Inviata una email alle istituzioni di controllo

Il 16 gennaio è stato diffuso sui social network un video, riguardo al radar in movimento dell’unità navale LHD Trieste. L’unità è ormeggiata al Molo Varicella, a poche centinaia di metri dalle case di Marola.
“Il radar in questione è un Kronos Power Shield (AESA in banda L), un sistema di sorveglianza multifunzione, con una portata fino a 2.000 km. Non si tratta di un episodio estemporaneo. Da anni assistiamo a situazioni in cui le unità navali, alle bitte, vicino alle abitazioni, a un parco pubblico e a una palestra, mettono in azione i loro dispositivi radar. In relazione a questo ultimo episodio – affermano dall’associazione marolina dei Murati vivi – abbiamo ritenuto doveroso informare le autorità preposte. Tuttavia, dopo due giorni dall’invio dell’email, l’unica risposta ottenuta è stata la notifica del protocollo da parte di Arpal”. Una volontà di ottenere risposte sull’utilizzo dei radar, che è già stata manifestata in passato, senza ottenerne. “I cittadini spezzini, non solo della borgata di Marola, data la potenza delle strumentazioni in oggetto, hanno diritto di sapere se sono stati esposti ad emissioni elettromagnetiche e se queste hanno impatto sulla loro salute. Allo stato attuale non esiste nessuna forma di prevenzione e di monitoraggio in relazione a questi episodi. Se da un lato continua l’assordante silenzio delle istituzioni sul futuro tinto di blu della base, c’è da chiedersi quale livello di controllo potrebbe avere, riguardo all’impatto sulla salute pubblica, una base che vedrà l’ormeggio di 14 nuove unità navali della Nato. Oggi, senza che la base sia blu, ospita sovente, per esempio, unità navali di marine militari straniere, come dimostra l’attuale stazionamento dell’Al Fulk (L141), unità anfibia della marina qatariota. L’alone di dubbi ed incertezze continua a permanere. Tuttavia – proseguono i Murati vivi – in particolare da chi rappresenta democraticamente la comunità, ci si aspetterebbe un’azione ed una risolutezza, anche in relazione alle proprie prerogative. In un contesto in cui si invoca sempre più maggiore potere decisionale, assistiamo ad un’inedia e ad una totale noncuranza quando i poteri che si hanno non vengono utilizzati per rassicurare i cittadini sui possibili effetti nocivi delle attività militari. Per questo auspichiamo che la questione possa approdare nei luoghi di rappresentanza democratica della città”.