Dal sito Ocean4future un articolo di storia della Marina Militare
Nella primavera-estate del 1943 furono creati due distaccamenti della Decima Flottiglia M.A.S., il I° ad Augusta (Sicilia) ed il II° a Carloforte (Sardegna). Il Reparto si era coperto di gloria con le azioni dei suoi uomini fin da quando era un gruppo composto da pochi operatori subacquei, al seguito di Teseo Tesei ed Elios Toschi (gli inventori del Siluro a Lunga Corsa).
Man mano che gli Alleati avanzavano in Nordafrica e minacciavano direttamente il territorio italiano, si cercò di rinforzare al massimo le difese costiere. I due obiettivi più probabili per uno sbarco erano la Sicilia e la Sardegna, dove si accelerò il programma di costruzioni sulle coste, furono fatti affluire reparti italiani e tedeschi e furono adeguati gli aeroporti per accogliere più aeroplani.
La Regia Marina italiana contribuì allo sforzo difensivo anche con i due distaccamenti sopra citati, il cui scopo era intercettare le forze navali alleate che volessero sbarcare. Per trasportare i mezzi furono utilizzati pescherecci armati, uno dei quali, il Sogliola, fu affondato il 2 maggio 1943 a ovest dell’Asinara dal sommergibile inglese HMS Safari. Le basi sarde furono scelte in modo da dare un minimo di copertura a tutta la costa occidentale ma, visto il numero dei mezzi disponibili (11 M.T.M. Motoscafo Turismo Modificato e 5 M.T.S.M. Motoscafo Turismo Silurante Modificato), si trattava di un velo quasi impalpabile che avrebbe potuto ben poco contro la flotta alleata.
Vista della poppa dello M.T.S.M. conservato al
Museo Tecnico della Marina a La Spezia
(Immagine Andrea Grazzini)
A fine marzo 1943 il peschereccio armato Cefalo portò all’Asinara il materiale e il personale per armare quella base e con altri trasporti e movimenti interni al reparto, furono costituite le basi di Bosa Marina e Carloforte.
Le basi in Sardegna (Immagine Google Earth)
Ad aprile 1943, la base di Carloforte aveva un capannone con uno scivolo al centro del porto che fu presto abbandonata per decentrare i mezzi nel canale delle saline. La mossa si rivelò azzeccata, visto che i precedenti locali furono distrutti in una incursione aerea alleata.
Vista aerea di Cala Domestica (Immagine Google Earth)
La caletta di Domestica dove si trovano
le strutture della base costruita nell’estate
del 1943 per i mezzi della Decima Flottiglia M.A.S.
(Immagine Andrea Grazzini)
Il comandante Massarini, alla ricerca di una base più efficiente e sicura, trovò in Cala Domestica un “ottimo budello roccioso, deserto con spiaggetta, ove esiste telefono, telegrafo e radio segnalatori e ove mi trasferirò eventualmente in caso di necessità appena ci sarà sentore di sbarco.
L’ingresso della galleria adibita a deposito
siluri e officina (Immagine Andrea Grazzini)
A tale scopo ho inviato sul posto quattro slitte per M.T.M. costruite dal locale NAVALGENIO; un rifornimento completo di benzina e di poco materiale occorrente (viveri, tenda, etc.)”.
A luglio, Massarini decise di spostare tutti i suoi mezzi a Cala Domestica perché Carloforte era troppo esposta agli attacchi aerei alleati; perciò iniziarono i lavori per attrezzare la cala.
Schema generale delle sistemazioni a Cala
Domestica (Elaborazione Andrea Grazzini)
Vista aerea della Caletta con i resti delle strutture costruite nel 1943
Nel diario viene riportato:
15 luglio 1943 “alle 06:45, dopo aver ultimato il caricamento delle slitte sul peschereccio requisito Nettuno, con i quattro M.T.M. faccio rotta per Cala dove atterro alle 07:30. I lavori allo scalo non sono ancora terminati, tiro i mezzi su uno scalo di fortuna. Alle 11 giunge il Nettuno, scarico il materiale sistemandolo in un magazzino in prossimità della spiaggia. Rizzata la tenda, dove alloggio il personale in attesa della riparazione e copertura di una casetta retrostante gli alloggi del personale della vedetta.” |
17 luglio 1943 “Iniziata la sistemazione del filo per l’energia elettrica da Buggerru. Stabilisco la franchigia per squadra usufruendo della motolancia adibita al trasporto del materiale dal porto. Lavori di mimetizzazione dei mezzi”. |
19 luglio 1943 “Ultimata la pitturazione degli M.T.M. 82 e 76. Istituisco due squadre, comprendenti ognuna il personale necessario per l’eventuale messa a mare e preparazione dei mezzi. Franchigia (per squadra) dalle 16 alle 20. Con ordine del giorno interno numero 20, autorizzo il consumo di numero 14 razioni di viveri per sommergibili”. |
20 luglio 1943 “In paese, requisisco temporaneamente la Fiat 508 del signor Michele Satta (commerciante di Buggerru). Su di essa domattina partirò per Bosa. Il capocannoniere Bardi in missione a La Maddalena per il prelievo tabacchi, sapone e cuoi”. |
23 luglio 1943 “Alle 10 giunge per aggregarsi al gruppo il tenente di vascello Cugia e il sottocapo Sartoros provenienti da Cala Reale a bordo dello M.T.S.M. 250. Ormeggio il mezzo nella caletta”. |
24 luglio 1943 “alla direzione della locale miniera requisisco un argano a mano per l’alaggio dei mezzi. Controllo la sistemazione del materiale, verifica delle armi”. |
26 luglio 1943 “Lo M.T.S.M. 250 sullo scivolo per manutenzione. Ultimata la tesatura del filo elettrico dal paese, appoggiandolo ai pali della linea telefonica. Iniziato l’impianto di illuminazione dei locali. Marigenimil Cagliari fornisce metri 3000 di filo protetto”. |
Alle ore 21 assemblea, comunico alla gente la nuova situazione creatasi con le dimissioni del capo del governo (La guerra continua)”. |
27 luglio 1943 “continuano i lavori dell’impresa Martis allo scivolo e all’abitazione. Il personale coadiuva per il trasporto del materiale. Ultimato l’impianto elettrico nei locali, iniziato la costruzione a fianco dello scivolo di una grotta per il ricovero dei siluri.” |
28 luglio 1943 “Il tenente di vascello Cugia lascia la base per raggiungere Cala Reale. La motocisterna Liri richiesta con mio fono a Marina Sant’Antioco dà fondo nella baietta alle 8:05 ci rifornisce di 16 tonnellate d’acqua (vicino agli alloggi c’è una cisterna)”. |
La motocisterna Liri della Regia Marina italiana
usata per rifornire la base di Cala Domestica
(Immagine Romano Pinelli)
I resti degli alloggiamenti degli operatori della X MAS
(Immagine Andrea Grazzini)
Ad agosto 1943, il comando della Decima M.A.S. comunicava l’invio di due M.T.S.M. con il piropeschereccio Cefalo e ordinava di dislocare le forze come segue:
– Cala Reale (Asinara) 3 M.T.M. al comando del tenente Volonteri;
– Bosa Marina 2 M.T.S.M. 4 M.T.M. al comando del tenente di vascello Dequal;
– Cala Domestica 3 M.T.S.M. – 4 M.T.M. al comando del tenente di vascello Massarini con il tenente di vascello Cugia di Sant’Orsola responsabile degli M.T.M.
6 agosto 1943 “Causa mare ingrossato sposto gli M.T.M. in un punto della spiaggetta più protetto. Sistemato definitivamente il verricello. Dal direttore della Ninuccia (presumibilmente una barca locale) prendo in prestito 80 m di cavo da 6 mm per l’alaggio dei mezzi”. |
7 agosto 1943 “Non faccio i franchi per lo stato dell’allarme. Mezzi pronti in guerra”. |
10 agosto 1943 “ultimati i lavori allo scivolo e alla strada d’accesso ai mezzi; la ditta Martis continua i lavori alla piattaforma e alla galleria di ricovero siluri. Causa le peggiorate condizioni del mare, sposto i mezzi in un luogo più ridossato”. |
12 agosto 1943 “la ditta Martis ultima i lavori alla strada e alla galleria dei siluri. Continuano i lavori alle abitazioni. Alle 9:45 lo M.T.S.M. 250 salpa per Sant’Antonio dove atterra alle ore 11:30. Qui, coadiuvato dal personale specializzato, si esegue la carica e la manutenzione al siluro. Atterraggio a Cala alle ore 20:15. Dal comandante di Marina Sant’Antioco ottengo 10.000 Lire per reintegro fondo scorta”. |
15 agosto 1943 “la ditta Martis continua e ultima i lavori alla galleria dei siluri e inizia la costruzione della pista di collegamento tra detta galleria e lo scivolo. Provenienti dal piropeschereccio Cefalo e a mezzo di un autocarro dell’autoparco di Cagliari, giungono a Buggerru viveri da sommergibile, materiale di rispetto per siluri etc”. |
21 agosto 1943 “continuano i lavori della ditta Martis alle abitazioni. Proveniente da Bosa alle 8 giunge lo M.T.S.M. 248 pilotato dal secondo capo Montanari e dal sottocapo Infermiere Gattorno. Si procede al ritiro dei siluri dal magazzino della miniera in Buggerru. Tirato sullo scalo lo M.T.S.M. 248. Il mezzo ha l’invertitore di destra in avaria”. |
25 agosto 1943 “manutenzione allo scivolo e ai mezzi, invio il secondo capo Gualtieri ad accompagnare un autocarro per il prelievo del materiale del gruppo Cugia a Porto Torres; provato il compressore dei siluri”. |
26 agosto 1943 “giunge da Porto Torres il materiale del gruppo tenente di vascello Cugia. Scarico il materiale e lo avvio a Cala Domestica. Riscontro che 4 serbatoi della benzina degli M.T.M. 72, 78 e 86 sono forati. Manutenzione ai barchini. All’M.T.S.M. 248 lavori di manutenzione e di regolazione degli anticipi di accensione”. |
Il diario si interrompe qui. Dopo l’armistizio, i mezzi furono inizialmente portati a Bosa, poi a fine anno andarono a Cagliari e da lì a Taranto. Le testimonianze del passaggio dei mezzi d’assalto a Cala Domestica sono evidenti. In particolare, si nota lo scivolo, una struttura lunga circa 40 metri, perpendicolare alla linea di riva, alla cui estremità c’era un verricello per l’alaggio dei mezzi; nella stessa zona si trova un piazzale, allora presumibilmente coperto, da cui si dirama un tratto cementato lungo circa 20 metri che termina nella galleria usata come ricovero e officina per i siluri. La grotta, lunga circa 12 metri e larga fino a 4 metri, non conserva nessuna traccia del suo precedente uso. Sullo scivolo si notano ancora le tracce delle traversine per le rotaie su cui scorrevano le slitte per la movimentazione dei mezzi; ovviamente lo scivolo, si prolungava in acqua per facilitare alaggio e varo dei mezzi dalle slitte stesse.
Le strutture di Cala Domestica sono uniche in tutta Italia, in nessuna delle basi permanenti o temporanee della Decima Flottiglia M.A.S. è stato ritrovato niente che possa essere fatto risalire con certezza ed esclusivamente al reparto. Sono presenti anche due alloggi per il personale, uno dei quali ha la tipica architettura delle costruzioni della Regia Marina del periodo, mentre l’altro è un adattamento di una casa già esistente.
Andrea Grazzini e Romano Pinelli
L’articolo è un estratto del libro Buggerru in Guerra di Andrea Giacomo Grazzini – stampato in proprio. Il libro, scritto con la collaborazione di Daniele Grioni e Alessandro Ragatzu, descrive la vita a Buggerru, un piccolo paese della Sardegna, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, nell’ambito del progetto “Buggerru in guerra: 1940 – 1943”, finanziato dal Comune di Buggerru che ha anche allestito una mostra fotografica che illustra alcune delle storie locali durante la guerra e che diventerà un’esposizione permanente. Il bel libro, che raccomandiamo come strenna di Natale, può essere acquistato online su youcanprint.it, Amazon e gli altri rivenditori digitali (ISBN-13: 979-1221420555). In alternativa, è possibile ordinare il libro contattando direttamente l’autore all’indirizzo a.grazzini@gmail.com
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