Un approfondimento dal sito Ares Osservatorio Difesa a cura di Giacomo Cavanna
Negli ultimi 15 mesi, la Marina degli Stati Uniti ha affrontato una delle campagne operative più impegnative nel Mar Rosso, lanciando 220 missili per difendersi da circa 380 attacchi da parte dei ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran.
Questo teatro operativo ha visto un uso intensivo di missili e munizioni per rispondere alla minaccia rappresentata da droni, imbarcazioni suicide e attacchi missilistici diretti verso rotte commerciali e basi alleate nella regione.
I dati rilasciati dai vertici della Marina sottolineano il peso significativo di questa campagna: 220 missili sono stati utilizzati in un periodo relativamente breve, un numero che mette in evidenza non solo l’intensità delle operazioni, ma anche la dipendenza da armi avanzate per affrontare minacce irregolari. Tra i missili impiegati, figurano i RIM-162 Evolved Sea Sparrow, utilizzati per neutralizzare i droni nemici, e SM-2 Standard Missiles, fondamentali per l’intercettazione di bersagli a lungo raggio.

Nello specifico la Marina ha lanciato 120 missili SM-2 (circa 2 milioni di dollari/missile), 80 missili SM-6 (circa 4 milioni di dollari/missile) e 20 missili Evolved Sea Sparrow (circa 2 milioni di dollari/missile) e SM-3 (circa 15 milioni di dollari/missile).
Al lancio dei quasi 200 missili è necessario aggiungere un totale di 160 colpi da 5 pollici (127 millimetri).
Un conto complessivo che supera i 500 milioni di dollari solo per l’armamento impiegato a cui sommare chiaramente i costi operativi e di impiego delle unità navali.
Il Mar Rosso è una delle rotte marittime più cruciali al mondo, collegando il Mediterraneo al Golfo di Aden e all’Oceano Indiano attraverso il Canale di Suez. Gli attacchi degli Houthi nella regione hanno rappresentato una minaccia non solo per le operazioni militari statunitensi, ma anche per il commercio globale, con rischi significativi per le petroliere e altre imbarcazioni commerciali.
Sostenibilità operativa
Un aspetto critico di questa operazione è stato il rapido consumo delle scorte di munizioni. Il Vice Ammiraglio Brendan McLane, comandante delle forze di superficie della Marina, ha evidenziato la necessità di adattare le strategie operative.
L’uso massiccio di missili avanzati, sebbene efficace, è economicamente insostenibile nel lungo termine, soprattutto in un contesto dove le minacce sono rappresentate da droni e imbarcazioni a basso costo.

Questa situazione ha spinto la Marina a rivalutare il proprio approccio. Si stanno sviluppando nuove tattiche e tecnologie, tra cui armi a energia diretta (laser) e sistemi più economici per contrastare le minacce asimmetriche. Inoltre, si prevede un’accelerazione nella produzione di munizioni, per garantire la prontezza operativa anche in caso di conflitti prolungati.
Oltre ai miglioramenti tecnologici, la Marina sta lavorando per ottimizzare le sue risorse attraverso una combinazione di difesa integrata e supporto alle operazioni alleate nella regione. Questa strategia mira a rafforzare la cooperazione con i partner regionali, aumentando la condivisione di intelligence e la capacità di risposta collettiva.
Il Mar Rosso rimane un simbolo delle sfide del conflitto moderno: minacce irregolari, costi operativi elevati e necessità di adattamento costante.
Immagine di copertina: U.S. Navy photo by Mass Communication Specialist 1st Class Devin M. Langer