L’unità multiruolo HMNZS Manawanui della Marina Militare della Nuova Zelanda è affondata dopo essersi arenata nelle vicinanza del villaggio di Siumu sull’isola di Upolu, Samoa a circa 1,6 chilometri dalla costa.
La nave stava conducendo una attività di studio sulla barriera corallina quando per cause ancora da chiarire si è arenata alle ore 18:46 di sabato 5 ottobre.
Alle ore 19:52 il Comandante ha dato l’ordine di abbandono nave e lanciato il segnale di soccorso quando l’unità aveva già iniziato ad inclinarsi.
La mattina seguente, alle 6:40 di domenica, la nave era già pesantemente sbandata a dritta con una densa colonna di fumo ben visibile dalla riva.
Alle ore 08:45 circa l’HMNZS Manawanui si è capovolta ed è affondata.
A bordo erano presenti un totale di 75 persone tra equipaggio e i passeggeri che dopo il segnale di abbandono nave hanno impiegato le zattere di salvataggio e i gommoni per mettersi in salvo.
Fortunatamente, grazie allo sforzo collettivo solamente due persone hanno dovuto fare ricorso a cure ospedaliere.
La Samoa Fire and Emergency Services Authority ha prestato soccorso all’equipaggio ricevendo la gratitudine del Governo neozelandese ed ha confermato al presenza di fiamme a bordo ma che non erano comunque presenti mezzi ed equipaggiamenti per incendi in mare.
Le operazioni di soccorso hanno visto il supporto di diverse navi ed imbarcazioni tra cui la nave da crociera Queen Elizabeth e la nave posacavi francese Lodbrog.
Un P-8A della Royal New Zealand Air Force è stato subito diretto in zona per assistere le operazioni.
Le operazioni di soccorso sono infatti state complicate dallo stato agitato del mare e dal forte vento che spingeva le scialuppe e le barche verso la barriere corallina nonché dal buio della notte.Il Ministro della Difesa Judith Collins ha affermato durante in conferenza stampa che le possibilità di recupera la nave sono molto poche e che l’area che stava esplorando non era stata mappata dal 1987.
La nave era dal 2022 sotto il comando del Comandante Yvonne Gray che prima di arrivare alla Royal New Zealand Navy nel 2012 aveva servito come “warfare officer” nella Royal Navy per quasi diciannove anni.
La nave era salpata da Devenport il 28 settembre ed era previsto che tornasse il 1° novembre dopo aver svolto una serie di attività alle isole Kermadec, Samoa, Tokelau e Niue.
“Siamo molto grati per l’assistenza di tutti i soggetti coinvolti, dal RCCNZ che ha coordinato gli sforzi di soccorso, alle imbarcazioni che sono intervenute e hanno portato in salvo il nostro equipaggio e i passeggeri del Manawanui”, ha affermato il comandante della componente marittima, Commodoro Shane Arndell.
HMNZS Manawanui
L’HMNZS Manawanui era stata varata nel 2003 da un cantiere norvegese operando per l’azienda di servizi marittimi Østensjø Rederi con il nome MV Edda Fonn fino al 2018 quando è stata acquistata dalla Nuova Zelanda per 100 milioni di dollari al fine di sostituire le datate navi oceanografiche Resolution (ex-USNS T-AGOS-17 varata nel 1988 e ritirata nel 2012) e Manawanui (ha lo stesso nome ma è entrata in servizio 1988 e ritirata nel 2018).
Una volta ultimati i lavori di conversione che hanno previsto l’installazione dei sistemi di diving ed i sistemi idrografici richiesti dalla Marina, a giugno 2019 la nuova Manawanui è entrata in servizio.
Nel settembre 2022 la nave ha partecipato ad operazioni di sminamento di ordigni della Seconda Guerra Mondiale a Tubalu mentre a febbraio 2023 è andata in soccorso delle popolazioni colpite dal Ciclone Gabrielle.
La nave aveva un dislocamento di 5.741 tonnellate, una lunghezza di 84,7 metri ed una larghezza di 18 metri. La propulsione era assicurata da quattro generatori diesel che alimentano 2 propulsori azimutali e 3 eliche di manovra in grado di spingere la nave fino a 14 nodi.
Royal New Zealand Navy
Lo stato della Marina della Nuova Zelanda non è nelle migliori condizioni non tanto per il numero di navi o per la loro età quando per i cronici problemi di personale che hanno costretto la Marina a ritirare tre delle sei navi “combattenti”.
Nel 2022 il tasso di licenziamento dalla Marina ha raggiunto quasi il 17% spinto anche dall’aumento medio dei salari del settore privato (oltre 40.000 dollari statunitensi) al contrario di quello del personale arruolato che è rimasto bloccato (circa 35.000 dollari statunitensi).