L’isola di plastica del Pacifico è in condizioni ben peggiori rispetto a quanto si potesse immaginare. Lo rivela Ocean Cleanup, la fondazione olandese che sta sviluppando tecnologie avanzate per liberare gli oceani dai rifiuti di plastica.
Ocean Cleanup ha infatti appena presentato i risultati iniziali della propria prima esplorazione aerea con cui ha sorvolato la grande isola di plastica del Pacifico. La plastica si sta accumulando sempre di più tra le Hawaii e la California.
L’isola di plastica è un ammasso di rifiuti che vaga nell’oceano Pacifico. L’accumulo è noto da molto tempo, almeno dalla fine degli anni Ottanta.
La spedizione mira a misurare in modo accurato il più grande accumulo di rifiuti di plastica nel Pacifico in preparazione della sua completa pulizia che dovrà iniziare prima della conclusione di questo decennio, dunque entro il 2020.
Secondo Ocean Cleanup per capire come smantellare l’isola di plastica bisogna osservare il problema molto da vicino e riconoscerlo in tutta la sua complessità. Il progetto fu fondato nel 2013 dal 18enne Boyan Slat.
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“Anche se dobbiamo ancora avere a disposizione un’analisi dettagliata dei risultati, penso che la situazione sia ben peggiore di quanto pensassimo. Ripulire l’oceano diventa dunque ancora più urgente e dovremo eliminare la plastica per evitare la progressiva formazione di microplastiche nei prossimi anni”.
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La speranza è di riuscire a rimuovere almeno la metà della plastica accumulata in un arco di tempo di circa 10 anni. Tra i rifiuti più pericolosi che ora si trovano nell’oceano troviamo le reti da pesca abbandonate.
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Il rischio è che la soluzione all’accumulo dei rifiuti di plastica non giunga in tempo, visto che un rapporto dello scorso gennaio ha evidenziato che se continueremo di questo passo gli oceani conterranno più plastica che pesci entro il 2050.
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