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La flotta russa affonda nel Mar Nero

17 Febbraio 2024

L’armata Ucraina sta sconfiggendo ormai da mesi i nemici in una battaglia navale che mette in imbarazzo quella che veniva narrata come la migliore marina al mondo. L’analisi in ordine cronologico degli attacchi vincenti

flotta russa

Di  Luciano Tirinnanzi

Forse non tutti  se ne sono accorti, ma c’è almeno un fronte dove l’Ucraina sta sconfiggendo, quasi umiliando, la Russia. È il fronte del Mar Nero, dove la «battaglia navale» tra un’armata che paradossalmente non possiede nemmeno una nave da guerra, Kiev, e una che fino a poco tempo fa era convinta di possedere la migliore marina al mondo, Mosca, dimostra tutta la resilienza degli ucraini e al contempo rivela l’inadeguatezza dei comandi militari del Cremlino.

Dopo l’ennesimo affondamento di un naviglio russo a nord di Sebastopoli, in Crimea – la portamissili Ivanovets è stata colpita e affondata pochi giorni fa da uno “sciame di droni marini” – Mosca ha ormai perso “un terzo della sua flotta del Mar Nero”. Stando ai dati della difesa ucraina, infatti, sarebbero 25 le imbarcazioni russe colate a picco dall’inizio della guerra per mano di Kiev, e altre 15 quelle costrette a rientrare nei cantieri per poter essere riparate, su un totale di circa 80 mezzi navali.

È almeno dal XVIII secolo in avanti che si registra la supremazia indiscussa di Mosca nella regione del Mar Nero. Al punto che ancora nel 2016 il presidente turco Recep Tayyip Erdogan lamentava come il Mar Nero fosse ormai diventato un “lago russo” e che, per tale ragione, la NATO avrebbe dovuto avere là una maggiore presenza.

Oggi, però, il lago russo inizia a prosciugarsi di bandiere tricolori a bande orizzontali bianche, rosse e blu. I ripetuti colpi messi a segno dai missili e dai droni hanno consentito agli ucraini di spezzare già da settimane il blocco navale imposto dai russi. Cosicché i cargo di Kiev hanno iniziato a riprendere le spedizioni di grano e altri prodotti agricoli fondamentali per la sua economia. Al contempo, gli strike ucraini hanno costretto la flotta del Mar Nero a dislocare le proprie navi da guerra verso oriente, in posizione di difesa e sempre più lontano dalla contesa penisola di Crimea, dove sorge la fortezza galleggiante di Sebastopoli, occupata dalle truppe di Mosca nel 2014 e preziosa testa di ponte per la proiezione mediterranea delle ambizioni russe.

Come sia stato possibile per l’esercito ucraino decimare la flotta del Mar Nero, eliminando quasi un terzo delle navi nemiche, è presto detto: droni marittimi senza equipaggio, missili antinave a lungo raggio, e fonti d’intelligence accurate. Lo dimostra il “colpo grosso”  dello scorso 24 settembre 2023, quando Kiev ha bombardato il quartier generale di Sebastopoli, con due missili che hanno centrato l’edificio dov’era in corso una riunione di alti ufficiali, eliminando la catena di comando della marina russa. 

L’errore strategico di Putin dell’aver voluto invadere il territorio ucraino si sta dunque manifestando in tutta la sua evidenza proprio nel Mar Nero, dove la sua Invencible Armada che avrebbe dovuto pattugliare la regione mediterranea e dominare i mari caldi, è rimasta per troppo tempo alla fonda, finendo per diventare un bersaglio “facile” per l’artiglieria nemica.

Dunque, mentre ci avviciniamo al traguardo dei due anni di guerra, il 24 febbraio prossimo, e sebbene le forze terrestri di Mosca stiano consolidando le posizioni conquistate in Donbass, la guerra è in una condizione di stallo proprio perché Mosca è sostanzialmente in svantaggio sul versante marino. La manifesta incapacità tecnologica della marina russa ha così contribuito a riequilibrare, sia pur molto parzialmente, le sorti della guerra. Il che, alla luce del flop della controffensiva ucraina, appare ancora più grave.

L’effettivo ridimensionamento delle capacità navali russe nel Mar Nero – aggravato dal fatto che per il momento è quasi impossibile sostituire questi mezzi – rimanda di almeno un anno l’ipotesi di uno sbarco russo a Odessa, mossa che avrebbe tolto a Kiev l’accesso al mare e avrebbe dato a Mosca la possibilità di strangolare una volta per tutte l’economia ucraina, facendo collassare il Paese e offrendo a Putin la sua vittoria.

Invece, in questi ventiquattro mesi le forze ucraine hanno respinto più volte i tentativi di sbarco a Odessa (per lo più da parte di gruppi di sabotaggio russi), e oggi – con la diminuita capacità di manovra della flotta del Mar Nero – possono dirsi al riparo da quest’ipotesi per un tempo congruo a riorganizzare ancor meglio le difese.

Pattugliatori, sottomarini, battelli d’assalto ad alta velocità, mezzi da sbarco e persino la nave ammiraglia Moskva non sono più servibili. Per quanto alcuni di questi mezzi fossero ormai “ferri vecchi”, il loro affondamento dimostra la permeabilità delle difese della Federazione Russa. Il che in prospettiva rappresenta un problema evidente per il Cremlino, non solo nell’ottica di una vittoria su Kiev, ma anche della tenuta del prestigio russo nel mondo.

Ciò nonostante, il rafforzamento della marina russa continua, e dai suoi cantieri navali sono appena stati varati due sottomarini nucleari, che andranno a rinfoltire la flotta del Pacifico. Solo il tempo dirà se questi sforzi saranno sufficienti a riportare la flotta russa ai fasti cui ci ha abituato. Intanto, per capire lo stato dell’arte della flottiglia di Mosca, vale la pena elencare alcune delle principali navi da guerra che la Russia ha perso negli ultimi due anni.

24 marzo 2022: affondata la Saratov

Commissionata nel 1968, la Saratov è una grande nave da guerra da sbarco anfibio della classe Alligator della Flotta del Mar Nero. Mentre la nave era attraccata a Berdiansk, nella regione occupata di Zaporizhzhia, il 24 marzo 2022 le forze ucraine l’hanno affondata con un missile balistico a corto raggio.

14 aprile 2022: affondato l’incrociatore missilistico Moskva

La Moskva, un incrociatore missilistico guidato, era la nave ammiraglia della flotta del Mar Nero, affondato il 14 aprile 2022. È stata la prima volta che una nave ammiraglia russa veniva affondata dalla guerra russo-giapponese del 1904-1905. All’inizio dell’invasione, la Moskva aveva fornito copertura aerea ad altre navi da guerra e contribuito alla cattura dell’Isola dei Serpenti alla fine di febbraio 2022. L’Ucraina ha affermato di aver colpito l’incrociatore con missili Neptune a lungo raggio lanciati da terra.

17 giugno 2022: colpito il rimorchiatore Vasily Bekh

Lo Spasatel Vasily Bekh, rimorchiatore soccorritore russo, è entrato a far parte della Flotta del Mar Nero nel 2017, destinato a fornire soccorso e rimorchio di emergenza alle navi, evacuare gli equipaggi marittimi, condurre operazioni d’immersione e rilevamento. Il rimorchiatore russo è stato anche utilizzato per trasportare munizioni, armi e personale all’Isola dei Serpenti. Il 17 giugno 2022 le forze ucraine hanno dichiarato di aver colpito e “smilitarizzato con successo”  il Vasily Bekh con due missili Harpoon. È stata prima volta che l’Ucraina ha colpito una nave russa con missili antinave forniti dall’Occidente.

4 agosto 2023: la nave da sbarco Olenegorskiy Cornyak

La Olenegorskiy Cornyak è una grande nave da sbarco per carri armati di classe Ropucha, progettata per scaricare rapidamente il carico e trasportare forze anfibie a terra. Con una lunghezza di 360 piedi, le navi da guerra di classe Ropucha possono sbarcare fino a 10 carri armati e trasportare fino a 350 soldati. Il 4 agosto 2023 è stata gravemente danneggiata dopo essere stata colpita da un drone marino ucraino armato di esplosivo – la prima di molte navi a cadere sotto i colpi di droni d’attacco. La Russia ha riconosciuto l’attacco ma ha affermato che la Olenegorskiy Cornyak è rimasta illesa, anche se le riprese video dell’attacco suggeriscono il contrario.

13 settembre 2023: La grande nave da sbarco Minsk

Meno di due mesi dopo, un’altra nave da sbarco di classe Ropucha viene colpita, mentre si trova in un bacino di carenaggio per la manutenzione presso il cantiere navale di Sevmorzadov, nella Crimea occupata. “La Minsk è stata quasi certamente distrutta dal punto di vista funzionale”, ha dichiarato il Ministero della Difesa britannico. Un mese dopo, le immagini satellitari hanno mostrato che la Minsk è stata smantellata, probabilmente per ottenere pezzi di ricambio.

13 settembre 2023: danneggiato il sottomarino Rostov-on-Don

Contemporaneamente al Minsk, viene colpito anche il sottomarino Rostov-on-Don, della classe Kilo 636.3 “Ha subito danni catastrofici”, secondo un rapporto di intelligence della Difesa britannica. Il sottomarino è stato poi sottoposto a riparazioni presso il cantiere navale Sevmorzadov. “Qualsiasi sforzo per riportare il sottomarino in servizio richiederà probabilmente molti anni”, scrive la Difesa.

4 novembre 2023: danneggiate le navi missilistiche Askold Tsyklon e Askold

La Marina russa ha perso anche una delle sue nuovissime navi da guerra prima che potesse entrare a far parte della Flotta del Mar Nero. Le forze ucraine hanno preso di mira il cantiere navale di Zaliv, nella Crimea occupata, causando danni significativi alla corvetta Askold, della classe Karakurt. Meno di una settimana dopo, altre due navi russe gemelle sono state colpite da droni marini ucraini, anche se non è stato chiarito quali.

26 dicembre 2023: colpita la nave da sbarco Novocherkassk

Missili guidati hanno colpito anche la nave da sbarco di classe Ropucha, la Novocherkassk, presso la città di Feodosiya, nella Crimea occupata.

31 gennaio 2024: la Ivanovets viene affondata

Nell’ultima serie di attacchi contro la Flotta del Mar Nero, un’unità militare speciale ucraina ha affondato una piccola nave da guerra, la Ivanovets, con sei droni navali controllati da satellite e alimentati da moto d’acqua in un’operazione notturna il 31 gennaio. La Ivanovets è una corvetta missilistica di classe Tarantul armata con missi antinave supersonici e missili antiaerei.

FONTE: PANORAMA

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