
Paolo Mauri
24 Aprile 2025
Martedì 22 aprile il Carrier Strike Group (CSG) 25 della portaerei “Prince of Wales” della Royal Navy” è partito per una lunga missione diretta verso l’Indo-Pacifico. La nave, gemella della “Queen Elizabeth”, ha lasciato il porto di Portsmouth insieme al cacciatorpediniere della classe Type 45 “Dauntless”, alla rifornitrice di squadra norvegese “Maud” e alla fregata norvegese “Roald Amundsen”. La fregata della Royal Navy “Richmond” e la fregata canadese “Ville de Québec” partiranno da Plymouth, mentre la petroliera ausiliaria “Tidespring” si unirà al gruppo navale nel Canale della Manica ed è noto che sarà presente anche un SSN della classe Astute.
L’operazione, denominata “Highmast”, porterà il CSG britannico a restare in mare per 8 mesi col dispiegamento iniziale di circa 2.500 militari, composti da 2.100 britannici, 200 norvegesi e un numero simile di canadesi e spagnoli. Il numero salirà a oltre 4.500 unità per le esercitazioni chiave man mano che la forza raggiungerà l’Indo-Pacifico e il Carrier Strike Group lavorerà immediatamente per la NATO con la sua prima esercitazione al largo della Francia per testarne le difese aeree. Il gruppo navale si sposterà quindi nel Mediterraneo per collaborare con una forza di portaerei a guida italiana, prima di dirigersi a Est di Suez attraverso il Mar Rosso e da lì navigare verso l’Australia e il Giappone toccando complessivamente 40 Paesi lungo il suo tragitto.
Il culmine in Giappone
Sul “Prince of Wales” sono stati imbarcati 24 caccia F-35B della Royal Air Force, nonché elicotteri antisom Merlin Mk2, elicotteri Merlin Mk4 “Commando” e tutta una serie di droni (T-150 Malloy e Puma).Secondo i piani, il CSG 25 verrà inizialmente posto sotto il comando NATO per l’esercitazione Neptune Strike, che metterà alla prova la capacità dell’alleanza di utilizzare capacità di attacco marittimo di alto livello, inclusi diversi gruppi d’attacco anfibi e portaerei successivamente il gruppo d’attacco, quando arriverà nell’Oceano Indiano, condurrà esercitazioni e visite portuali con partner come Stati Uniti, India, Singapore e Malesia, prima di unirsi alle forze di 19 nazioni per l’esercitazione Talisman Sabre in Australia, addestrandosi a fianco delle Forze di Autodifesa giapponesi ed effettuando una visita in India.
La missione, che a quanto pare culminerà in Giappone, è in linea con il partenariato per il Global Combat Air Programme (GCAP), che come sappiamo vede il Regno Unito, Giappone e l’Italia partecipare in modo paritario per sviluppare un caccia di sesta generazione.
Il gruppo d’attacco, come detto, attraverserà il Mar Rosso durante il suo viaggio verso l’Indo-Pacifico ma non è chiaro se parteciperà alle operazioni di attacco statunitensi in corso contro gli Houthi in Yemen.
Sulle rotte di nave “Cavour”
Questo dispiegamento segue quello effettuato dalla portaerei “Queen Elizabeth”, che ha guidato il Carrier Strike Group del 2021 in un viaggio di 55000 miglia nautiche dall’Atlantico orientale al Giappone e ritorno. Durante quella missione, le forze britanniche hanno interagito con oltre 40 nazioni, sottolineando l’importanza di mantenere una presenza navale globale, e soprattutto l’impegno di Londra in quella regione di globo che sta diventando sempre più turbolenta.
La missione di quest’anno, però, ha un sapore diverso proprio perché la portaerei “Prince of Wales” si eserciterà con le forze italiane e quelle nipponiche a sottolineare l’intesa industriale/politica trinazionale. Soprattutto la Royal Navy ripercorre quasi esattamente la missione svolta da nave “Cavour” l’anno scorso, quando il suo CSG ha raggiunto il Giappone toccando diversi Paesi mediorientali e asiatici e passando anche per l’Australia, dove ha avuto parte attiva nell’esercitazione Pitch Black a cui ha partecipato anche l’Aeronautica Militare.
Due portaerei, un identico difetto
Le due portaerei britanniche sembrano però nate sotto una cattiva stella: entrambe, in periodi diversi, hanno sofferto di problemi all’albero dell’elica che le hanno costrette in porto per lunghi e costosi lavori di messa a punto.
A fine agosto 2022, il giunto di accoppiamento esterno sull’albero dell’elica di dritta del “Prince of Wales” si era spaccato, causando gravi danni all’albero e all’elica, e danni minori al timone. A quanto pare, il problema di fondo non era il giunto, ma l’albero dell’elica disallineato ovvero un difetto presente sin dalla costruzione della nave. Lo stesso difetto è stato riscontrato anche anche sul “Queen Elizabeth” che ha febbraio del 2024 ha dovuto rinunciare a partecipare all’esercitazione NATO Steadfast Defender.
Le riparazioni sul “Prince of Wales” sono costate circa 25 milioni di sterline e un lungo periodo di fermo in cantiere, ma a quanto sembra ora la portaerei è stata messa a punto. Dati raccolti dal parlamento del Regno Unito sui giorni di permanenza in mare e di riparazione hanno rivelato però, a maggio 2023, che il “Prince of Wales” aveva trascorso quasi il 33% del suo tempo di servizio nella Royal Navy in riparazione mentre il tempo trascorso in mare era il 21,3%. Entrata in servizio nel dicembre 2019, la nave ha dovuto affrontare problemi costanti, come un grave allagamento nella sala macchine a seguito della rottura di un condotto principale antincendio che ha causato danni significativi ai quadri elettrici a ottobre 2020.