Un interessante articolo di storia della II Guerra Mondiale dal sito Ocean4future
Nell’autunno del 1991, il capitano Bill Nagle a bordo del “Seeker”, un’imbarcazione da ricerca, con una squadra di subacquei ricreativi stava esplorando un sito di relitti a 60 miglia al largo della costa del New Jersey. Durante le immersioni Nagle scoprì i resti di un sommergibile, probabilmente tedesco, della Seconda guerra mondiale. Si trattava del misterioso U-869 la cui scomparsa risultava essere avvenuta però dall’altra parte dell’Atlantico. Raccontiamo questa storia del mare.
Raccontiamo la sua storia
L’U-869 fu ordinato il 25 agosto 1941, dall‘OKM (Naval High Command), come parte della settima serie di battelli da costruirsi in tempo di guerra. La chiglia fu posata il 5 aprile 1943 presso il cantiere Deschimag AG Weser di Brema e il sommergibile fu varato il 5 ottobre 1943. A seguito delle prove in mare, entrò in servizio nella Kreigsmarine il 26 gennaio 1944 e gli fu assegnato il numero di fiancata U-869. Dopo quasi un anno di addestramento in varie basi nel Baltico, subì molteplici modifiche al suo design originale, allineandolo con le migliori attrezzature disponibili nel 1944 per la classe C di tipo IX di U-Boot.
Il 26 gennaio 1944 con il numero di fiancata U-869
il sommergibile entrò in servizio
In particolare, durante i lavori di ammodernamento presso il cantiere di Stettino, effettuati dal 29 luglio 1944 al 23 settembre 1944, furono installati:
un cannone a fuoco rapido da 37 mm in sostituzione del cannone antiaereo “Vierling” a quattro canne da 2 cm sul giardinetto di poppa; |
l’aggiunta di uno schnorkel tipo Deschimag 1 retrattile per il funzionamento sommerso dei motori diesel; |
un’antenna a cestello fissa, “Bali 1”, fissata sulla parte superiore dello schnorkel e collegata al rilevatore radar in modo che anche in immersione, l’U-869 potesse rilevare le trasmissioni radar metriche nemiche; |
la riorganizzazione del ponte di prua, delle bombole d’aria e del ponte per ottimizzare le immersioni rapide; |
l’installazione di battelli di sopravvivenza sul ponte di prua; |
la rimozione delle pareti corazzate antiaeree dalla torre di comando sia dal lato sinistro che da quello di dritta. |
l’installazione del ricevitore radar Hagenuk, WanzeG2 per rilevare le trasmissioni radar metriche nemiche; |
l’aggiornamento del ricevitore radar Borkum al rivelatore Naxos con l’antenna Tunis sulla torretta per rilevare le trasmissioni radar centimetriche del nemico; |
l’installazione del radar FuMO 61 Hohentwiel da 54 cm sul lato sinistro della torretta di comando; |
L’equipaggio
Come molti U-Boot, alla fine della guerra, l’equipaggio era costituito da giovani reclute guidate da sottufficiali e ufficiali solo un pò più esperti. L’età media era infatti molto giovane, intorno ai 20 anni: dal più giovane, Otto Brizius di soli 17 anni ed Erich Tolke di 34 anni, il più anziano di bordo. Come uso sui sommergibili di qualsiasi nazione gli ufficiali dell’U 869 avevano aggiunto un loro “tocco” personale all’U-Boot. Sulla parte anteriore della torre di comando erano stati montati i cinque cerchi degli Anelli Olimpici che indicavano che il loro comandante, Kptlt. Neuerburg, si era diplomato alla Classe Navale nel 1936, ovvero l’anno in cui si erano svolti i Giochi Olimpici di Berlino.
Inoltre, come in altri U-Boot, ciascuno dei tubi lanciasiluri di prua portava il nome della moglie o della fidanzata di un membro dell’equipaggio.
Operazioni in Atlantico
Il 23 novembre 1944 l’U-869 lasciò Kiel e arrivò a Horten, in Norvegia, il 27 dello stesso mese. Ripartì il 3 dicembre arrivando a Kristiansand il giorno successivo. Dopo aver preso nuove provviste e aver riempito i serbatoi di carburante, l’U-869 partì per la sua prima missione di pattuglia di guerra il 12 dicembre 1944. Non furono registrati successi e l’11 febbraio 1945, in teoria nella sua seconda missione di guerra, se ne persero le tracce. Perso in mare per motivi sconosciuti. Dei 56 membri dell’equipaggio se ne salvò solo uno, Herbert Guschewski, che in quel periodo non era imbarcato essendosi ammalato di polmonite poco prima dell’ultima missione.
L’area di operazioni presunta era quella di Gibilterra …
in realtà il relitto fu trovato nella US East Coast
Il 28 febbraio 1945, il cacciatorpediniere americano di scorta USS Fowler e il cacciatorpediniere francese L’Indiscret condussero un attacco con carica di profondità su un contatto sommerso nell’Atlantico, vicino a Rabat, e riportarono di aver colpito un battello sconosciuto. Ma l’affondamento non fu provato e l’intelligence navale statunitense valutò che gli attacchi non avevano prodotto nessun danno (G – nessun danno). Gli investigatori del dopoguerra aggiornarono la valutazione da “G—nessun danno” a “B—Probabilmente affondata“, ritenendo che un sommergibile nemico, presumibilmente l’U-869, fosse stato affondato in quanto aveva ricevuto l’ordine di spostare la sua area di operazioni dalla costa nordamericana all’area di Gibilterra. Così sembrò chiudersi frettolosamente quel cold case.
Il cannone a fuoco rapido da 37 mm che sostituì
del cannone antiaereo “Vierling” a quattro canne
La scoperta al largo della costa degli Stati Uniti
Nel 1991, Bill Nagle, un ex sommozzatore venne a conoscenza di un relitto al largo del New Jersey e decise di organizzare una spedizione subacquea sul sito. Il 2 settembre 1991, un relitto di U-Boot non identificato fu scoperto a 73 metri (240 piedi) di profondità al largo della costa del New Jersey. Essendo un battello sconosciuto fu soprannominato U-Who e inizialmente si pensò potesse trattarsi del U-550 o del U-521.
Gli scopritori continuarono a immergersi nel relitto per diversi anni, lasciando anche tre vittime durante l’esplorazione del profondo relitto. Durante una delle immersioni fu recuperato un coltello con la scritta “Horenburg”, che in seguito si rivelò essere il nome di un membro dell’equipaggio del U-869.
Una prova inizialmente non considerata fattibile in quanto, dagli archivi degli U-Boot tedeschi, l’U-869 risultava essere stato inviato lungo le coste nordafricane. In realtà, la Marina tedesca non sapeva che quell’ordine di missione non era mai arrivato e il sommergibile era restato nella sua zona di operazioni nell’est atlantico.
Finalmente, durante le tante immersioni sul relitto furono ritrovati dei pezzi di ricambio dalla sala macchine con ancora leggibili i numeri di serie e altri codici identificativi che rivelarono, senza ombra di dubbio, che erano materiali in dotazione all’U-869. Il ritrovamento di vasellame marchiato fugò infine ogni dubbio.
Che cosa era successo?
L’ipotesi iniziale fu che fosse stato vittima di un suo siluro. I siluri tedeschi prodotti alla fine della guerra avevano una capacità di ricerca acustica per cui si ipotizzò che l’arma subacquea fosse stata inizialmente lanciata con uno schema di virata verso il suo obiettivo; avendo mancato il bersaglio, il siluro avrebbe captato il suono dell’elica del sommergibile e gli si era diretto contro affondandolo. L’ipotesi era tutt’altro che fantasiosa e poteva essere avvalorata dal fatto che:
– altri due sottomarini tedeschi erano andati perduti a causa dei loro stessi siluri: l’U-377 nel 1944 e l’U-972 alla fine del 1943.
– apparentemente non era stata segnalata alcuna attività navale nelle vicinanze, escludendo così un affondamento a seguito di un attacco.
– il danno allo scafo proveniva dall’esterno e quindi escludeva un’esplosione interna
Ma vi fu anche un’altra teoria
Gary Gentile, un ricercatore e autore di relitti, non concordò con l’ipotesi di un autoaffondamento causato dal loro stesso siluro e, a seguito di ulteriori ricerche, citò dei registri degli attacchi e i resoconti di testimoni dell’equipaggio di due cacciatorpediniere di scorta che riferirono che l’U-Boot fosse stato inizialmente danneggiato da un attacco con bombe di profondità lanciate dal USS Howard D. Crow e poi successivamente danneggiato con una carica di profondità dal USS Koiner.
La Guardia Costiera degli Stati Uniti, nella valutazione ufficiale delle prove, confermò la tesi di Gentile, assegnando l’affondamento ai due cacciatorpediniere e dai registri ufficiali emerse che l’U-869 fu distrutto l’11 febbraio 1945 proprio da quei due cacciatorpediniere statunitensi.
Ciononostante, John Chatterton, uno dei subacquei che avevano scoperto l’U-869 nel 1991, affermò su Wreck Diving Magazine che i due cacciatorpediniere avevano in realtà attaccato il relitto dell’U-869 dopo che l’U-Boot era stato colpito dal suo stesso siluro. Una tesi curiosa e difficile da dimostrare in ambedue i casi. La meccanica dell’affondamento rimase quindi in parte non chiara.
Una considerazione. A mio avviso poco importa, se non per ragioni puramente storiche; di certo i parenti di quei ragazzi seppero finalmente dove poter piangere i loro giovani figli.
Andrea Mucedola
le foto sono di proprietà di Richie Kohler
Bibliografia
Busch, Rainer; Röll, Hans-Joachim (1999). German U-boat commanders of World War II: a biographical dictionary. Annapolis, Md: Greenhill Books, Naval Institute Press.
Gary Gentile, Shadow Divers Exposed. 2006
Gröner, Erich; Jung, Dieter; Maass, Martin (1991). U-boats and Mine Warfare Vessels. German Warships 1815–1945. Vol. 2. Translated by Thomas, Keith; Magowan, Rachel. London: Conway Maritime Press
Kurson, Robert, Shadow Divers, (2004)
Siti
The Men of U869
German submarine U-869 – Wikipedia
U869 (johnchatterton.com)
Richie Kohler | Official Website
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