thales 4249 CAPTAS 4 e cortina trainata multifunzione a poppa oltre all’ecoscandaglio panoramico posizionato a centro nave. Le nuove navi manterranno i due lanciatori tripli per siluri leggeri Eurotorp MU90.
Secondo la nota illustrativa presentata in Parlamento, infine, le nuove unità saranno dotate di apparati ad elevata affidabilità, corredati di adeguati piani manutentivi tali da garantire la prontezza richiesta con elevati livelli di disponibilità operativa. La logistica di sostegno delle FREMM EVO verrà assicurata tramite la fornitura di un supporto logistico pluriennale. Le unità avranno autonomia logistica di almeno 30 giorni e disporranno di sistemi di supporto per la formazione ed addestramento degli equipaggi.
I sistemi/apparati di nuovo/recente sviluppo saranno corredati di software CBT (Computer Based Training) per la formazione e l’addestramento assistiti del personale addetto alla loro condotta e manutenzione. Per la gestione dei predetti sistemi, saranno anche previsti corsi di addestramento e l’impiego di simulatori.
Foto: Fincantieri, Leonardo, Marina Militare e OCCAR
Luca Peruzzi
Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l’Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane’s Navy International e Jane’s International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).