In programma, dal 5 all’8 dicembre una serie di iniziative organizzate dal Museo.
2 dicembre 2015 Emanuele Bianchi
Dieci anni fa, dopo più di trent’anni di Marina al servizio del Paese il sommergibile Toti raggiungeva il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia “Leonardo Da Vinci” di Milano e iniziava la sua seconda vita.
In occasione del decennale il Museo ha organizzato una serie di iniziative aperte al pubblico dal 5 all’8 dicembre. Tra le tante attività in programma, il 7 dicembre, saranno presenti ex sommergibilisti che hanno navigato sul battello nel corso dei trent’anni di impego operativo. Lo stesso giorno l’Associazione Radioamatori Marinai Italiani allestirà una stazione radio – con nominativo speciale (II2IGTO, sigla internazionale del Toti) – per effettuare collegamenti con varie stazioni radio ubicate sul territorio. Saranno attivati collegamenti radio con il sommergibile Sauro conservato al museo Galata, il Museo Tecnico Navale di La Spezia e con molti radioamatori che trasmetteranno dalle maggiori città dove il Toti ha sostato negli anni di servizio (Augusta, Taranto, Cagliari, Messina).
La storia
I sommergibili della Marina (scopri di più) vantano una grande e antica tradizione, insieme ai loro equipaggi, una delle famiglie più gloriose della Forza Armata (scopri come entrarne a far parte). Il Toti, il primo battello fabbricato in Italia dal dopoguerra, è stato costruito alla Italcantieri di Monfalcone; l’assemblaggio ha avuto inizio l’11 aprile del 1965. Varato il 12 marzo 1967, è stato consegnato alla Marina Militare il 22 gennaio 1968. Il battello è stato progettato con caratteristiche antisottomarino (sigla NATO SSK-Submarine, Submarine Killer) ed essendo il capostipite ha dato il nome alla classe, completata in due anni dai sottomarini Dandolo, Mocenigo e Bagnolini.
L’Enrico Toti ha partecipato a moltissime missioni operative ed esercitazioni navigando, nel corso della sua vita, per più di 27.000 ore di moto e percorrendo 137.000 miglia (254.000 chilometri). Alla sua guida si sono avvicendati 34 comandanti e 10 direttori di macchina.
Caratteristiche tecniche
Il Toti era capace di raggiungere una profondità massima di 300 metri. Lungo 46 metri, largo poco meno di 5, e alto oltre 7 metri; spinto da due motori diesel Fiat, capaci di erogare 1.040 cv, più un motore elettrico da 900 cv, poteva raggiungere la velocità di 10 nodi in superficie e 14 in immersione. Il sommergibile era dotato di un armamento composto da 4 tubi lanciasiluri da 553 mm a prua per siluri elettrici filoguidati a testa autocercante A184 e 4 siluri di riserva. La classe Toti era composta da battelli di piccole dimensioni, adatti al Mediterraneo e caratterizzati da sistemi tecnici avanzati. Per un sottomarino cacciatore come il Toti gli “occhi” erano indispensabili: un dispositivo a bordo era capace di emettere e ricevere onde ultrasoniche grazie all’impianto idrofonico-ecogoniometrico, che era in grado di localizzare con estrema precisione gli oggetti subacquei.
Il sommergibile ospitava un equipaggio di 4 ufficiali, 22 sottoufficiali e marinai; generalmente al suo interno gli uomini si distribuivano in due squadre che si alternavano, rispettando turni che prevedevano quattro ore di guardia e quattro di riposo. In occasione di manovre particolarmente impegnative e di pericolo tutto l’equipaggio restava in allerta anche per molte ore consecutive.
Il 30 giugno del 1999, il Toti, terminato il servizio attivo, è stato ceduto al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, dove è conservato dal 14 agosto 2005.
Il lungo viaggio
L’Enrico Toti è arrivato nel capoluogo lombardo al termine di un lungo e complicato viaggio che ha avuto inizio dal porto di Augusta, in Sicilia (il 5 aprile del 2001) risalendo poi l’Adriatico e quindi il Po sino al porto fluviale di Cremona (6 maggio del 2001) dove ha stazionato fino all’8 agosto 2005 e grazie al lavoro del 2° reggimento Pontieri di Piacenza è stato prelevato e trasportato, via terra, fino al museo milanese.
L’ingresso in città del convoglio per il trasporto speciale richiese la chiusura di un tratto di tangenziale est. Lungo il percorso per giungere al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia fu demolito e smontato tutto ciò che poteva essere d’intralcio al passaggio: marciapiedi, aiuole, cartelli stradali e guardrail. Per superare gli ostacoli inamovibili e per prevenire eventuali cedimenti del terreno, furono usati dei ponti mobili fatti di pannelli e cavi d’acciaio.
Durante il trasporto venne impiegata un’enorme gru da 120 tonnellate e quattro gru piccole da 55 tonnellate; il convoglio era trainato da due carrelli con 240 ruote.
Il motto del sommergibile è: Vincere ad ogni costo!
Buon compleanno Toti!