Un po’ di storia dal sito Difesa on line a cura di Mario Veronesi
(di Mario Veronesi)
08/11/24
I due incrociatori classe “Duca d’Aosta” furono un’evoluzione dei due precedenti “Montecuccoli”. Esternamente uguali ai loro predecessori, ebbero uno scafo più lungo di quattro metri e più largo di un metro, e nella protezione, che era affidata a due paratie di nichelcromo. L’armamento fu identico a quello dei due precedenti incrociatori, salvo per il numero delle mitragliere da 13,2 mm che passò da 8 a 12 e dei lanciasiluri da 4 a 6. La catapulta era sempre fra i due fumaioli e non vi era l’aviorimessa.
Queste unità si rivelarono ottime navi e furono molto utilizzate alla dipendenza della VII divisione navale, sicuramente la divisione più usata durante tutta la guerra.
Emanuele Filiberto Duca d’Aosta, venne impostato nel 1932 nei cantieri OTO di Livorno, varato nel 1934 ed entrò in servizio nel 1935. Nel 1938 iniziò con la gemella Eugenio di Savoia una circumnavigazione del globo che interruppe alla minaccia dello scoppio della seconda guerra mondiale. La partenza prevista per il primo settembre 1938, avvenne il 5 novembre dello stesso anno da Napoli, mentre il ritorno che era previsto per il 25 luglio 1939, venne anticipato alla fine di gennaio del 1939, con le navi che rientrarono alla Spezia il 3 marzo 1939.
Nel corso della seconda guerra mondiale prese parte alle battaglie di Punta Stilo (9 luglio 1940), di mezzo giugno (12-16 giugno 1942) e della prima battaglia della Sirte (17 dicembre 1941). Durante il conflitto svolse principalmente compiti di scorta a convogli e di deposizione di campi minati.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si consegnò a Malta assieme ad altre unità navali italiane e venne inviato in missioni di pattuglia nell’Atlantico centrale. Dopo la fine della guerra venne ceduto, il 2 marzo 1949, come riparazione per i danni di guerra all’Unione Sovietica in ottemperanza alle clausole del trattato di pace.
Nella Marina sovietica, ribattezzato prima Stalingrad e poi dal 1957 Kerč, prestò servizio nella flotta del Mar Nero e venne smantellato nel 1961.
Eugenio di Savoia, venne impostato nel 1933, nei cantieri Ansaldo di Genova Sestri, varato nel 1935 entrò in servizio nel 1936. Partecipò ad azioni nella guerra civile spagnola. Nel 1938 iniziò con la gemella Duca d’Aosta una circumnavigazione del globo che interruppe alla minaccia dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale era inquadrato insieme al gemello Duca d’Aosta, Montecuccoli e Attendolo nella VII Divisione Incrociatori nell’ambito della 2° Squadra di base alla Spezia, come nave insegna dell’ammiraglio Luigi Sansonetti.
Nel corso del conflitto volse principalmente di scorta a convogli e di deposizione di campi minati, prendendo parte alle battaglie di Punta Stilo (9 luglio 1940), di mezzo giugno (12-16 giugno 1942) dove fu lievemente danneggiato. Mentre si trovava a Napoli il 4 dicembre 1942, giorno di Santa Barbara, venne colpito durante un bombardamento da un Liberator, riportando danni alla parte posteriore dello scafo riparabile in 40 giorni, mentre tra l’equipaggio si ebbero 17 morti e 46 feriti. Tornato in servizio, nel gennaio 1943 abbatté due bombardieri nemici.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, si consegnò a Malta assieme ad altre unità navali. Il 29 febbraio 1944 viene gravemente danneggiato da una mina. Dopo la fine della guerra in base alle clausole del trattato di pace, dopo essere stato rimesso in efficienza, il 26 giugno 1951, venne ceduto come riparazione per i danni di guerra alla Grecia.
Entrato a far parte della Marina ellenica venne ribattezzato Elli in ricordo dell’incrociatore leggero greco affondato dal sommergibile italiano Delfino il 15 agosto 1940, nei pressi dell’isola greca di Tinos. Nella nuova marina di appartenenza ricoprì il ruolo di ammiraglia della flotta e venne usato da re Paolo I di Grecia nelle sue visite di stato. Nel 1959 venne destinato a Souda nell’isola Creta, in qualità di nave comando della flotta dello Ionio. Messa in disarmo nel 1965, durante la dittatura dei colonnelli venne usata come nave-prigione per i membri della Marina oppositori del regime fino al 1973, quando venne avviata alla demolizione.