La controversia non rimane senza strascichi. I rapporti tra l’Officina Galileo e il Ministero della Marina si “raffreddano”, le commesse verso la Galileo diminuiscono rispetto al passato, ed i soci sono molto preoccupati
Ai primi del 1905 erano in consegna i periscopi a visione binoculare per la Marina Imperale Russa e la direzione della Galileo invita il Ministro della Marina, l’Ammiraglio Carlo Mirabello a vederli. Il ministro accetta di buon grado ma, essendo impegnato, invia a Firenze … l’Ing. Gioacchino Russo, molto probabilmente ignorando la vicenda Telops/Cleptoscopio. Quando il Triulzi viene a conoscenza della visita del Russo protesta con il Martinez e smonta il periscopio, Per cui quando il Russo vede il tubo ottico è senza le lenti e le parti terminali del periscopio!
Per evitare ulteriori inconvenienti, il 12 aprile 1905 viene depositata la domanda di brevetto e viene concordata una presentazione a Roma direttamente con il ministro. Il montaggio sulla terrazza del ministero della marina, ad opera del Martinez, avviene il 16 aprile ma solo il 19 il ministro è disponibile per la visita, unitamente ad altre importanti autorità della Marina, tra le quali il Capo di Stato Maggiore Ammiraglio G. Chiesa.
Benché nessuna prova comparativa tra il Telops e il Cleptoscopio sia mai stata effettuata, tutti rimangono favorevolmente sorpresi dalle performances del Telops, anche se ritengono che la possibilità̀ di visione contemporanea da parte di più persone del Cleptoscopio rappresenti un potenziale vantaggio operativo. Conseguentemente il Triulzi realizza una versione a “doppio sistema di visione” in cui, spostando una levetta, si può̀ passare dalla visione diretta monoculare a quella indiretta bioculare su vetro smerigliato.
Ma i rapporti con la Regia Marina italiana continuano ad essere difficili, come si evince dall’acquisto di 25 telemetri in Gran Bretagna.
Come diretta conseguenza Paolo Triulzi lascia la società il 30 giugno 1906.
«Mi sono così trovato in grave disagio rispetto alla Società della Galileo, la quale, per altri affari mal riusciti, nei quali non avevo a che fare, perché́ estranei alle mie mansioni, si avviava alla liquidazione. Decisi allora di ritirarmi da quell’azienda nella quale per 26 anni avevo esplicato con grande zelo e assiduità̀ l’attività dei miei anni migliori, riuscendo a farla apprezzare anche all’Estero per i riflettori parabolici per proiettori, che l’Officina era riuscita a produrre con molta perfezione mediante le macchine da me ideate. Il Consiglio di Amministrazione della Galileo nell’accettare le mie dimissioni dovette riconoscere che il mio allontanamento avveniva per colpa della Società stessa che non aveva rispettato alcuni articoli della Convenzione che ad essa mi legava, fra i quali l’obbligo di corrispondermi regolarmente lo stipendio.»
In base alla convenzione tra Paolo Triulzi e la “S.A. Officina Galileo dell’Ing. G. Martinez & C.” il Triulzi rimaneva detentore dei brevetti presi a suo nome: «… Egli [il Triulzi] non avrà̀ diritto a nessuna indennità né compenso per la costruzione che dall’Officina fosse proseguita degli apparecchi del quale Egli più specialmente si occupava nel passato, fatta eccezione si capisce per la riproduzione di apparecchi protetti da brevetti presi a nome di Esso Triulzi.»
Pertanto la Galileo, o chi ad essa sarebbe subentrata, poteva utilizzare i disegni dei periscopi per onorare gli ordinativi in essere, ma doveva negoziare una nuova convenzione col Triulzi per nuove ordinazioni. A seguito della difficile situazione economica, la S.A. Officina Galileo dell’Ing. G. Martinez & C. viene messa in liquidazione agli inizi del 1907 e a metà anno l’attività e il personale vengono trasferiti alla “Società Anonima Officine Galileo”.
Direttore della Società [S.A. Officine Galileo] fu nominato il Prof. Pasqualini, “alter ego” del quale rimase l’Ing. Martinez. Presidente e amministratore della nuova società fu l’Ing. Giuseppe Orlando dei Cantieri Navali di Livorno, vice-presidente il Comm. Angelo Volpi conte di Misurata. Nel consiglio entrò anche … il Senatore Comm. Guglielmo Marconi.
Senza il Triulzi le Officine Galileo hanno sì la capacità di costruire e aggiornare i modelli da lui realizzati, ma mancano della mente per realizzarne di nuovi. Si era tentato nel marzo del 1907 di farlo tornare, ma la trattativa con l’Ing. Orlando non dà l’esito auspicato «e fu danno reciproco», «... la Società Anonima “Officine Galileo” mentre ha acquistato dalla liquidazione alcuni articoli dell’attivo ed ha intrapreso la continuazione per conto della liquidanda di alcuni lavori in corso di esecuzione, non ha assunto nessuno dei debiti della liquidanda stessa e quindi nemmeno quello che essa ha verso il suddetto Sig. Paolo Triulzi per i servizi prestati»
Sommergibili Classe Clauco (1903) Fonte: USMM
Nel frattempo, il 16 luglio 1906 l’ing. Cesare Laurenti aveva lasciato la Regia Marina e assunto la carica di direttore generale dei “Cantieri del Muggiano” della FIAT San Giorgio di La Spezia. Qui progetta e costruisce sommergibili, diventandone ben presto un riconosciuto pioniere.
In quel periodo all’Arsenale di Venezia erano in costruzione i cinque sommergibili della Classe Glauco (1903), prima classe di sommergibili realizzata dopo lo sperimentale Delfino e progettata dall’allora maggiore del Genio Navale Cesare Laurenti. I dati di varo e consegna dei sommergibili alla Regia Marina sono indicati nella Tabella 1 a continuazione.
Sommergibili Classe Clauco (1903) Fonte: USMM
Nella relazione del Consiglio di Amministrazione che accompagna il primo bilancio d’esercizio della Officine Galileo (1907-1908) si legge: «Abbiamo temporaneamente sospeso la costruzione di apparecchi radio-telegrafici per ragioni di indole interna, ma abbiamo in compenso stipulato una convenzione colla Società Fiat S. Giorgio che ci riserva l’esclusivo diritto della riproduzione e vendita del Cleptoscopio Russo-Laurenti già da noi provveduto con ottima soddisfazione a varie Marine estere e alla R. Marina italiana.»”
Poiché alle “varie Marine estere” erano stati venduti soltanto periscopi del tipo Telops, la Officine Galileo ha soltanto cambiato il nome da Telops a Pericleptoscopio e con tale nome ha venduto alla Regia Marina … il Telops a doppio sistema di visione! Correttamente Paolo Triulzi scrive che «le Officine Galileo continuarono a costruire periscopi tipo Telops, avendo solo cambiato il nome degli inventori» e che «le varianti dei nuovi periscopi consistono in cambiamenti di dimensioni e di forme per soddisfare comodità̀ diverse e nuove esigenze d’impiego».
Tra queste varianti abbiamo il “doppio sistema di visione” – visione diretta e visione indiretta su vetro smerigliato – quest’ultima una prerogativa del Cleptoscopio. I disegni del Telops passarono alla Officina Galileo, alcuni per onorare gli ordini in essere ed altri, senza alcun diritto, nel periodo della liquidazione della vecchia società.
Ma chi ha venduto i periscopi alla Regia Marina violando i diritti ed i brevetti del Triulzi?
L’ing. Orlando, Presidente della Officine Galileo, di fronte al quale Giulio Martinez, «troppo docile e facile a cedere», o più semplicemente perché alla fine «tutti tengono famiglia», non ha saputo difendere le ragioni del Triulzi, o lo stesso Martinez quando era ancora proprietario della Officina Galileo?
«Ma non solo non si ebbe un atto di doverosa resipiscenza verso di me, anzi, per esimersi da qualsiasi riconoscimento fu detto e scritto, qua e la, che in Germania era stato da molto tempo ideato uno strumentino ottico per uso dei medici, denominato cistoscopio, che aveva qualche analogia col periscopio. Si vede che in quel speciale strumentino i grandi costruttori ottici di quel paese non avevano riscontrate le proprietà̀ necessarie per condurli a una soluzione conveniente del problema ottico per la navigazione subacquea. Se in Germania, a quel tempo, si fossero prodotti dei periscopi, la ditta Friedrich Krupp non avrebbe commesso di tali strumenti alla antica Officina Galileo, per i sui cantieri navali di Kiel Garden».
Dalla documentazione del fondo CNR, il preciso ricercatore scrive, nella bozza di testo per la mostra di Chicago del 1933, che il Cleptoscopio è stato fornito solo per i primi due sommergibili della Regia Marina e pertanto, se escludiamo il Delfino, i primi due sono stati il Glauco e lo Squalo.
Il terzo sommergibile, il R. smg. Narvalo, è stato varato il 21 ottobre 1906 ed è stato consegnato alla Regia Marina solo il 16 maggio 1907: sette mesi dopo il varo contro i tre mesi delle unità precedenti e successive.
Perché?
Se l’anonimo estensore della mostra ha riportato correttamente, la spiegazione è una sola: hanno dovuto aspettare la consegna del nuovo tipo di periscopio! E sulla base delle date, il periscopio per il Narvalo è stato fornito dalla S.A. Officina Galileo dell’Ing. G. Martinez & C. e la fornitura è stata poi proseguita dalla “S.A. Officine Galileo” ad essa succeduta.
Il Triulzi inutilmente protesta con la Officine Galileo per la violazione dei suoi diritti. Scrive alle Marine di diverse nazioni, tra le quali la US Navy che aveva acquistato periscopi a visione binoculare, proclamandosi l’inventore e il solo detentore dei brevetti con cui i periscopi da loro acquistati sono stati costruiti. Inutilmente si rende disponibile alla fornitura di parti di ricambio, o a migliorarne le prestazioni, introducendo successivi brevetti, e/o cercando accordi con qualche industria interessata ai suoi brevetti e a quelli futuri.
E soltanto nel 1914 si piegherà̀ ad accettare un accordo con le Officine Galileo, un accordo definito “leonino” e in cui rinuncia a ogni diritto per i suoi brevetti relativi ai periscopi sino al momento detenuti.
«Ma la cessione di tali diritti deve considerarsi come una ingiusta imposizione e non come risultato di una libera contrattazione, per la posizione ben differente delle parti contraenti: la Società̀ delle Officine Galileo disponendo di larghi mezzi avrebbe potuto, qualora avessi ricorso ai Tribunali, prolungare indefinitivamente il litigio senza sentirne aggravio, mentre io sarei andato in- contro a sicuro esaurimento. Il caso mio rassomiglia a quello al quale fu costretta la Finlandia nel 1939, per salvare qualche cosa nell’ingiusta aggressione della Russia.
Così dovetti fare io!!!»
Gian Carlo Poddighe