104 anni fa venivano scritte le pagine di un successo italiano della Grande Guerra sul mare
10 dicembre 2021 Stefano Febbraro
A causa dello sfondamento austriaco (nell’ottobre 1917) avvenuto a Caporetto, il fronte italiano ripiegava dall’Isonzo e stabiliva una linea di resistenza sul corso del fiume Piave. Questa estrema linea di difesa era considerata vitale, poiché superata, avrebbe portato le truppe austro-tedesche in poche ore a Venezia e a Vicenza, e forse a dilagare nella Pianura Padana, disegnando terribilmente le sorti del primo conflitto mondiale. Temendo un aggiramento da parte nemica gli italiani avevano fortificato l’isolotto di Cortellazzo, posto alla foce del fiume.
E così fu. I comandi imperiali decisero di neutralizzare la posizione italiana di Cortellazzo bombardandola con i grossi calibri delle corazzate “SMS Wien” e la gemella “SMS Budapest”, navi da battaglia da difesa costiera.
Gli italiani avevano previsto tale possibilità e per questo avevano dislocato nella zona una squadriglia di Mas, piccole imbarcazioni di circa 10 metri motosiluranti molto veloci e molto manovriere al comando del capitano di fregata Costanzo Ciano; il quale intercettate le corazzate nemiche le affrontò senza infliggere loro particolari danni ma le costrinse a desistere dall’azione pianificata e a ripiegare a Trieste.
La mattina del 09 dicembre una ricognizione aerea individuò le due corazzate austro-ungariche, all’ancora nel vallone di Muggia. La notizia venne trasmessa alla Regia Marina che non si perse di animo e nella notte fra il 9 e il 10 dicembre del 1917 diede ordine al MAS 9 (comandato dal tenente di vascello Luigi Rizzo, ideatore sin dalla primavera di quell’impresa, lungamente studiata) e al MAS 13 (condotto dal Capo timoniere 1^ cl. Andrea Ferrarini) di salpare da Venezia, sotto la scorta delle torpediniere 9PN e 11PN e di attaccare le due unità nemiche a Trieste.
Giunti fuori al porto di Trieste, dopo quasi due ore di duro e silenzioso lavoro di taglio a mano, dei cavi delle ostruzioni del porto, i due MAS penetrano nel Vallone di Muggia, navigando lentamente e senza rumore utilizzando i motori elettrici. Dopo un’ultima ricognizione, destinata a confermare la mancanza di reti parasiluri nel bacino portuale, i MAS lanciano i siluri a distanza ravvicinata. Alle 2.32 la Wien affondò rapidamente colpita a centro nave, mentre la Budapest riportò solo lievi danni.
Terminata l’incursione i MAS riuscirono a sottrarsi al fuoco nemico e rientrare a Venezia. Per questa operazione militare, il Tenente di Vascello Luigi Rizzo fu insignito della prima Medaglia d’Oro al Valor Militare.
L’affondamento di questa corazzata è il primo grande successo italiano della Grande Guerra sul mare. L’azione, ben pianificata, venne abilmente comunicata e valorizzata in modo da sottolineare l’inversione di tendenza del conflitto a quasi due mesi dai fatti di Caporetto.
Ideatore e convinto sostenitore della strategia della “battaglia in porto” era l’ammiraglio Paolo Thaon di Revel (Capo di Stato Maggiore della Marina nel 1915 e nuovamente nel 1917-1919). Sempre in prima linea, il futuro Grande Ammiraglio si dimostrò costantemente aperto alle innovazioni, dall’aviazione navale ai sommergibili fino ai MAS e ai treni armati, e incoraggiò l’iniziativa dei propri marinai, non esitando a verificare di persona le operazioni di forzamento dei porti avversari. Come quando una notte del settembre 1917, si spinse, a bordo di un motoscafo, a poche centinaia di metri dalle ostruzioni triestine nel corso della redazione finale del piano di Rizzo.