Un interessante articolo dal sito Insideover
Davide Bartoccini
4 Settembre 2024
Perché i sottomarini lanciamissili riemergono completamente ricoperti di alghe tanto da sembrare dei “sottomarini fantasma“? Una combinazione di necessità operative, tecnologia, agenti naturali. Lo scorso settembre un sottomarino nucleare classe Vanguard della Royal Navy, vettore d’importanza cruciale per la triade nucleare del Regno Unito, è ricomparso in superficie al largo della base navale di Clyde in uno stato inquietante. Sui social il sottomarino venne commentato spesso come “tornato nello stato di uno zombie”. Un “vascello” sommerso fantasma da film post-apocalittico. In realtà l’aspetto provato di quel sottomarino lungo 150 metri e carico di missili balistici intercontinentali Trident II non fece altro che dimostrare la capacità di resistere alle condizioni imposte dalla missione di lungo dispiegamento in immersione.
La capacità di rimanere in immersioni per periodi così lunghi è infatti un chiara testimonianza della tecnologia avanzata che è stata sviluppata per consentire a questi mezzi strategici di operare in autonomia, e della resistenza dei loro equipaggi perfettamente addestrati a sopportare l’isolamento in caso di una missioni complesse come l’extrema ratio di dover scomparire sotto i flutti per raggiungere – da ogni latitudine e longitudine – i punti previsti, e spesso prefissati, per lanciare i missili balistici armati di testate nucleari in un attacco preventivo o in un second strike. Come risposta ad un attacco nucleare avversario.
Come sottomarini fantasma…
Riemerso dagli abissi come un sottomarino fantasma, l’SSBN classe Vanguard in questione venne immortalato con uno strato di alghe e residui marini che colpì non poco l’attenzione degli osservatori. Lo scafo, oltre la linea di galleggiamento, appariva di un “bianco pallido con tratti di verde” causato dall’accumulo di alghe e dallo stabilirsi di una colonia diffusa di cirripedi: un infraclasse di crostacei parassiti che infestano abitualmente scafi e il manto delle balene. Ma quel che destò maggiore interesse era la mancanza di alcune piastrelle anecoiche, una mancanza tipica delle missioni di lungo dispiegamento.Le piastrelle anecoiche sono “progettate per assorbire le onde sonore del sonar attivo”e riducono al minimo i “suoni emessi dal sottomarino per ridurre le possibilità che venga rilevato tramite il sonar passivo”. In breve sono dei piccoli pannelli isolanti di cui è ricoperto lo scafo. Un ex-comandante della Royal Navy ha suggerito, dopo aver visionato le immagini dell’ultimo sottomarino fantasma, che un tale aspetto poteva essere associato allo svolgimento di una lunga operazione in “acque calde“, a ridosso di “coste con acque poco profonde e a velocità molto basse“. Magari nel Pacifico, dove le Marine occidentali stanno aumentando la loro presenza a causa delle nuove tensioni con il Dragone cinese. Ma sono solo ipotesi.
La missione di un sottomarino nucleare
La Marina britannica – che mira a tornare ai vecchi fasti della sua potenza passata -possiede una flotta di sottomarini che conta 7 unità d’attacco classe Astute e una classe Traflagar, e 4 sottomarini nucleari lanciamissili classe Vanguard. Tutti armati con un massimo di otto testate nucleari Trident.
Il loro compito è “trasportare” la deterrenza nucleare del Regno Unito in alto mare, per consentire a Londra d’impiegare armi strategiche in qualsiasi momento, contro qualsiasi obiettivo, da qualsiasi angolo del globo. Queste 4 unità sono l’HMS Vanguard (S28), HMS Victorious (S29), HMS Vigilant (S30) e HMS Vengeance (S31).
Gli spostamenti dei sottomarini nucleari lanciamissili sono di coperti di norma dalla segretezza. Una pratica standard per la Royal Navy. Nel 2022 il quotidiano The Guardian riferì che due sottomarini britannici classe Vanguard erano stati “schierati in mare per una durata record di cinque mesi ciascuno“. Già in quella occasione un comandante della Royal Navy in pensione che era stato al comando di sottomarini nucleari classe Polaris durata la Guerra Fredda, aveva dichiarato come questi lunghi schieramenti potesse avere “gravi implicazioni per la moralità dell’equipaggio e gli standard di sicurezza“. Secondo quanto riportato, le missioni di lungo dispiegamento dei sottomarini nucleari della Royal Navy inviati in pattugliamento stanno diventando più frequenti. E questa scelta dell’Ammiragliato britannico può avere due conseguenza. Una positiva e una negativa: la positiva è che gli equipaggi e i mezzi che vengono messi alla prova possono considerarsi “pronti” a prendere parte ad operazioni molto complesse, avendo affrontato nei lunghi periodi di completo isolamento e navigazione silenziosa in tutte le condizioni estreme a cui potrebbero andare incontro. La negativa è che queste missioni “mettono alla prova la resistenza degli equipaggi, ma danno chiaramente un duro colpo agli stessi sottomarini” e il rischio è dunque quello di sottoporre a uno stress non necessario quegli stessi mezzi e quegli uomini e donne che non possono essere rimpiazzati – data la loro singolarità – così facilmente.