La dichiarazione ufficiale del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta in merito alle decisioni sul caso di Davide Cervia.
Quando è scomparso Davide Cervia aveva 31 anni. Era il 1990. In molti di voi ricorderanno la sua storia e, come saprete, recentemente il processo civile si era concluso con la condanna del Ministero della Difesa al pagamento di 1 euro simbolico, con una motivazione seria e senza precedenti: aver violato il diritto alla verità dei congiunti tramite azioni omissive.
Una sentenza che chi ci ha preceduto aveva comunque deciso di impugnare, evidentemente non accettandone i contenuti.
Ebbene, questo post, oggi, solo per comunicare che in qualità di Ministro della Difesa ho dato indicazione di rinunciare all’impugnazione.
Dopo un’attenta lettura degli atti in possesso dell’amministrazione, ho scelto di riconoscere gli errori dello Stato nei confronti di una famiglia che merita rispetto e verità!
Li ho incontrati nei giorni scorsi, a Velletri, per comunicare loro la mia decisione. Gli ho chiesto scusa e lo faccio nuovamente ora, pubblicamente, a nome del Paese e della Difesa. Saro’ felice di accoglierli prossimamente presso il ministero.
Infine, rivolgo un ringraziamento anche all’Avvocatura generale dello Stato, che da sempre, con particolare sensibilità e professionalità, assiste l’amministrazione in numerosi e complessi contenziosi.
FONTE: Profilo Facebook Elisabetta Trenta
E la dichiarazione di Marisa Gentile
Per la prima volta è come se mi mancassero le parole….
Sono così tanto emozionata per questo atto del Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, che davvero ho difficoltà a mettere insieme le parole giuste per esprimere gratitudine e riconoscenza al Ministro Trenta per la sua coraggiosa presa di posizione rispetto alla vicenda.
Senza tanti giri di parole, il Ministro ci ha detto di aver esaminato le carte e di aver compreso gli “errori” che questo nostro Stato ha commesso nei confronti di Davide Cervia e della sua famiglia.
Una famiglia, la nostra, che ha dovuto subire illazioni di ogni genere, intimidazioni, pressioni, ricatti, violenze e soprattutto una famiglia che non ha mai abbassato la testa di fronte alle prepotenze di uno Stato troppo spesso arrogante nei confronti dei suoi cittadini, che non si arrendono di fronte alle “veline” ufficiali.
Purtroppo sino ad oggi non siamo mai riusciti a far decollare una vera inchiesta giudiziaria sulla vicenda, sono state fatte indagini lacunose e superficiali tralasciando elementi importantissimi che oggi sono andati perduti per sempre, sono stati fatti trascorrere anni e anni senza concludere nulla in modo che il velo della prescrizione sopisse le nostre grida di giustizia e verità.
E oggi, solo un Ministro coraggioso poteva dare una svolta importantissima alla vicenda, riconoscendo le responsabilità (suo malgrado) del Ministero che presiede e che, con le sue articolazioni della Marina militare, ha messo in essere sin da subito comportamenti fuorvianti per impedirci di capire cosa fosse successo a Davide Cervia.
Non so se ricorderete che il SIOS Marina (il servizio di informazione della Marina stessa) aveva fornito, sin da subito, agli inquirenti notizie false sulla reale specializzazione di Davide, definendolo in un documento ufficiale, poco più di un semplice elettricista.
Davide era un uomo comune, un padre comune ma un cittadino particolare che per le sue attitudini professionali era stato scelto dalla Marina Militare, ove si era arruolato giovanissimo, per “incarichi di particolare segretezza e specializzazione” (così abbiamo trovato scritto su documenti del SIOS datati 1979, in riferimento ai corsi di formazione ai quali Davide era stato destinato). E perchè, lo Stato, dopo aver addestrato uno dei suoi uomini migliori ad incarichi così particolari e importanti per la difesa nazionale, lo ha completamente abbandonato, calpestato, umiliato e rinnegato? Se non fosse stato per la sua famiglia, forse Davide Cervia non sarebbe mai esistito…..
Un Grazie dal profondo del cuore ai nostri legali, Licia D’amico e Alfredo Galasso, che senza chiedere mai in cambio nulla hanno sopportato il peso legale di tutta la vicenda. Ci hanno consigliato, difeso e supportato in ogni passo che abbiamo compiuto e tutti, insieme anche a quei pochi giornalisti coraggiosi che hanno creduto in questa battaglia, oggi abbiamo raggiunto questo importante risultato.
GRAZIE MINISTRO!