La consegna nel 2024. L’annuncio dell’ammiraglio De Carolis e il cambio di comando tra i contrammiragli Montoneri e Esposito
MARISTELLA MASSARI
TARANTO – Si rinnova la flotta militare di stanza a Taranto e si riorganizzano gli spazi nella Stazione navale di Mar Grande. Dopo la consegna alla Marina, che avverrà nel 2024, arriverà nel porto militare ionico la nuova ammiraglia, il Trieste. Si tratta della più grande unità navale costruita dal dopoguerra ad oggi. Sarà il Centro di addestramento aeronavale di Taranto a addestrare – appunto – la grande e moderna unità da assalto anfibio. «La nave farà parte dello sky-line della città, così com’è stato in questi anni per il Garibaldi prima e il Cavour successivamente».
A confermare la notizia, che circolava già da qualche mese, è stato il comandante in capo della Squadra navale, l’ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis ieri mattina a Taranto in occasione della cerimonia del cambio al comando proprio a Maricentadd. Ad avvicendarsi sono stati il contrammiraglio Marco Montoneri (cedente) e il contrammiraglio Luca Pasquale Esposito (subentrante). Il contrammiraglio Montoneri aveva iniziato il suo periodo di comando a Maricentadd il 29 settembre 2020 e proseguirà il suo percorso professionale presso il comando scuole della Marina Militare, nella sede di Ancona. Il contrammiraglio Esposito proviene dal comando della Quarta divisione navale di Augusta.
La cerimonia di ieri, come ha sottolineato anche lo stesso ammiraglio De Carolis «segna l’approssimarsi della fine della stagione di avvicendamenti al vertice dei comandi complessi e di quelli specialistici della Squadra navale. Questo periodo di parziale rinnovamento della leadership avviene in linea con le tradizionali dinamiche di cambiamento che caratterizzano l’impiego del personale in Marina».
Ma l’occasione è stata utile anche per tracciare un punto di situazione sull’attuale impiego delle forze in mare. Al momento sono impiegate in missione 41 navi e un totale di 2.800 militari. «Un periodo nel quale le nostre forze hanno comunque continuato a operare con crescente intensità in tutti i settori del “Mediterraneo Allargato”, dall’Indo-Pacifico dove è in atto la campagna di nave Morosini, fino alle alte latitudini del Baltico e dei Mari del Nord, dove ora sta operando il Marceglia a protezione delle infrastrutture critiche della Polonia e dove fino a un mese fa erano dislocate le navi Duilio e Alliance, così come in Oceano Atlantico con diverse navi tra cui il Vespucci che sta navigando dai Caraibi alla volta del Sudamerica».
«Per darvi un’idea dello sforzo della Marina mi fa piacere ricordare – ha aggiunto l’ammiraglio De Carolis -, che oggi abbiamo complessivamente 41 navi impegnate in attività operative e addestrative, con 9 elicotteri, 5 aerei, 15 team di abbordaggio della Brigata Marina San Marco e di queste navi, ben 9 sono dislocate fuori dal Mediterraneo. Sempre fuori dal Mediterraneo – ha aggiunto ancora il comandante della Squadra navale -, abbiamo una significativa aliquota di personale della Brigata Marina San Marco che, oltre alle squadre di abbordaggio imbarcati sulle navi, assicura un team di addestramento alle forze armate in Mozambico e un nucleo di protezione della base avanzata nazionale di Gibuti. A questo grande sforzo si aggiungono quelli dell’Aviazione Navale, della componente sommergibili, di tutti i nostri centri di telecomunicazioni, delle sale operative, delle stazioni radar costiere e delle basi navali e aeree dove le forze vengono approntate per le nuove missioni grazie al lavoro del personale militare e civile coinvolto nei settori amministrativo, manutentivo e della logistica».
Uno sforzo ben delineato nel rapporto annuale pubblicato dallo Stato Maggiore della Marina che descrive un 2022 in cui la Squadra navale ha operato con un’intensità senza precedenti. A parlare sono i numeri: la componente navale, per esempio, ha infatti effettuato circa 120.000 ore di moto, con un aumento di oltre il 25 per cento rispetto all’anno precedente.
«Se riusciamo a garantire alle nostre unità questi ritmi è anche grazie all’importanza del contributo assicurato dal Centro di addestramento aeronavale di Taranto. Questo sforzo così intenso – ha detto ancora l’ammiraglio De Carolis -, è infatti dovuto ai livelli di capacità che le singole unità e i reparti sono stati in grado di esprimere e che non si possono né improvvisare né dare per scontati poiché nascono dalla combinazione di diversi contributi: efficienza dei mezzi, impegno del personale, capacità direttiva dei comandanti e – ultimo per ordine ma non certo per importanza – l’apporto dell’azione addestrativa e certificativa svolta proprio qui a Taranto da Maricentadd. Questa azione – ha concluso De Carolis -, si estrinseca nei corsi al personale, nei tirocini cui vengono periodicamente sottoposte le unità navali e gli equipaggi degli elicotteri e dei velivoli da pattugliamento». Una sorta di “università” dei marinai di ogni ordine e grado, all’ombra del faro di San Vito, in cui conseguire il “master” necessario per operare a bordo delle navi della Marina. Da 51 anni infatti, Maricentadd – acronimo di Centro di addestramento della Marina – si occupa di certificare la formazione di tutti gli equipaggi delle navi militari.
Immagine Marina Militaqre