Dalla Rivista Marinai d’Italia n°1/2 2023 un articolo che merita la lettura per eliminare malintesi sulla versione della “Preghiera del Marinaio”
A cura di Innocente Rutigliano, Socio del Gruppo di Terlizzi e Vicedirettore del Giornale.
Recentemente, partecipando a una cerimonia commemorativa, durante la lettura della preghiera del Marinaio, dalle retrovie si è levato una flebile commento di un anziano Socio: “Ma ha sbagliato a leggere la preghiera del Marinaio!”. A cerimonia terminata, incuriosito da tale commento, mi avvicino a Lui che, a giustifica del suo commento, mi mostra un cartoncino, ormai sgualcito dal tempo ma conservato come una reliquia, su cui è stampata la preghiera del Marinaio, e mi mostra la frase incriminata: “… da questa sacra nave armata dalla Patria leviamo i cuori”, mentre la versione ufficiale e conforme allo scritto autografo dello scrittore Antonio Fogazzaro recita “… da questa sacra nave armata della Patria leviamo i cuori”. A una prima superficiale analisi entrambe le versioni sembrano essere corrette. Come è possibile un tale errore? Prima di rispondere al quesito è bene ripercorrere rapidamente la storia della “Preghiera” e delle varie pubblicazioni, che chiariscono tale enigma.
Nella sua storia centenaria la “Preghiera” ha subito alcune modifiche, dettate da eventi storici, ma anche da un errore, probabilmente di trascrizione, rispetto alla versione originale scritta dall’autore. L’Ufficio Storico della Marina Militare ha pubblicato, nel 1978, la “preghiera del Marinaio” scritta dall’ammiraglio ispettore G.N. (r) Gino Galuppini; nel 2012, essendo esaurita, ha provveduto a una nuova edizione, con il titolo “PREGHIERA VESPERTINA PER GLI EQUIPAGGI DELLA R. MARINA DA GUERRA ovvero LA PREGHIERA DEL MARINAIO” curata dal contrammiraglio (r) Stéphan Jules Buchet e dal C.V. (r) Franco Poggi. In entrambe le pubblicazioni, oltre alla storia della “nascita” e della “divulgazione” dell’orazione, sono riportate le varianti, letterali e non, che si sono succedute durante la centenaria vita della “Preghiera”. In nessuna delle due edizioni, però, viene spiegato questo cambio di vocale, che modifica in realtà sostanzialmente il senso della frase, sebbene a più riprese vengono riportate sia le due versioni sia la copia autografa della “Preghiera”, così come scritta dall’autore. Solo un anno dopo, i curatori della seconda edizione, Buchet e Poggi, si rendono conto dell’anomalia e in un articolo, pubblicato sul “Bollettino d’Archivio – Giugno 2013”, edito dall’Ufficio Storico della Marina Militare, chiariscono l’esistenza delle due differenti versioni che così giustificano:
“ … Veniamo ora al cambio di vocale. Il primo cambio era presente nel “debutto” pubblico dell’opera di Fogazzaro, cioè in occasione della cerimonia della consegna della Bandiera di Combattimento al Garibaldi, che si svolse a Genova il 23 febbraio 1902.
Insieme alla Bandiera di Combattimento, il Comitato delle Signore genovesi offrì all’Unità anche un labaro che riportava, ricamate in forma artistica, le parole della “Preghiera” con il citato errore. Non si conosce la versione giunta sul Garibaldi, così come non si conosce quella data alle ricamatrici del labaro; certo è che, in ambito Marina, si diffuse un testo sbagliato. La Rivista Marittima fra il 1902 e il 1909 fece stampare, in tre edizioni, migliaia di cartoncini recanti la “Preghiera”, e sicuramente altre ne furono stampate successivamente sia dalla stessa Rivista sia dall’Ufficio Storico della Regia Marina quando la “pratica” passò a questo ente. Alcuni comandi navali fecero stampare la “Preghiera” personalizzando il cartoncino con disegni dell’Unità. Su questi cartoncini, come sul cosiddetto “Trittico” del 1927, voluto dal capo dell’Ufficio Storico per diffondere la storia della “Preghiera” in tutta la Marina, compariva ancora la preposizione “dalla”. A gennaio del 1928, l’Ufficio Storico entrò in possesso dell’autografo della “Preghiera”, e il capo ufficio fece stampare un nuovo libretto nel quale era inclusa l’orazione nella forma corretta (della).
Quest’ultima preposizione rimase anche nelle successive stampe dei cartoncini singoli della “Preghiera” fino a gennaio 1938, quando il Ministro della Marina impose, con effetto immediato, l’adozione di una nuova versione. Il motivo della modifica era di carattere politico, e consisteva nell’aggiunta della frase «Salvaci il Duce» dopo le parole «Salva ed esalta il Re». Nel trascrivere l’intera “Preghiera”, evidentemente, l’autore fece riferimento a un vecchio testo e così rispuntò la preposizione “dalla”. Dopo quest’ultima versione del gennaio 1938 non risultano agli atti altre versioni ufficiali, che certificano la soppressione delle frasi «Salva ed esalta il Re» e «Salvaci il Duce» che ovviamente non compaiono più sulla attuale versione.