Per i sei diversi lotti che compongono la procedura è stato ora previsto uno stanziamento di 259 milioni di euro
26 GENNAIO 2022
Dopo lo stop arrivato lo scorso novembre, è ora ripartita la gara per la realizzazione della nuova maxi nave oceanografica della Marina Militare (nota anche con la sigla Niom), destinata a soppiantare l’ammiraglia Magnaghi, unità del 1974 giunta al capolinea della sua vita operativa.
Le ragioni della sospensione non erano state spiegate nel dettaglio, se non con un riferimento all’art.97 della Costituzione che al primo rigo evidenzia come le pubbliche amministrazioni debbano assicurare “l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico”. Parole tra le quali sembrava di intravedere la necessità di ‘alleggerire’ l’impegno di spesa, che era stato fissato in un massimo di 281 milioni di euro.
Ed effettivamente il nuovo bando, di cui però al momento si conoscono solo gli elementi principali, così ha fatto, rivedendo al ribasso gli importi iniziali.
A essere stati ridimensionate sono in primis le cifre relative ai primi due lotti, ovvero quelli relativi alla progettazione e alla fornitura della nave, scese rispettivamente a 19,42 milioni di euro (da 25,5 milioni) e a 196,72 milioni (da 214).
Non è dato sapere, tuttavia, se nel frattempo siano state riviste anche le caratteristiche di massima del mezzo (la documentazione ancora non è disponibile), che nella versione precedente prevedevano la presenza di sistemi DP 2, una lunghezza fuori tutto di 105 metri, una larghezza di 18, con dislocamento di 5.000 tonnellate, propulsione full electric, velocità massima di 15 nodi, autonomia di 7.000 miglia (a 12 nodi), e una presenza di 145 posti letto, nonché di diverse gru (di cui una offshore da 190 tonnellate).
In ogni caso, viene ora stabilito, progettazione e realizzazione dovranno essere completate nei 38 mesi successivi all’aggiudicazione dell’appalto.
Previsti infine, come nella procedura precedente, altri lotti relativi alla fornitura di un sistema di supporto logistico integrato (12,14 milioni circa), di un temporary support (13,104 milioni), di lavorazioni a richiesta (8,6 milioni) e di un ulteriore temporary support opzionale (per altri 9 milioni).
Secondo quando spiegato già all’epoca della prima procedura, la nuova Niom – che sarà gestita dall’Istituto Idrografico della Marina Militare, con sede a Genova – avrà il compito di “assicurare senza soluzione di continuità l’assolvimento dei compiti istituzionali afferenti al Servizio Idrografico nazionale” che le sono direttamente attribuiti, permettendo inoltre all’Italia di “accrescere le proprie capacità di ricerca e esplorazione in nuove regioni del mondo, quale quella artica […] e la possibile apertura di nuove rotte commerciali”, attività per svolgere le quali dovrà essere in grado di operare a -20°. In aggiunta la nave dovrà svolgerà attività di aggiornamento della cartografia nautica e in generale a supporto della comunità scientifica sia nazionale, sia internazionale ovvero per conto dell’International Hydrographic Organization (Iho).
Per la sua costruzione (e quella di altre due unità minori) la Difesa ha ricevuto nell’ottobre del 2020 un finanziamento di 220 milioni dalla Banca Europea degli Investimenti.