Il progetto è denominato “Sciamano Drone Carrier” ed è finanziato dal Piano nazionale di ricerca militare. La Commissione Difesa della Camera ha approvato un programma che consentirà di acquisire 14 droni ad ala fissa e rotante
Tommy Periglioso
Roma – La Marina Militare sta studiando con Fincantieri la costruzione di una nuova nave porta-droni, capace di lanciare e recuperare velivoli senza pilota ad ala fissa e rotante per attività di intelligence e sorveglianza. Lo stato di avanzamento di questo progetto, denominato “Sciamano Drone Carrier”, sarà presentato durante “Sea Drone Tech Summit 2024”, quarta edizione del congresso nazionale sulla robotica marina, che si svolgerà nei giorni 29 e 30 ottobre presso il Polo Acquatico della Federazione Italiana Nuoto a Ostia (Roma). Il progetto “Sciamano Drone Carrier”, finanziato dal Piano nazionale di ricerca militare, è stato affidato a Fincantieri allo scopo di definire il “concept design” di questa nuova nave porta-droni, che comprenderà anche un sistema evoluto di comando, controllo e comunicazione per la gestione operativa di sciami di veicoli unmanned con i relativi sistemi di lancio e recupero.
Da tempo la Marina Militare impiega droni sulle proprie navi. Nel giugno 2023, infatti, sul pattugliatore d’altura “Paolo Thaon di Revel” la forza armata ha presentato la nuova versione dell’”AWHero”, un mini-elicottero telecomandato della classe da 200 chilogrammi prodotto da Leonardo. Nel novembre dello scorso anno, inoltre, a bordo della fregata “Carlo Bergamini”, la prima sezione Aeromobili a Pilotaggio Remoto della Marina Militare ha effettuato per la prima volta due lanci ed altrettanti recuperi del drone ad ala fissa “ScanEagle” prodotto dall’americana Boeing. E proprio nel marzo scorso, la Commissione Difesa della Camera ha approvato un programma che consentirà alla Marina Militare di acquisire fino a 14 droni ad ala fissa e rotante. Vengono impiegati anche robot subacquei, tra cui lo “Hugin 1000” della norvegese Kongsberg Maritime e i “Pluto Gigas” e “Multipluto” dell’italiana Gaymarine.
“Le marine militari di diversi Paesi nel mondo stanno lavorando a progetti di ‘drone carrier’, come ad esempio in Spagna, Turchia, Stati Uniti e anche in Cina – spiega in una nota Luciano Castro, presidente del congresso – Negli attuali scenari geostrategici, infatti, l’impiego di queste nuove unità navali dotate di varie tipologie di droni aerei, ma anche navali e subacquei, consentirà di effettuare una serie di missioni di intelligence e sorveglianza ad ampio raggio e anche di disturbo e saturazione delle difese avversarie tramite sciami di droni”.