Nuovi sottomarini per i reparti speciali russi
I commando della Marina Militare russa potrebbero ricevere i nuovi sottomarini Progetto 650E proposti dalla Malachite Design Bureau. Le unità con un dislocamento di sole 720 tonnellate, sono state progettate esclusivamente per le operazioni clandestine dei reparti speciali russi. Le nuove unità sono considerate un’evoluzione del Progetto 865 Piranha, denominazione Nato classe Losos, in servizio negli anni ‘90. Un modellino del Progetto 650 è stato svelato lo scorso marzo durante la Langkawi International Maritime and Aerospace (LIMA) 2017, in Malesia, la più grande manifestazione di settore nell’area Asia-Pacifico. I nuovi sottomarini, che dovrebbero essere noti in Russia come Super Piranha saranno equipaggiati con missili da crociera. Scarsi i dettagli fino ad oggi diramati da Mosca che, ad oggi, non ha ancora ufficialmente siglato alcun accordo con l’United Shipbuilding Corporation. Secondo Izvestia, il P-650E è concepito con desing modulare per diverse configurazioni operative.
I Piranha, realizzati in una lega di titanio, erano armati con due mine e due siluri. Lunghi trenta metri, potevano raggiungere una profondità massima in immersione di 200 metri ed una velocità di 6,6 nodi in immersione. La loro autonomia stimata era di mille miglia nautiche o dieci giorni. I Piranha avevano un equipaggio di tre unità e potevano ospitare fino a sei commando.
I Super Piranha saranno molto più grandi con una lunghezza complessiva di 55-57 metri, una larghezza di 6,4 metri ed una capacità massima di immersione stimata di 300 metri. Potranno raggiungere i 20,5 nodi con un’autonomia di duemila miglia nautiche. Saranno armato con quattro siluri da 533 millimetri, otto siluri da 400 mm e dodici mine. L’equipaggio sarà composto da nove unità e potranno essere trasportati fino a sei commando. I mini sottomarini della famiglia Piranha (T, U-130 e Piranha-2 con propulsione indipendente dall’aria, tutti rimasti sulla carta), sono stati appositamente progettati per le operazioni clandestine delle forze speciali russe. Il Progetto 865 Piranha è stato chiuso nel 1999 con sole due unità costruite: l’MS-520 e l’MS-521. L’ammiragliato russo vorrebbe schierare unità Super Piranha nel Mar Baltico, nel Mar Nero, nel Mar Caspio e nel Mediterraneo
Nuovi sottomarini a secco per i Navy Seal
Lockheed Martin, in collaborazione con Submergence Group LLC, produrrà i sommergibili da combattimento a secco (DCS o Dry Combat Submersibles) per i Navy Seal. Il sottomarino a secco, progettato per ridurre la fatica e l’esposizione ad elementi come l’acqua fredda o ghiacciata, sarà lungo al massimo 31 piedi (9,7 metri) e dotato di una completa suite di sensori tra sistemi di navigazione, giroscopi, sonar e che implementi la tecnologia anti-collisione. I nuovi asset, grazie alla nuova batteria al litio da 60 ore, potranno operare a distanze e profondità maggiori rispetto agli attuali SDV. A differenza delle precedenti tecnologie per le batterie agli ioni di litio, questa offre una maggiore stabilità e garantisce la sopravvivenza di tutti i sistemi di bordo grazie ad una di gestione termica che previene l’instabilità delle cellule. Secondo i termini del contratto, lo Special Operations Command ha staccato un assegno da 166 milioni di dollari a Lockheed Martin per la realizzazione di tre DCS, pesanti trenta tonnellate. I lavori sono in corso a Plymouth, nel Regno Unito ed Palm Beach County, in Florida.
Nel 1994, il Pentagono ha stanziato 524 milioni di dollari per la costruzione di una nuova flotta di sei sottomarini da 65 piedi per le operazioni segrete dei Seal. Nove anni dopo, il programma toccò la cifra record di due miliardi di dollari con consegne non ancora iniziate.
Nel 2011, il SOCOM decise di lanciare un programma per mini-sottomarini a secco noto come Dry Submarine Program. I Navy Seal erano alla ricerca di un nuovo minisottomarino a secco per l’infiltrazione delle piccole unità sulle coste nemiche ed in ambienti ostili. Il Comando Operazioni Speciali degli Stati Uniti o SOCOM ha testato vari prototipi. Lo Swimmer Delivery Vehicle dei Seal, è fondamentalmente un sottomarino non sigillato. Gli operatori sono immersi nell’acqua: tra i Seal è chiamata anche la bara allagata. Nella prefazione dello Special Operations Command per il Dry Submarine Program si legge: “Il nostro obiettivo è di portare a termine le nostre missioni e schierare operatori al meglio delle loro condizioni. Farli restare al caldo ed asciutti, mentre aspettano di entrare in azione, riuscendo anche a conversare liberamente tra di loro, è fondamentale per la riuscita della missione”.