La mia esperienza dopo aver vinto il concorso per Ufficiali Ruoli Normali a Nomina Diretta in Marina

19 febbraio 2025 Alessio Allegretti
Attività duali e complementari
In un momento, posso essere tenente di vascello del Corpo Sanitario Marittimo, in un altro, il Dottor Allegretti. Questi due ruoli, apparentemente separati, convivono nella mia vita quotidiana come medico della Marina Militare.
Il mio compito è gestire ogni aspetto sanitario della mia nave, ma anche offrire un supporto umano e professionale a chi, lontano da casa, ha bisogno di conforto o prestazioni mediche. A volte, il mio ruolo è chiaro e ben definito. Altre, invece, si confonde con la parte più personale della cura: diventare un punto di riferimento per chi sta vivendo un momento difficile. Può essere arduo cogliere le sfumature, ma quando un Ufficiale Medico sente chiamare “il Dottore” dalla R.O.C. (Rete Ordini Collettivi) non ha dubbi su cosa fare: molla tutto e si dirige dove gli è richiesto, perché qualcuno ha bisogno di lui.
Quando mi sono laureato, nel luglio 2019, non immaginavo che sarei diventato un medico della Marina Militare. Conoscevo le diverse possibilità di sbocco professionale, ma come solitamente accade nell’ambiente accademico si tende ad essere proiettati sempre verso il percorso più comune, circondati da colleghi che hanno già le idee più o meno chiare sulla specializzazione da intraprendere. Il mio percorso professionale è stato definito dalla pandemia da Covid-19 nel 2020, quando mi sono imbattuto in un post Marina Militare che annunciava il concorso straordinario per Ufficiali del Corpo Sanitario istituito per fronteggiare proprio la pandemia in atto.
La mia voglia di contribuire in prima persona per aiutare i miei connazionali in un periodo caratterizzato da incertezze si è incontrata con l’opportunità di esplorare una nuova possibilità professionale e di formazione personale.
Ricevuto un rapido, rapidissimo, addestramento formale sono stato assegnato al Servizio Sanitario di MARICOMLOG (Comando Logistico) a Napoli, in attesa di scoprire quale compito avrei dovuto svolgere nella lotta alla pandemia.
Qui, nel seppur breve periodo che ho trascorso, ho cominciato a familiarizzare con il lavoro di un ufficiale medico.
Da subito mi ha colpito il senso di comunità che inevitabilmente si crea in un ambiente come questo. Ogni persona, anche se proviene da realtà diverse, diventa parte di un unico ingranaggio, creando relazioni interpersonali forti che giorno per giorno si rafforzano nel quotidiano spesso alimentate da piccoli gesti.
Poco dopo sono stato trasferito al Posto Medico Avanzato di Barletta (P.M.A.) dove ho svolto l’effettivo lavoro che mi aveva spinto ad arruolarmi. Il complesso del P.M.A. era ancora in fase di costruzione anche se già avanzata, e doveva essere ultimato: davanti ai miei occhi il personale della Brigata Marina San Marco collaborava con il personale sanitario e logistico per costruire un reparto ospedaliero completo da zero, in tende issate nel piazzale di un parcheggio a pochi passi dal pronto soccorso dell’ospedale di Barletta, come nulla fosse.
Il lavoro necessario per allestire il tutto, perfezionarlo, formarci e definire come avremmo dovuto affrontare un compito che era nuovo anche per i miei colleghi con molta più esperienza, è durato poche settimane e all’apertura del P.M.A sono seguiti sei mesi di attività che non avevano nulla da invidiare ad un qualsiasi reparto ospedaliero.
Questa esperienza mi ha spinto a proseguire la mia vita in Marina Militare e così ho partecipato al concorso per Ufficiali Ruoli Normali a Nomina Diretta, ufficializzando il mio status in Ufficiale in Servizio Permanente Effettivo e frequentando un corso di formazione presso l’Accademia Navale di Livorno.
Al termine sono stato destinato a bordo di nave San Marco dove ho assunto l’incarico di Capo Componente Sanitaria.
La vita di bordo è impegnativa e totalizzante, spesso mi porta in posti che non avrei mai immaginato di visitare. Ho avuto l’opportunità di lavorare in ambienti estremi, al fianco di persone straordinarie con le quali ogni attività si affronta più serenamente, un equipaggio unito che rema nella stessa direzione.
Durante il mio tempo a bordo, ho partecipato a missioni umanitarie, come il terremoto in Turchia nel 2023 e l’alluvione in Libia, portando aiuti concreti alle popolazioni colpite. Queste esperienze hanno ulteriormente confermato quanto sia importante il mio lavoro e la scelta che ho fatto.
Ripensando agli ultimi cinque anni, posso dire con orgoglio che ogni momento vissuto, ogni difficoltà affrontata, mi ha arricchito e mi ha dato la consapevolezza di fare una differenza, anche se piccola.
Nonostante questo, alle volte, più che riflettere sui traguardi su grande scala, la vera gioia viene da un post-it lasciato sulla paratia dell’infermeria da un militare di passaggio.

FONTE: Notiziario on line della Marina Militare
