La Rosa dei Venti rientra tra i simboli più diffusi nella nautica, ma non solo, è, infatti, ricorrente nelle varie pubblicità, nei libri o nei quotidiani; tutti ne abbiamo vista almeno una, ma qual è il vero significato e da dove nasce?
La rosa dei venti è un diagramma, apparentemente molto semplice, che rappresenta la provenienza dei venti. Il suo nome deriva dalla disposizione dei rombi, sovrapposti come i petali di una rosa. La riproduzione a noi più nota è quella ad 8 punte, ognuna delle quali identifica un punto cardinale (primario o secondario) ed un vento caratteristico del mar Mediterraneo;
Fin qui non troviamo nulla di nuovo, ma qual è la storia della Rosa dei Venti?
Ai tempi di Omero, la navigazione mediterranea, si svolgeva prevalentemente utilizzando punti di riferimento costieri noti e visibili, mentre, nelle rare traversate in alto mare, era generalmente sufficiente osservare la posizione del sole o delle stelle. In caso di cielo coperto, invece, l’unico aiuto ai naviganti era rappresentato dalla propria conoscenza dei venti che, spirando da direzioni generalmente costanti, permettevano di seguire le rotte desiderate. Ai greci furono i primi ad orientarsi con ben otto venti (Boreas il Nord; Kaikias il Nord-Est; Apeliotes, l’Est; Euros, il Sud-est; Notos, il Sud; Lips, il Sud-Ovest; Zephyros, l’Ovest; e Skiron il Nord-Ovest) e generalmente facevano coincidere ogni vento con la direzione da seguire per una particolare rotta. La Torre dei Venti d’Atene era considerata un enorme rosa dei venti sulla quale, otto creature semidivine indicavano le direzioni dei venti.
Plinio, studioso romano ed esperto di navigazione, riprese gli studi ellenici e rappresentò una Rosa dei Venti ad 8 punte specifica per i naviganti, nel I secolo d.C.. poi, fu il primo a tradurre i nomi in latino.
Solo nell’anno 1000 però ci fu un nuovo progresso delle tecniche di navigazione ed una nuova evoluzione della rosa dei venti, dovuto dal crescente traffico commerciale con l’Oriente, che stimolò il perfezionamento dei sistemi di navigazione in generale; anche se, la creazione di una bussola efficace da impiegarsi a bordo delle navi, molto probabilmente risale solamente al XIII secolo, dimostrato dall’esistenza di una carta nautica con una rosa dei venti divisa in ben 64 settori, ottenuti dividendo gli otto venti classici (ormai nominati, da Nord in senso orario: Tramontana, Greco, Levante, Scirocco, Ostro, Libeccio, Ponente, Maestro) in quattro Quarte ciascuno.
Ma perché proprio questi nomi?
I nomi dei venti, tuttora in uso, derivano dal fatto che, nelle prime rappresentazioni cartografiche, la rosa dei venti era raffigurata al centro del Mar Ionio oppure vicino all’isola di Malta. Questo pertanto, divenne sia il punto di riferimento per indicare la direzione di provenienza del vento, sia un ausilio per l’orientamento delle navi (che anticamente erano spinte solo dai venti portanti). In quella posizione, le navi che provenivano da “NE” giungevano approssimativamente dalla Grecia, da cui il nome Grecale; da “SE” giungevano navi provenienti dalla Siria, da cui il nome Scirocco; a “SO” vi è la Libia da cui il nome Libeccio. Da “NO” giungevano invece le navi salpate da Roma (Magistra) ed essendo la via “maestra”, quella che conduceva a Roma, il vento proveniente da Nord-Ovest prese il nome di Maestrale.
Ai tempi in cui Venezia era la repubblica marinara dominante nel Mediterraneo orientale, la rosa dei venti era posizionata invece sull’isola greca di Zante. In questo caso la Tramontana proveniva dai monti dell’Albania e, la via maestra che dava il nome al Maestrale, indicava la via per Venezia. Infine, il nome Ostro, che indica il vento proveniente da sud, deriva dal latino Auster (vento australe).