Dal sito Meta-Defence.Fr un approfondimento sul tema a cura di Fabrice Wolf

Mentre la Grecia prosegue il suo programma di modernizzazione navale di fronte alla rapida espansione del complesso militare-industriale turco, recenti resoconti di trattative tra Atene e Roma per l’acquisizione di due fregate FREMM italiane di seconda mano per la Marina ellenica hanno suscitato alcune preoccupazioni negli ambienti della difesa francese.
A prima vista, questa acquisizione potrebbe sembrare compromettere il rapporto strategico pazientemente costruito tra Parigi e Atene, in particolare per quanto riguarda l’ordine di una quarta fregata FDI e la prospettiva di ulteriori cantieri navali.
Tuttavia, un’analisi attenta dimostra che non si tratta di una battuta d’arresto, bensì di un’opportunità per rafforzare le sinergie di difesa intraeuropee, approfondire la cooperazione trilaterale e, in ultima analisi, consolidare la presenza strategica della Francia nel Mediterraneo orientale.
L’acquisizione delle FREMM italiane da parte della Grecia: complementarietà, non concorrenza, con gli investimenti diretti esteri francesi
L’offerta relativa alla Carlo Bergamini e Virginio Fasan — le prime due FREMM della classe italiana — rispondono a un’emergenza greca: quella del tempo. Di fronte a una modernizzazione accelerata della Marina turca e a un contesto strategico sempre più complesso, la Grecia ha la chiara e immediata necessità di colmare un crescente divario di capacità.

Sebbene le fregate francesi FDI (tre delle quali sono già state ordinate) offrano una chiara superiorità tecnologica, la loro costruzione e consegna richiedono diversi anni. Al contrario, le FREMM italiane, sebbene più vecchie e meno avanzate, sono immediatamente disponibili, convenienti e pienamente operative: una soluzione pragmatica a breve termine che consente alla Grecia di mantenere subito la sua presenza navale.
Da una prospettiva più ampia, queste unità non competono con le IDF francesi, ma le completano. Permettono di colmare immediatamente il vuoto operativo, dando al contempo il tempo alla Marina ellenica di accogliere le sue unità più avanzate. Questa acquisizione potrebbe addirittura renforcer L’interesse di Atene per una quarta IDF, stabilizzando la situazione a breve termine e garantendo la continuità del suo programma di trasformazione navale.
Rafforzare le sinergie della difesa europea
Da un punto di vista più strategico, l’offerta italiana dimostra una realtà essenziale: i Paesi europei sono sempre più capaci di agire con agilità e solidarietà di fronte alle sfide comuni alla sicurezza. La capacità dell’Italia di rendere operative rapidamente le fregate e il progresso tecnologico della Francia nella costruzione navale non si escludono a vicenda; si uniscono per formare una base coerente per una difesa europea più reattiva.

Le sfide poste dall’evoluzione strategica della Turchia (la sua crescente autonomia dalla NATO, le sue ambizioni regionali) non sono solo un problema greco. Riguardano tutti i partner mediterranei ed europei. Pertanto, la cooperazione tra Francia, Italia e Grecia non dovrebbe essere vista come una rivalità commerciale, ma come una responsabilità condivisa nel mantenimento della stabilità regionale. È in questo contesto che il accordi di difesa tripartiti assumono il loro pieno significato. Esercitazioni congiunte, programmi industriali sviluppati congiuntamente, condivisione di intelligence e una maggiore integrazione logistica consentirebbero un’interoperabilità europea più fluida e credibile. Ciò rafforzerebbe la capacità di deterrenza regionale e affermerebbe la maturità strategica dell’Europa di fronte agli attori esterni.
Una vittoria strategica per la Francia
Gli interessi francesi vanno ben oltre la mera logica contrattuale. La Francia si è sempre posizionata come una delle principali potenze del Mediterraneo, dotata della capacità militare e politica di intervenire in teatri operativi complessi, dal Levante alla Libia. La Grecia, attraverso il partenariato strategico franco-ellenico, costituisce un tramite essenziale di questa presenza e un partner affidabile, che condivide le priorità geopolitiche francesi.

Ogni rafforzamento delle capacità navali greche – sia da parte della Francia, dell’Italia o di altri Paesi europei – sostiene la visione strategica dell’autonomia europea in materia di difesa.
Promuove una presenza europea credibile nel Mediterraneo orientale, migliora l’interoperabilità con la Marina francese e rafforza la cooperazione industriale nel continente. La Francia rimane ancora oggi l’unico partner in grado di offrire ad Atene capacità di difesa navale e aerea all’avanguardia, dalle fregate FDI a Rafale.
Conclusione: vedere più grande
Invece di considerare l’accordo sulle FREMM italiane come una battuta d’arresto, la Francia farebbe bene ad accoglierlo come un segnale positivo. Dimostra un sistema di difesa europeo in via di maturazione, capace di reagire in modo flessibile e concertato alle minacce comuni. Questo è un progresso strategico, non una regressione.

Questo episodio mette in luce l’urgenza per la Francia di accelerare le scadenze delle proprie esportazioni, di innovare il proprio modello industriale e di rafforzare la cooperazione con le altre potenze europee in una logica di architettura di sicurezza condivisa. La difesa dell’Europa non si basa più su isolati accordi bilaterali, ma sulla coesione multilaterale, di cui il partenariato franco-greco resta un pilastro centrale.
In sintesi, sostenere le urgenti necessità di Atene, indipendentemente dal fornitore, è in linea con gli interessi strategici francesi. Ciò garantisce che la Grecia rimanga un partner credibile, competente e fiducioso in una regione cruciale per la sicurezza europea. Una marina greca più forte non rappresenta una minaccia per l’influenza francese: è piuttosto una risorsa importante.
Ioannis Sidiropoulos, LL.M (LSE, UvA) è un avvocato nonché ricercatore non residente presso l’Accademia diplomatica dell’Università di Nicosia.




