Nuovo bando per smaltire due cacciamine e due navi cisterna dopo che il primo è andato deserto. Agenzia Industrie Difesa vende uno stock di 41 galleggianti, alcuni risalenti al 1893, di cui la metà da tempo abbandonati nella zona di Marola.
E’ andata deserta la gara lanciata dal comando della stazione navale della Spezia per smaltire sei tra navi e bettoline radiate dai ranghi della Marina Militare e oggi ormeggiati nella zona di ponente della base navale. La procedura indetta la scorsa estate per la demolizione degli ex caccamine Lerici e Sapri, delle navi cisterna Bradano e Sapri e delle bettoline antinquinamento GK13 e GK02 non ha ancora trovato operatori disposti a farsi carico del loro recupero e della loro demolizione con conseguente smaltimento a norma di legge.L’arsenale spezzino ha quindi emesso in questi giorni un secondo bando incrementando sensibilmente la base d’asta da 1.543.642 euro a 1.983.381 euro. I primi quattro galleggianti sono oggi ormeggiati tra Calata Mancina, Calata Mandracchio e Calata Carbone. Tra questi anche i due cacciamine in vetroresina che rappresentarono negli anni Ottanta un prodotto rivoluzionario per l’Intermarine di Sarzana. Il Lerici, in disarmo dal 2015, in particolare fu il capoclasse di dodici unità.
Gli altri due si trovano invece all’interno delle Vasche di San Vito, interessata a sua volta da un altro appalto questa volta bandito dall’Agenzia Industrie Difesa. Si tratta di alienare ben 41 ex galleggianti dichiarati fuori uso il cui ripristino è ritenuto “non costo efficace o non di interesse”, di cui quasi la metà proprio dove nell’Ottocento avveniva la stagionatura del legname utilizzato per costruire le navi. La cosa non sorprende contando che sono ormai parte del paesaggio di Marola e Acquasanta da diversi anni.
Pontoni a gru, trasporto viveri, movimentazione munizioni e siluri, cisterne acqua e combustibile, trasporto fanghi, passetti, pontoni cucina, guarda porto, navi deposito, pontoni generatori di elettricità e bettoline anti inquinamento. Accumulato tra la Veleria e Marola il campionario di oltre un secolo di attività della base navale. Ci sono unità varate oltre un secolo fa: 1903, 1909, 1910, 1916 e persino due bettoline del 1893. I periti che hanno formulato la gara, con prezzo base di mille euro, stimano che dalle 2.350 tonnellate del “dislocamento scarico asciutto totale” possano essere recuperate circa 1.700 tonnellate di materiale ferroso riciclabile.