Con il blocco 8 del Duca degli Abruzzi in ritardo di due anni, nei prossimi anni lavori alle caserme Piomarta, Longobardo, Marchi, San Francesco e Giovannini. Il sindacato: “Lontani dagli standard internazionali, così la forza armata perde appeal”.

Sei caserme da riqualificare per dare sfogo alla richiesta di alloggi per il personale della Marina Militare. Attorno al comprensorio della Spezia gravitano circa ottomila persone tra arsenale, base navale, comandi, centri di ricerca, industria e via dicendo. Una massa di persone destinata probabilmente a crescere una volta che sarà realizzato il progetto Basi Blu e nella darsena maggiore troveranno posto fino a quattordici grandi unità. Un problema che è già oggi al centro del dialogo tra i sindacati militari e l’amministrazione centrale.“Ci sono dei progetti per la Spezia e Roma dal punto di vista logistico e alloggiativo – conferma Antonio Colombo, presidente del SIM Marina -. Piani per aumentare sia la qualità che la capienza degli alloggi che ci fanno sperare per il futuro. Parliamo però di un orizzonte che va dal 2028 al 2030. Ma oggi ci si scontra con la realtà di una situazione difficilissima per il personale che si deve spostare in città”.

Il Sindacato Italiano Militari Marina, la scorsa estate, aveva messo nero su bianco una serie di osservazioni che fotografavano una situazione in alcuni casi “preoccupante”. Alla San Francesco “locali igienici al limite della vivibilità” perché risalenti agli anni Novanta, alla Piomarta lo stesso problema di servizi “datati e vetusti”. In entrambe le caserme le ristrutturazioni sarebbero già in corso.
La situazione peggiore alla Caserma Longobardo, ex sommergibili. “Nella palazzina di tre piani, in cui alloggia personale di diversi ruoli e gradi, tutti i locali di vita nonché quelli igienici necessitano di una sostanziale riqualificazione, che non si limiti solo alla tinteggiatura, ma che preveda la posa in opera di condizionatori, zanzariere, impianto Tv e Wi-Fi – scriveva il sindacato -. Particolare attenzione va posta ai locali ubicati al terzo piano che hanno subìto infiltrazioni dalla canala di raccolta delle acque piovane. Solo ad una piccola parte delle camere si è provveduto a ricambiare il mobilio, mentre le restanti sono arredate con mobili vetusti e fatiscenti. Diverse finestre lambiscono gli standard di sicurezza, che si consiglia di verificare con personale qualificato, in quanto l’altezza della soglia risulta molto bassa. I servizi igienici risultano, in alcuni piani, non efficienti e il personale si ritrova a spostarsi dal terzo piano al secondo per servirsi delle docce, mentre quelli del secondo piano devono recarsi al terzo per utilizzare i wc”.

Nella fattispecie il programma Oasi Blu redatto dallo Stato Maggiore prevede alla Spezia la ristrutturazione di 29 alloggi alla Caserma San Francesco, 22 alla Caserma Marchi e 72 presso la Caserma Longobardo per un totale di oltre 9 milioni di euro. Lavori di ammodernamento anche al secondo piano della Caserma Giovannini (5.7 milioni) e alla Caserma Piomarta, l’ex Veleria, per rinnovare bagni, infissi, impianto elettrico, centrale termica e impianto di riscaldamento (496mila euro).
Pende poi tuttora la ristrutturazione del blocco 8 della caserma Duca degli Abruzzi, che doveva essere completata nel 2023. Qui un primo stanziamento da oltre 8 milioni doveva portare alla creazione di 64 alloggi. “E’ sorta però la necessità di fare nuovi calcoli durante il cantiere e da allora l’opera va a rilento – spiega Colombo -. Attualmente alla Duca degli Abruzzi non funziona l’impianto di condizionamento, né freddo né caldo. Di inverno si gira con il cappotto e il cappello, d’estate con i vestiti zuppi. E in generale l’edificio è rimasto a quarant’anni fa come impianti e arredi”.

La carenza degli alloggi non è mitigata neanche dal complesso Fragola lungo Via XV Giugno. “Tanti alloggi vengono resi inagibili a causa di piccole manutenzioni mancanti – spiega il segretario generale SIM Marina, Warner Greco -. Una serranda caduta basta a chiudere un appartamento. L’interessato non si può muovere con le proprie forze, deve attendere l’intervento dell’amministrazione con tempi burocratici insostenibili”. Anche il contesto cittadino non aiuta. “La Spezia è ormai tutta orientata sugli affitti turistici – osserva Greco -. Difficile trovare un’abitazione temporanea per chi viene da Taranto o Augusta. Giocoforza si fa pieno affidamento sull’amministrazione, ma è difficile trovare risposte con standard adeguati alle necessità. Tutto ciò incide sul morale del personale”.
Il programma Oasi Blu, che riguarda anche le altre basi della Marina Militare, punta a creare con il tempo “aree verdi, aree sportive, strutture educative, servizi, vie di comunicazione, zone di socializzazione e condivisione della cultura marinaresca, all’interno delle basi della Marina”. Un po’ sulla scorta di quello che si vede nei complessi della US Navy o, per rimanere più vicino, nella città gemellata di Tolone sede mediterranea della Marine nationale. “A oggi siamo lontani dagli standard mondiali e questo fa perdere appeal alla Marina Militare – spiega il sindacato -. Rimaniamo fiduciosi che il dialogo aperto con Roma apra un nuovo capitolo”.