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FREMM EVO, una evoluzione completa su sensori e capacità anti-drone

18 Agosto 2024

Dal sito Ares osservatorio difesa un interessante approfondimento

Giacomo Cavanna
 5 Agosto 2024

Le lezioni apprese durante i recenti impieghi della Marina Militare nel Mar Rosso e più in generale le difficoltà a contrastare i moderni sistemi senza pilota (UAS) la cui espansione è sempre più marcata sono stati importanti elementi tenuti in considerazione per lo sviluppo delle FREMM EVO.

Basate ovviamente sulle ormai consolidate FREMM italiane adottate dalla Marina Militare, da quella egiziana ed in versione modificata anche dell’US Navy, questa Evoluzione (EVO) consente di eliminare le obsolescenze adottando allo stesso tempo soluzioni innovative che pongono queste nuove fregate ai massimi livelli internazionali rinnovando significativamente un progetto già “combat proven”.
All’interno delle FREMM EVO sono state convogliate tecnologie già sviluppate su altre unità navali della Marina tra cui i radar, di cui parleremo tra poco, che sono stati installati in prima istanza sui Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA) della classe Thaon di Revel e più in generale nell’ambito dei programmi della Legge Navale e nel programma Mid Life Update (MLU) della classe Orizzonte.

L’impatto estetico è chiaramente diverso rispetto alle FREMM “legacy” dato che il “mast” che sorreggeva il radar rotante 3D EMPAR è stato eliminato in virtù all’adozione di un radar bi-banda a facce fisse insieme all’albero secondario.

Radar principale

I nuovi radar fissi, Kronos Dual Band, in banda C ed X sono stati sistemati a prua sopra la plancia ed a poppa sopra il ponte di volo appena dietro al cannone Leonardo 76/62 per un totale dunque di otto facce fisse (quattro per lato).

Il sistema Kronos Dual Band combina due architetture radar AESA che sono il KRONOS Quad in quattro facce fisse in banda C ed KRONOS StarFire sempre in quattro facce fisse in banda X.
Il KRONOS Quad (l’antenna di dimensioni maggiori) è in grado di assicurare una capacità di ricerca e tracciamento di missili balistici fino a 600 chilometri di distanza fino al tracciamento fino a 1.300 chilometri di distanza quando il bersaglio è designato da fonti esterne. Oltre a questo rimangono chiaramente disponibile i profili di sorveglianza aerea e di superficie, auto-protezione, difesa di zona navale, guida missili (uplink) ed il supporto al fuoco.
Il sistema Kronos Starfire (l’antenna di dimensioni minori) invece si caratterizza per una maggiore sensibilità nei confronti di bersagli insidiosi di piccole dimensioni come imbarcazioni, periscopi di sottomarini e razzi nonché è in grado di offrire una elevata precisione nella direzione del tiro grazie ad innovative funzioni di tracciamento.
Il System Manager è in grado di coordinare i due sistemi in modo efficiente minimizzando le interferenze elettromagnetiche e consentendo di ottenere una immagine a 360° x 90° attorno all’unità navale.


Radar anti-drone


Sempre rimanendo nel campo dei sensori radar le FREMM EVO saranno equipaggiate con un radar specifico per il contrasto ai droni, sempre a facce fisse, secondo il requisito tecnico richiesto dalla Marina Militare italiana. Questo radar, la cui selezione deve essere ancora annunciata, avrà caratteristiche che gli consentiranno di rilevare anche droni di piccole dimensioni a velocità medio/basse in avvicinamento all’unità rappresentando una delle prime applicazioni di tale tecnologia a livello internazionale.


Guerra elettronica


Per quanto riguarda invece la Guerra Elettronica il programma FREMM EVO farà affidamento ancora una volta, così come per il radar, su quanto sviluppato per i Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA) da ELT Group andando a migliorare le prestazioni complessive di R-ESM, R-ECM (probabilmente a facce fisse) e C-ESM oltre ad eliminare le possibili obsolescenze. Nell’ambito delle capacità C-UAS è previsto che la suite di Guerra Elettronica di ELT Group abbia la capacità detenzione, riconoscimento ed identificazione dei droni con soft-kill.
Una modifica alla suite EW è stata resa necessaria anche a causa dell’eliminazione dell’albero secondario a poppa presente sulle FREMM “legacy” che ospitava i sensori C-ESM nella parte più alta oltre più in basso al datalink per i missili Teseo e i radar di navigazione e quello di avvicinamento elicottero della Selex che sono stati dunque riposizionati.


Capacità ASW


Per quanto riguarda le capacità anti-sommergibile le FREMM EVO saranno dotate di tutta la suite completa già presente sulle FREMM ASW attualmente in servizio presso la Marina Militare dunque con sonar a prua, sonar ad alta frequenza, cortina trainata passiva e sonar attivo a profondità variabile oltre al lanciatore di ingannatori multifunzione Leonardo ODLS20 (Oto Decoy Launching System) ed al lanciatore di siluri.


Artiglieria

L’armamento si compone di due cannoni Leonardo 76/62 con due rispettivi sistemi controllo del tiro Leonardo NA-30 (dual band, IR, LRF, TV) in grado di sparare munizionamento guidato Strales.
Una scelta in controtendenza rispetto al 127/60 LW installato sulle ultime due FREMM “Enhanced” (dotate sia delle dotazioni delle GP che delle ASW) ma che massimizza la difesa a corto raggio nei confronti di bersagli insidiosi come dimostrato dagli ingaggi nel Mare Rosso contro i droni degli houti.

Per le armi di calibro minore le mitragliere KBA 25/80 sono state sostituite da mitragliere Leonardo Lionfish dotate della Leonardo X-GUN da 30 millimetri.


Capacità missilistiche

Per ora il numero di lanciatori Sylver A50 dovrebbe essere di due quindi non è prevista almeno nell’immediato un aumento di capacità missilistica dagli attuali 16 missili anche se è possibile che grazie alle nuove modifiche dell’unità lo spazio inizialmente previsto per il raddoppio del numero di lanciatori (fino a quattro in totale per 32 missili) potrà essere sfruttato in modo più efficace anche nell’ottica di ottenere una capacità deep-strike terrestre.

Nel rendering pubblicato sono presenti a centro nave un totale di otto lanciatori per missili Teseo il cui posizionamento e la presenza dei para vampa posteriori non sembra essere stato modificato rispetto all’attuale configurazione.


Capacità controllo droni


Non meno importante rispetto alla capacità CUAS le nuove FREMM EVO potranno fare affidamento sulla capacità di gestire droni nelle tre dimensioni (aria, sopra la superficie e sotto la superficie) in modo da espandere notevolmente la possibilità di rilevamento, tracciamento e scoperta.


Aggiornamento sistemi di bordo


Oltre alla novità evidenti esterne, secondo quanto comunicato da Orizzonte Sistemi Navali, novità sostanziali riguarderanno anche l’interno sopratutto per quello che concerne i sistemi di comando e controllo nell’ottica di offrire non solo un miglioramento delle capacità ma anche maggiore resistenza dagli attacchi cyber.


Le aree di intervento principali di ammodernamento/aggiornamento riguardano lo Ship Management System (SMS), l’impianto di condizionamento e di distribuzione elettrica anche per supportare i nuovi sistemi particolarmente energivori che saranno installati a bordo dando inoltre il necessario margine futuro di sviluppo.


Il sistema di combattimento sarà aggiornato con il moderno Combat Management System SADOC 4 che unisce grandi capacità di calcolo ed analisi con un sistema intuitivo da impiegare da parte degli utenti finali. Il SADOC 4 è già installato sulle più moderne unità nella Marina Militare tra anche i cacciamine di nuova generazione, i Pattugliatori Polivalenti d’Altura e l’LHD Trieste.


Propulsione

L’apparato propulsivo sempre in configurazione CODLAG (Combined Diesel and Gas) con la turbina a gas LM2500 che non dovrebbe aver subito variazioni rispetto all’attuale layout se non l’aggiornamento dei sistemi di controllo inclusi nello Ship Management System (SMS).


Contratto


Il contratto del valore di circa 1,5 miliardi di euro per la costruzione di due nuove Fregate FREMM in versione “EVOLUTION” prevede la consegna della prima unità nel 2029 e della seconda unità nel 2030.
La firma del contratto tra Orizzonte Sistemi Navali (OSN), joint venture partecipata da Fincantieri e Leonardo con quote rispettivamente del 51% e del 49%, ed OCCAR (Organisation Conjointe de Coopération en matière d’Armement) è avvenuta il 31 luglio 2024.


OSN concluderà i contratti di sub-fornitura con Fincantieri e Leonardo, che avranno rispettivamente un valore pari a circa 690 milioni di euro e circa 415 milioni di euro.  Quello con Fincantieri costituisce un’operazione tra parti correlate di maggiore rilevanza. Per Leonardo, il previsto contratto di sub-fornitura, rappresenta un’operazione con parte correlata di minore rilevanza in virtù del valore del contratto e degli indici di rilevanza applicabili alla fattispecie. 


A seguito di quest’ordine il numero di FREMM costruite da Fincantieri sale a 14 unità di cui quattro multiruolo (GP), quattro anti-sommergibile (ASW), quattro “Enhanced” (dotazioni GP+ASW) di cui due per la Marina dell’Egitto ed infine le ultime due in versione “Evolution“.


Conclusioni


Le FREMM EVO rappresentano sicuramente uno step evolutivo del progetto in attesa di iniziare a ragionare sulla nuova classe di fregate della Marina Militare indicativamente attorno all’arco temporale del 2040-2050.
L’implementazione di una capacità C-UAS come requisito rappresenta un adattamento alle condizioni sempre in evoluzione presenti sul campo di battaglia. L’azione di rilevamento, tracciamento ed identificazione con un radar dedicato, soft kill con la suite di Guerra Elettronica ed eventualmente hard kill con il cannone 76/62 oppure Lionfish formano un pacchetto C-UAS che può trovare sicuramente mercato anche all’estero e che è scalabile in base alle esigenze del cliente.


Video


SADOC 4

FONTE: Ares Osservatorio Difesa


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