Storia di una tradizione che da oltre cento anni accompagna gli uomini e le donne della Marina
di Osvaldo Marchese
Tutto nacque dall’idea che anche gli equipaggi delle navi da combattimento dovessero avere una propria preghiera; un rito solenne al quale affidarsi e dove accrescere il loro senso di appartenenza.
Fede e amor di Patria. Sono questi gli elementi alla base della Preghiera del Marinaio, giunta lo scorso 23 febbraio al suo 118° anniversario.
Simbolo di una delle tradizioni più pure della Marina, da oltre un secolo i suoi versi sostengono lo spirito e la coesione dei nostri equipaggi, ovunque essi si trovino.
A comporre i suoi versi fu lo scrittore e poeta vicentino Antonio Fogazzaro nel 1901, sollecitato dal vescovo di Cremona, monsignor Geremia Bonomelli. Tuttavia, secondo quanto è possibile ricostruire dai documenti a disposizione dell’Ufficio Storico della Marina, l’impulso venne dall’allora comandante in seconda del Garibaldi, capitano di fregata Gregorio Ronca, fervente cattolico.
A lui si deve la volontà di istituire un atto di devozione che sposasse, attraverso la sacralità delle sue parole, il sentimento religioso con quello patriottico.
Pervaso da questo pensiero il comandante Ronca si rivolse ad una nobildonna livornese sua conoscente, la marchesa Eleonora Pallavicini, la quale a sua volta interpellò monsignor Bonomelli, cui stava al cuore lo spirito religioso dei marinai.
Fu così che l’anno precedente, a Genova, il Comitato delle dame genovesi offrì la Bandiera di combattimento al Giuseppe Garibaldi, nelle mani del comandante, capitano di vascello Cesare Agnelli. In tale occasione il comitato fece anche dono di un labaro in seta bianca sul quale la marchesa Pallavicini aveva fatto ricamare la Preghiera Vespertina per gli equipaggi della Regia Marina da guerra. Vista l’intensa carica patriottica e di fede espressa nei versi, nel marzo del 1902 il comandante chiese e ottenne dall’allora ministro della Marina, ammiraglio Costantino Morin , l’autorizzazione a recitarla in navigazione prima dell’ammaina bandiera, con l’equipaggio schierato a poppa.
Da allora tale consuetudine si diffuse rapidamente su tutte le navi della flotta, tanto che pochi anni più tardi la preghiera vespertina era già comunemente conosciuta tra ufficiali e marinai come “Preghiera del marinaio”, rendendone obbligatoria la lettura a bordo.
Una tradizione giunta intatta fino a noi, tanto che oggi nessuno può dirsi marinaio se almeno una volta durante il proprio servizio in armi sul mare non abbia ascoltato o recitato la “Preghiera del Marinaio”.
Oltre a connotare i momenti che precedono l’ammaina bandiera durante la navigazione, la Preghiera del Marinaio trova spazio anche al termine delle messe a bordo, nei presidi della Marina e al termine delle funzioni religiose celebrate in suffragio di marinai deceduti, declinando attraverso i suoi sacri versi i valori di Patria e Onore sui quali si fonda l’intera Forza Armata.