La nuova LHD rimarrebbe alla Spezia fino al 2029, ma al momento c’è il rischio sia il Muggiano a ospitarla e non la base navale. Nel lungo periodo potrebbe essere assegnata a Brindisi.
Corsa contro il tempo per aggiornare il molo Varicella 1 e farne l’approdo della portaerei Trieste al momento della consegna alla Marina Militare. Momento che avverrà indicativamente verso fine marzo 2024 quando la più moderna, e tecnologicamente audace, nave militare mai costruita in Italia dovrebbe lasciare definitivamente il cantiere Fincantieri del Muggiano ed entrare nella sua prima base di destinazione. La Spezia appunto, e la prima divisione navale.
Il condizionale rimane d’obbligo, perché al momento l’arsenale marittimo non è in grado di ospitare il Trieste, circa 250metri di lunghezza e una versatilità che rendono necessario l’aggiornamento delle infrastrutture che dovranno farle da casa. Classificata LHD – Landing Helicopter Dock – non ha solo la natura di ponte di volo facilmente identificata dalla doppia isola, una per la gestione della nave e una per le operazioni di volo, che ne rendono immediatamente riconoscibile il profilo.
Al suo interno si trova anche un bacino allagabile per i mezzi anfibi, un ponte garage in grado di ospitare 1200 metri lineari di veicoli gommati e cingolati, sia civili che militari, un ospedale che punta alla massima certificazione Nato. Questo comporta che, imbarcati reparti di volo, Battaglione San Marco e Comsubin, il Trieste arriva in pratica a raddoppiare il proprio equipaggio base.
La progettazione del nuovo Varicella 1, completata da Politecna Europa srl di Torino a fine 2022, prevede innanzitutto la realizzazione di una cabina elettrica, di una gru porta cavi e del cunicolo impiantistico per garantire l’alimentazione elettrica della nave in porto. Per sfruttare le caratteristiche di nave anfibia, serve poi la creazione di una rampa in asfalto per le manovre ro-ro.
Il vecchio molo non basta più e risulterebbe al momento scartata l’ipotesi di una soluzione ponte, come fu per il Cavour, anch’esso transitato dall’arsenale spezzino prima di essere assegnato a Taranto. E’ in questo caso un altro il problema di fondo – è proprio il caso di dirlo – per la darsena Duca degli Abruzzi, ovvero la necessità di dragaggio. Il Trieste a pieno carico ha infatti un pescaggio dichiarato di 17 metri, troppi per la base spezzina. A circa quattro mesi e mezzo dalla consegna, le cose da fare sono parecchie insomma.
La nave si trova oggi nella città giuliana da cui prende il nome per fare bacino, vista l’indisponibilità di Palermo, ma tornerà alla Spezia a metà novembre, come reso noto dalla stessa Marina Militare con una nota di pochi giorni fa. Poi gli ultimi mesi di lavori prima dell’affidamento alla forza armata. Per due anni ha solcato il mare spezzino per le prove in mare, che si sono rivelate ovviamente complesse vista l’originalità progettuale. Il rischio ad oggi è che al Muggiano rimanga anche dopo la data di consegna se il Varicella 1 non dovesse essere approntato in tempo. In questo senso sono già avvenuti incontri tra l’azienda e la Marina Militare per definire i profili, anche economici, dell’eventuale approdo.
Per quanto riguarda la vita operativa, il Trieste potrebbe presto puntare verso l’Estremo Oriente per essere testato su una lunga navigazione e per svolgere quella naval diplomacy che, in un mondo sempre più in conflitto, significa anche contatti a livello industriale. Lo dimostra la recente missione del Morosini, che avrebbe attirato l’interesse di alcune marine del Sud Est Asiatico all’acquisto dei pattugliatori polivalenti d’altura, altra classe di navi con forte spinta all’innovazione creata sull’asse Fincantieri-Leonardo-Marina.
Nel lungo periodo il Trieste sembra destinato in ogni caso lasciare la Spezia. Il porto di assegnazione in futuro potrebbe essere Brindisi, dove oggi fanno base le navi anfibie a fine carriera della classe Santi. A inizio settembre l’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Meridionale, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la Marina Militare hanno firmato un protocollo per l’utilizzo di una nuova banchina che sorgerà nella parte esterna del porto pugliese. Serviranno anni per realizzarla. Secondo fonti di Marina, il Trieste sarebbe assegnato alla Spezia fino al 2029.