Dal sito Ocean4future un bellissimo articolo sul San Marco a cura di Andrea Mucedola
Oggi 10 giugno si festeggia la “Festa della Marina Militare” istituita il 13 marzo 1939. Molti non sanno che oggi, ma nel 1965, il Battaglione San Marco ricevette la sua bandiera di combattimento.
In realtà questa punta di diamante della nostra Marina ha origini molto antiche, nell’analogo corpo di Fanti di Marina che era imbarcato sulla flotta romana (classiari milites) al quale, sin dai tempi della fine della Repubblica romana, fu riconosciuta una sua specificità, sia nell’addestramento che nell’armamento personale. Nei secoli a venire le fanterie di Marina rappresentarono sempre una componente essenziale delle capacità marittime, venendo impiegate in operazioni navali con compiti di protezione del traffico mercantile, ma anche di impiego sul terreno, come strumento di proiezione marittimo a difesa degli interessi nazionali. L’odierna Brigata San Marco appartenente alla Marina Militare italiana, trae origine dalle numerose fanterie di Marina che si sono succedute nella storia dei diversi Stati della Penisola italica, risultando presente nella maggior parte delle marine preunitarie. Nel 1550 nella Repubblica di Venezia vennero creati i Fanti da Mar, mille uomini (portati in guerra a cinquemila) come milizia da impiegare nel combattimento navale e nelle operazioni di sbarco delle navi della Serenissima. In realtà, a differenza dei classiarii romani che erano un corpo a parte, i Fanti da Mar erano marinai o soldati che all’occorrenza diventavano Fanti da Mar. Ciononostante, nell’assedio di Castelnuovo, durante la guerra di Morea del 1687, quattromila Fanti da mar furono protagonisti della vittoria contro gli Ottomani a seguito del “capitano generale da mar” veneziano Girolamo Cornaro, che riportò l’importante fortezza sotto il controllo veneziano.
Il primo personaggio raffigurato è un soldato della “Compagnia delle Galere” con l’uniforme del 1741, il secondo è un caporale dei fucilieri del Reggimento “La Marina” come vestivano nel 1744. da Regia Marina Sarda (tiscalinet.it)
L’importanza di una fanteria di marina venne compresa anche dal Ducato dei Savoia che, già dal 1560, aveva creato il Battaglione delle Galere, per proteggere le coste ducali dalle scorrerie dei pirati barbareschi. Nel Ducato le prime dieci compagnie di fanti, volute dal duca Carlo Emanuele II, vennero portate nel 1683 a quindici per poi confluire, nel 1713, nel neocostituito Reggimento «La Marina» del Regno di Sicilia savoiardo. Questa fu la prima operazione da sbarco del reggimento sabaudo, che venne completato nel 1717 inglobando anche il Battaglione delle Galere. Il Reggimento si coprì di valore a Palermo quando cinque delle sue compagnie respinsero l’assalto delle preponderanti forze spagnole, tra l’altro sbarcate di sorpresa, contribuendo a mantenere l’isola in mano sabauda fino al 1720. Un esempio che fu imitato, nel 1735, nel Regno di Napoli con la costituzione di un Battaglione di Marina detto delle navi e galere. Il Reggimento del Regno di Sardegna fu impiegato contro l’invasione delle forze napoleoniche in Liguria, ottenendo grandi meriti nella difesa di Oneglia. Il 26 gennaio 1815 il Reggimento “La Marina” fu inserito nella costituita Brigata di Marina della Marina Sarda, combattendo, nel 1848, alla prima guerra di indipendenza, nelle battaglie di Novara, Goito, Pastrengo e Peschiera. Rinominato Battaglione “Real Navi”, poi temporaneamente sciolto, fu quindi ricostituito, dietro volontà di Camillo Benso conte di Cavour, nel 1861 come Fanteria “Real Marina” della Regia Marina.
In quegli anni il Battaglione affinò la sua capacità di «truppa da sbarco» che la differenziava dalle truppe regolari sul territorio. Sulle unità della Regia Marina continuò ad esistere come specializzazione quella del «fuciliere», marinai in forza alle singole navi particolarmente abili col moschetto, raggruppati a bordo delle navi maggiori in «unità speciali», che affiancavano, al lavoro di marineria, la capacità di combattere a terra. Si trattava di compagnie multi ruolo, che comprendevano soldati, minatori e persino specialisti in artiglieria.
Dopo aver combattuto nel 1879 in Tunisia e nel 1889 nell’isola di Creta, i fanti del San Marco parteciparono all’operazione forse più importante dell’epoca ovvero il primo dispiegamento italiano in Cina (1900) per contrastare la rivolta dei Boxer. Gli uomini del contingente operarono in un gruppo di forze internazionali, alla guida del sottotenente di vascello Ermanno Carlotto, cercando di mantenere aperti i collegamenti tra Tien Tsin e Pechino. Il 27 giugno Ermanno Carlotto perì in combattimento, ricevendo la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Come d’uso il suo nome fu assegnato ad una cannoniera, che fu poi impiegata, più di vent’anni dopo, nello stesso teatro cinese.
Nel 1911 i reparti di fanteria di marina furono schierati in Grecia, attaccando delle torpediniere nella baia di Prevesa, ed in Libia, con l’ordine di bloccare le coste, evento che diede inizio al conflitto italo-turco. I 1605 uomini della fanteria di marina sbarcarono nei pressi di Tripoli al comando del capitano di vascello Umberto Cagni, dopo che la città era stata bersagliata dal fuoco dell’artiglieria navale.
Marinai negli avamposti di Tripoli – Fonte L’Illustrazione italiana n° 43 del 22 ottobre 1911 – Autore Aldo Molinari foto scattata a Tripoli all’epoca governatorato italiano
Marinai negli avamposti di Tripoli.jpg – Wikipedia
Seguì la conquista, il 4 ottobre 1911, di Tobruch, e nei giorni seguenti di Tripoli, Derna, Bengasi e Homs … vittorie che quei valorosi pagarono a caro prezzo.
La battaglia del fiume Piave, giugno 1918. Un gruppo di valorosi fanti della Brigata Marina all’ingresso delle loro trincee, Fronte del Piave – Autore fotografo della marina britannica The Battle of the Piave River, June 1918 Q19087 – 1º Reggimento “San Marco” – Wikipedia
Durante la I guerra mondiale, nel 1915, fu costituita, in via non ufficiale, la “Brigata Marina“, un corpo composto da un reggimento di tre battaglioni di fucilieri (poi aumentati a cinque), e da un’unità di artiglieria. La Brigata fu impegnata nella difesa di Venezia, città che subì diversi attacchi dagli Austriaci con assalti via mare e via terra. Vista l’importanza strategica della città, ed il grande pericolo che correva, vennero raccolti alla difesa tutti i marinai distaccati nella zona di Venezia, per costituire una brigata di fucilieri di marina, che mantenne il nome di “Brigata Marina“. In pratica, tre battaglioni di fucilieri (Monfalcone, Grado e Caorle) ed uno di artiglieria vennero raccolti in un reggimento, che fu subito impegnato in battaglia. Dopo i primi scontri sostenuti dal Monfalcone, un quarto battaglione venne aggregato al reggimento, composto da marinai provenienti da Messina e La Spezia, col nome di Golametto che ricacciò più volte in mare i pur determinati soldati austriaci. Il loro contributo sul fronte del Piave fu di 384 caduti e più di 1.500 feriti e mutilati ma il coraggio e la forza degli uomini impiegati in quelle battaglie divenne leggendario.
Nasce il San Marco
Con la fine del conflitto, furono riconosciuti i meriti della “Brigata Marina”, che nel 1918 ricevette finalmente la bandiera di combattimento. A partire dal 17 marzo 1919, con decreto di Vittorio Emanuele III di Savoia, la Brigata fu costituita come “Reparto di Fanteria di Marina“. Nacque così il 25 marzo 1919 ufficialmente il “San Marco” 1.
Reparto del San Marco schierato nella caserma Carlotto a Tien Tsin, Cina
Battaglione San Marco (Tientsin).jpg – Wikimedia Commons
Caserma Carlotto, a Tien Tsin, 1939
Caserma Ermanno Carlotto.jpg – Wikimedia Commons
All’inizio del 1925 il “San Marco” ritornò in Cina, a Tien Tsin, per tutelare il territorio in concessione ai residenti italiani, dove permanevano numerosi interessi commerciali italiani nell’area orientale. I 300 fucilieri (su 1500 totali) furono ospitati nella Caserma “Ermanno Carlotto”, andando a costituire il “Battaglione Italiano in Cina“.
Nel 1936 il “San Marco” fu impegnato su diversi fronti: contro l’Impero etiopico, a Tangeri e nello sbarco in Albania (1939). Il reggimento ebbe un ruolo di primissimo piano nelle campagne coloniali italiane e nella seconda guerra mondiale, venendo impiegato sia nell’Egeo che in Africa, partecipando anche alla difesa di Tobruch.
Caserma Ermanno Carlotto a Tientsin, con marò nell’anno 1939 – proprietario Luca Invernizzi foto di famiglia Verzeri
Portico Caserma Ermanno Carlotto.jpg – Wikimedia Commons
Durante la seconda guerra mondiale, già dal 15 agosto 1939, il San Marco venne radunato a Pola dove venne ristrutturato dal 1940 come reggimento composto da due battaglioni (“Grado” e “Bafile“). Nel novembre 1942 le forze della fanteria di marina occuparono la Corsica e Tolone, nel contesto della più ampia Operazione ANTON, con lo scopo di sottrarre al controllo del Governo di Vichy il sud della Francia. Durante tutta la guerra il reparto, talvolta operando strettamente con la 10ª Flottiglia MAS, fu un reparto di prima linea al servizio di SUPERMARINA. Dal 10 gennaio 1943 il reggimento San Marco fu di nuovo riorganizzato in sette battaglioni: “Grado”, “Bafile”, “Tobruch”, “Caorle“, reparti di fanteria da sbarco, a cui si aggiungevano i reparti speciali “Reparto Mobile MILMART – Centurione Porcelli” (artiglieria marittima), plotone “G” (genieri) e il plotone “N.P.” (nuotatori-paracadutisti).
Sbarco delle truppe del San Marco a Tobruch, Africa, 1942
Italian marines disembarking in Tobruk harbour 1942.jpg – Wikimedia Commons
L’8 settembre 1943, con la firma dell’armistizio, i reparti rimasti in forze nel Regno d’Italia furono ricostituiti nel gennaio 1944 come Reggimento Marina “San Marco”, facente parte della Marina Cobelligerante Italiana. Essi furono inseriti nella II Brigata del Corpo Italiano di Liberazione, combattendo sul fronte di Cassino, fino ad essere congiunti, a partire dal 24 settembre 1944, nel Gruppo di Combattimento Folgore e furono insigniti dell’onore di entrare per primi nella città di Venezia liberata. La parte del reggimento rimasta in Cina, dopo l’8 settembre 1943, ricevette l’ordine da Roma di affondare le unità navali, distruggere gli archivi ed arrendersi (vedi articolo Giapponesi contro Italiani: uno scontro dimenticato). La caserma venne circondata da ingenti forze giapponesi e gli uomini del Reggimento nonostante l’ordine di non combattere contro i Giapponesi, tentarono di resistere. A causa delle preponderanti forze nemiche alla fine dovettero arrendersi e vennero in gran parte internati in Manciuria, salvo 170 che decisero di collaborare con i Giapponesi e furono mandati a lavorare nei cantieri navali.
Nella Repubblica Sociale Italiana fu istituito il 3º Reggimento “San Marco” inquadrato nella Marina Nazionale Repubblicana, che fu però sciolto nel maggio 1944 nella Divisione fanteria di marina Xª. A differenza del Reggimento “San Marco”, che dipendeva dalla Regia Marina, la Divisione “San Marco” era quindi parte dell’Esercito Nazionale Repubblicano ed il suo unico labile collegamento con il “San Marco” originario era la presenza nelle sue file di circa un centinaio di volontari provenienti dal disciolto Battaglione “Caorle”, che vennero impiegati sul fronte della Linea Gotica. Alla fine delle ostilità, le forze da sbarco della Marina ricevettero la medaglia d’oro al valore militare, per l’eroismo mostrato in azione.
La riorganizzazione nel dopoguerra
Nell’immediato dopoguerra (1951) i Fucilieri di Marina vennero riuniti ai neocostituiti Lagunari nell’unità interforze Esercito-Marina denominata Settore Forze Lagunari, stanziata a Villa Vicentina, presso Udine, e composta da due battaglioni, il Piave e il Marghera; i “marò” del San Marco costituivano la compagnia anfibia, mentre i lagunari dell’esercito la compagnia autoportata. Nel novembre 1951 furono di nuovo in prima linea, questa volta in una missione di pace, prestando per primi il soccorso agli alluvionati del Polesine.
Il soccorso agli alluvionati del Polesine: L’intervento del Battaglione San Marco che trasporta pietre per ricostruire gli argini – Fonte Frittoli, Edoardo (2015-11-13) “13 novembre 1951. La catastrofe del Polesine
Battaglione San Marco – Alluvione del Polesine (1951).jpg – Wikimedia Commons
Nel 1956 l’Unità venne sciolta e la componente dell’esercito, a partire dal 1º luglio 1957, venne riorganizzata nel Battaglione Isonzo, un’unità meccanizzata (di cui un gruppo su tre anfibio) unita, dopo soli due mesi, nel Raggruppamento Lagunare con i battaglioni anfibi Marghera e Piave, di fatto gettando le basi per la costituzione del Reggimento Lagunari Serenissima. I vertici della Marina decisero di ricostituire il San Marco, come battaglione, nel 1964 che ricevette la bandiera di combattimento il 10 giugno 1965. La sua base venne trasferita a Taranto, presso i Baraccamenti Cugini e, dal luglio 1971, fu poi spostata nel castello di Brindisi, all’interno della Stazione Navale, raggruppato con la III Divisione navale, insieme a tutte le altre unità anfibie della Marina.
Il 15 marzo 1983, 33 anni fa, Filippo Montesi, un marò di leva del battaglione “San Marco”, durante la missione ITALCON “Libano 2”, venne colpito durante un’imboscata mentre si trovava in azione di pattugliamento notturno sulla via dell’aeroporto di Beirut, nei pressi del campo profughi palestinese di Burj el-Barajneh. Fonte … senza colonne news/Quotidiano Nazionale – cronaca, 2016
Quotidiano Nazionale
Nel 1982 il battaglione “San Marco” fu riorganizzato dallo Stato Maggiore della Marina, strutturandolo su un Gruppo Operativo, articolato su due compagnie di 150 uomini ciascuna, un Gruppo Scuole ed una serie di servizi (per complessive 600 unità). Non passò molto che fu ridislocato all’estero, in Libano, nell’ambito della missione di pace UNIFIL, dove purtroppo perse la vita il marò Filippo Montesi nei pressi del campo profughi palestinese di Burj El Barajneh mentre era in pattugliamento in prossimità dei campi profughi
Un mezzo del San Marco Mentre lascia Tallil AB Iraq, all’inizio del servizio di scorta del convoglio come partner della coalizione a sostegno dell’Operazione IRAQI FREEDOM … immagine USAF autore Sergente Mark Bucher
Italian military Iveco 40.10WM.jpg – Wikimedia Commons
Nel 1987 il conflitto Iran-Iraq si estese alle rotte commerciali del Golfo, arrivando a minacciare gli interessi dei paesi occidentali quando gli Iraniani accusarono Arabia Saudita e Stati Uniti di supportare militarmente l’Iraq, e cominciarono a colpire le navi occidentali in transito. L’Italia intervenne il 3 agosto dopo l’assalto iraniano alla nave italiana Jolly Rubino. Nel 1991 il battaglione San Marco fu impegnato in ruoli di supporto nella guerra del Golfo e continuò ad essere presente nei due anni successivi in Somalia nell’operazione congiunta RESTORE HOPE. Oltre a queste missioni internazionali, il San Marco fu sempre presente in Kossovo, Albania e in Eritrea, come forza deterrente durante la guerra tra Etiopia e Eritrea.
Una punta di eccellenza della Marina Militare italiana
La forza da sbarco della Marina Militare, dal 1º marzo 2013 è stata rinominata Brigata marina “San Marco”, sempre con sede a Brindisi, ma basata su tre Reggimenti, ed ammonta complessivamente a circa 3.800 marinai con iI 1º Reggimento che svolge la componente operativa con VFP4 e Sottufficiali volontari della Marina Militare di Taranto. Dopo un periodo di incorporamento di due settimane, effettuano un primo corso di 4-5 settimane.
Coloro che superano il corso vengono inviati alla Caserma Carlotto per il corso di specializzazione presso il Battaglione Scuole Caorle. L’addestramento prevede una prima fase di otto settimane per l’addestramento fisico, ed una seconda di 12 settimane che comprende i Corsi Tecnici. In questa seconda fase le Reclute vengono addestrate alle varie attività peculiari tra cui: arti marziali, lezioni e conferenze, addestramento anfibio, esercitazioni con elicotteri, impiego di armi individuali e di Reparto in dotazione alla Forza da Sbarco, combattimento terrestre diurno e notturno, topografia, dottrina anfibia, attività anti-NBC ed altre esercitazioni complesse.
Nel confronto con forze analoghe hanno dimostrato una grande capacità e flessibilità di impiego che li rende uno dei pochi reparti militari europei in grado di poter condurre simultaneamente ed indipendentemente (senza l’intervento di altri reparti) azioni via mare (sbarco), via terra (attacchi meccanizzati e di artiglieria) e via aerea (come truppe aviotrasportate, grazie agli elicotteri in dotazione al reparto Eliassalto).
Auguri alla Marina Militare, e al Reggimento San Marco, “Per Mare Per Terram”, sempre al servizio del nostro Paese in tutti i mari del mondo.
Andrea Mucedola
Foto da wikipedia – wikimedia commons e dal sito ufficiale della @ Marina Militare italiana
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Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).