La missione del ministero della Difesa negli oceani Indiano e Pacifico a bordo della fregata Marceglia. Il sottotenente Iacono: «Noi e le nostre vite sempre in mare»

di Andrea Galli
Leonardo Iacono, sottotenente di Vascello, e con quale già bell’espressione cominciamo, sottotenente di Vascello, un’espressione antica, fin da subito da campo aperto su di un orizzonte lontano, un’espressione ariosa, ebbene Iacono è uno di quelli venuti al mondo al mare. Da casa sua, a Siculiana in provincia di Agrigento, il Mediterraneo dista cinquanta metri giusti sicché infanzia in acqua, adolescenza in barca, età adulta navigando nel mondo, una sequenza itinerante perfino inevitabile, sono i percorsi della passione. Adesso per la precisione il suo mondo è l’Indo-Pacifico, l’estesa regione che comprende sia l’oceano Indiano sia il Pacifico, a bordo di un vanto del nostro ministero della Difesa, la fregata intitolata ad Antonio Marceglia (che fu tante, tantissime cose, eroe nazionale e Medaglia d’oro al valor militare nato in Slovenia e morto a Venezia); Iacono è il caporeparto delle telecomunicazioni ovvero anche e forse soprattutto la radio, e oggi che si celebra la Giornata mondiale della radio si può provare a viaggiare insieme a lui.

L’equipaggio e i missili
Dunque Iacono, a conferma della complessità del percorso di formazione necessario, ha una laurea triennale e magistrale in Scienze marittime e navali, aveva in precedenza frequentato l’Accademia navale militare, si è specializzato in appositi corsi prima di venir imbarcato. La fregata Marceglia, lunghezza di 144 metri, equipaggio di 168 militari, armata anche con cannoni, missili antiaerei e mitraglieri, dotata di hangar per due elicotteri, velocità oltre i 27 nodi, cioè 50 chilometri orari, ecco la fregata Marceglia è una delle navi protagoniste della campagna operativa (iniziata il 20 gennaio terminerà l’8 luglio) della Difesa, in un quadro, va da sé, di dirimente importanza geo-politica con molteplici obiettivi nei complessivi cinque mesi di navigazione: la valorizzazione del Sistema Italia e di conseguenza missioni di cooperazione internazionale, incontri di diplomazia navale, promozione delle nostre eccellenze fra tecnologia, cultura, industria.

Genio e orgoglio
A proposito di eccellenze, oggi è più che mai obbligatorio ricordare Guglielmo Marconi, genio autodidatta, anzi il giovane Marconi: nel luglio 1897, alla Spezia, quando aveva 23 anni egli realizzò il primo collegamento di radiotelegrafia navale della storia mantenendolo funzionante anche con una nave a diciassette chilometri di distanza; furono esordi, i suoi, ai quali seguirono le campagne oceaniche sull’incrociatore Carlo Alberto d’inizio 1900 che celebrarono le potenti evoluzioni dei rapporti tra lo stesso Marconi e la Marina. Procediamo: da Marconi a Iacono, sì, il collegamento ci sta, ognuno ha sempre il proprio ruolo sul pianeta e anche stando in mare siamo sempre tutti quanti connessi fra di noi, chi c’è ora e chi c’è stato in precedenza; allora chiediamo al sottotenente se sia corretto o sbagliato definirlo «marinaio», e questo siciliano di 27 anni dice: «Se per marinaio intendiamo una persona che sa andare per mare, sì, senza dubbio, sono un marinaio. E dopo aver cominciato a studiare il mare, a imparare come mettermi in sicurezza quando sto in mare, sono diventato ufficiale della Marina militare. Difficilmente, sono sincero, mi vedrei fuori dall’ambito navale e militare: sono esperienze intense, uniche, privilegiate, di grande responsabilità, di grande orgoglio, di grande senso d’appartenenza».

Altra domanda, che forse le potrà sembrare banale: ma senza radio, anche un colosso come la fregata Marceglia rischia di rivelarsi inutile o quantomeno gravata da una minore funzionalità? «La radio ci garantisce il continuo – continuo – flusso informativo con i comandi superiori, quindi anche con gli altri assetti aerei e navali, con i partner della Nato. La radio è imprescindibile, anche per le comunicazioni interne, dalla plancia al locale operativo fino a tutti gli altri locali». Insomma, nessun declino. «Della radio intende? No, no, no, proprio per niente. Al contrario. La radio è parte essa stessa della nostra dimensione, della nostra operatività, dello stare in mare».

Passando per gli Stretti
Per ragioni di sicurezza militare, parecchie informazioni il sottotenente di Vascello non può confidarle, ovvio; ma certo anche per quanto riguarda la radio, Iacono ci conferma la sofisticata progressione dei sistemi di sicurezza anti-intrusione specie in questo delicato viaggio nell’Indo-Pacifico che possiede due dei maggiori «choke points», quei passaggi d’acqua stretti e obbligati per spostarsi tra mari e oceani: lo Stretto di Malacca e quello di Hormuz (fra i golfi Persico e di Oman), coordinate fondamentali nel commercio marittimo globale. Dimensioni e itinerari e suggestioni e gente di infinite diverse provenienze da Corto Maltese, anzi no, il meraviglioso personaggio disegnato non amava le regole e inseguiva i tesori, senza peraltro mai trovarli, e qui l’ambiente è militare, serio, ufficiale, sicché si vada a concludere tornando da Marceglia, che andava volontario nelle missioni più ostiche, che aiutò l’Italia a liberarsi dai nazifascisti e che l’Italia dovrebbe ricordare, lui come altri, anche fuori dalle Forze armate e dalla Difesa, con maggior rispetto, con maggiore aderenza ai percorsi e alle scelte dei talenti italici, di secolo in secolo.