Dopo 190 giorni di missione, il Montecuccoli rientra in Patria portando con sé i ricordi e le esperienze di una straordinaria impresa.
7 novembre 2024 Simone Farina
Operazioni e addestramento
Il Montecuccoli rientra in Italia dopo aver concluso la Campagna di Proiezione Operativa, un’impresa fuori dall’ordinario attorno al globo, durata 190 giorni. Il terzo PPA della Marina Militare ha attraversato lo stretto di Gibilterra, l’oceano Atlantico, il canale di Panama, l’oceano Pacifico, l’equatore, lo stretto di Malacca, l’oceano Indiano e il canale di Suez, toccando 16 porti in 14 nazioni, con una missione articolata e diversificata. La nave ha rappresentato l’Italia nel vasto spettro delle attività di Naval Diplomacy, nello svolgimento di complesse esercitazioni internazionali e nella promozione delle eccellenze tecnologiche Made in Italy.
Partito dalla Spezia lo scorso 29 aprile e dopo le soste a Rota, Funchal, Miami e Santo Domingo, il Montecuccoli ha segnato un momento storico nel transito del Canale di Panama, choke point strategico che da oltre vent’anni non vedeva il transito di una nave della Marina Militare. Raggiunte le acque dell’oceano Pacifico, dopo le soste di Manzanillo e San Diego, il Montecuccoli si trasferito a Pearl Harbor per prendere parte, prima nave italiana di sempre, alla RIMPAC e alla Pacific Dragon, esercitazioni biennali a guida statunitense che hanno consolidato la capacità della Marina Militare di operare in un contesto multinazionale e multiforme e di migliorare l’interoperabilità e le capacità operative nel settore della Integrated Air and Missile Defense (IAMD).
Dalla metà di agosto la campagna è entrata nella fase di integrazione con l’Italian Carrier Strike Group composto dalla portaerei Cavour e dalla FREMM Alpino in navigazione in oceano Pacifico occidentale. È stata una nuova fase con nuovi complessi obiettivi quella che ha visto il transito nel mar Cinese orientale e meridionale, la partecipazione al Pacific Security Maritime Exchange sotto egida delle Nazioni Unite e le visite nei porti di Okinawa, Pusan, Jakarta, Laem Chabang (Bangkok), Port Klang (Kuala Lumpur) e Colombo. In queste acque, teatro di manovre e incontri diplomatici di valore cruciale, l’Italia ha confermato di poter interpretare un ruolo di primo piano: ogni scalo ha rappresentato un’opportunità di crescita per strutturare e consolidare le relazioni politico-militari e con i paesi dell’Indo-Pacifico, regione dalla sempre crescente rilevanza strategica nel contesto geopolitico attuale. Attraversato l’oceano Indiano e il Mar Rosso e infine il Canale di Suez, il Montecuccoli ha toccato la città di Alessandria d’Egitto, ultima sosta della “Campagna di proiezione operativa”, prima del rientro in Italia.
Dopo 190 giorni di missione, il Montecuccoli rientra in Patria portando con sé i ricordi e le esperienze di una straordinaria impresa. È stato un viaggio che ha attraversato oceani e mari lontani, che ha visto l’equipaggio affrontare sfide e stringere nuovi legami, diventando il volto dell’Italia in luoghi remoti e strategici. Porti sconosciuti sono diventati simboli di amicizia e cooperazione e ogni scalo è stato un tassello di una storia che ha parlato di professionalità, Naval Diplomacy, “Sistema Italia” e orgoglio nazionale. Per oltre sei mesi, il Montecuccoli non è stato solo ambasciatore dell’eccellenza tecnologica italiana, ma anche un custode di valori profondi, quelli che da sempre definiscono il nostro Paese e la nostra Marina: dedizione, competenza, spirito di squadra.