Un po’ di storia dal sito Difesa on line a cura di Mario Veronesi
(di Mario Veronesi)
30/10/24
Costituiscono l’ultima delle cinque classi di incrociatori della serie Condottieri. Ottime unità tra le migliori similari della loro epoca.
Queste navi che, sacrificando la velocità, hanno avuto, rispetto alle precedenti, un miglioramento della corazzatura oltre che dei cannoni aggiuntivi per le batterie secondarie, trovarono ampio impiego durante la seconda guerra mondiale, partecipando alla battaglia di Punta Stilo e alla battaglia di Capo Matapan. Dopo l’armistizio di Cassibile, vennero schierate in Atlantico partecipando ad azioni di pattugliamento a fianco degli alleati.
Il Garibaldi (foto apertura) ha una grande storia: oltre ad aver partecipato alla seconda guerra mondiale è stato il primo incrociatore lanciamissili europeo. La prima unità di superficie al mondo, ad essere predisposta per il lancio di missili balistici e la prima grande unità italiana del dopoguerra. Nella sua nuova configurazione, cui venne assegnata la matricola 551, prestò servizio per dieci anni, come unità sede comando della squadra navale. Gli incrociatori leggeri, secondo il Trattato navale di Londra del 1930, erano gli incrociatori con cannoni da 6.1 pollici (155 mm) o più piccoli, mentre quelli con cannoni fino a 8 pollici (203 mm) erano definiti incrociatori pesanti. Oggi, al mondo, due incrociatori leggeri sono preservati come navi museo: l’americano USS Little Rock della classe “Cleveland” e l’inglese HMS Belfast della classe “Town”, ancorati rispettivamente a Buffalo e Londra.
Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi
L’unità era intitolata all’esploratore Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi morto nel 1933. Nello stesso anno iniziò la sua costruzione nei cantieri OTO di La Spezia.
Questa unità, trovò ampio impiego durante la seconda guerra mondiale, inquadrato nel’8° divisione incrociatori nell’ambito della 1a squadra da battaglia di base a Taranto, come nave insegna dell’ammiraglio Legnani.
Nelle prime fasi del conflitto partecipò il 9 luglio 1940, allo scontro di Punta Stilo. Nel marzo 1941 prese parte alla battaglia di Capo Matapan, conclusasi per le forze italiane in maniera disastrosa, con la perdita di tre incrociatori pesanti della classe “Zara” e due cacciatorpediniere della classe “Poeti”. Dopo la conquista da parte dei tedeschi della Grecia e di Creta, venne dislocato con il gemello Garibaldi e con il Duca d’Aosta a Navarino in Grecia, per la protezione del traffico mercantile nel Mediterraneo Orientale da eventuali attacchi da parte di unità di superficie britanniche che potevano usufruire del porto di Haifa.
Ritornato in Italia alla fine del 1942 fu sottoposto a lavori di grande manutenzione, durante i quali venne imbarcato anche un radar tipo Fu.Mo. 25 di fabbricazione tedesca.
Dopo l’armistizio raggiunse Malta consegnandosi agli alleati secondo le clausole armistiziali e durante la cobelligeranza venne schierato in Atlantico partecipando ad azioni di pattugliamento.
Insieme al gemello Garibaldi, al Cadorna e al Montecuccoli, costituì la dotazione degli incrociatori concessi alla Marina Militare dal trattato di pace. Il Duca degli Abruzzi venne chiamato l’incrociatore degli esili, in quanto trasportò verso il loro esilio i reali d’Italia. Prima partì verso l’esilio di Alessandria d’Egitto con il titolo di conte di Pollenzo il re Vittorio Emanuele III, dopo aver firmato a Napoli, l’atto formale di abdicazione a favore del figlio Umberto II e successivamente la regina Maria Josè verso il Portogallo.
Tra il 1951 e il 1953, venne sottoposto a radicali lavori di ammodernamento. Nell’ottobre 1954 la nave presenziò al ritorno di Trieste all’Italia.
Nel 1961, l’unità venne messa in disarmo, cedendo il ruolo di ammiraglia della flotta al gemello Garibaldi rientrato in squadra dopo avere ultimato i lavori di trasformazione.
Giuseppe Garibaldi
La sua costruzione iniziò il 28 dicembre 1933 nel cantiere navale San Marco di Trieste. Il 9 luglio 1940, prese parte allo scontro di Punta Stilo, nel corso della quale colpì l’incrociatore HMS Neptune della Royal Navy, danneggiandone sia la catapulta, che il ricognitore Swordfish imbarcato sull’unità.
Il successivo 29 settembre, il Garibaldi partecipò all’attacco al convoglio inglese MB 5 diretto a Malta. Le forze inglesi vennero attaccate dagli aerosiluranti italiani, ma anche questa volta l’attacco delle forze navali di superficie non si materializzò e gli inglesi portarono a termine la missione poiché le unità della Regia Marina non riuscirono a stabilire il contatto. Il Garibaldi era poi presente, ormeggiato nel Mar Piccolo, nella notte di Taranto dell’11/12 novembre 1940, dalla quale uscì indenne.
Nel 1941 prese parte alla battaglia di Capo Matapan. Il 31 gennaio 1943, venne colpito a Messina da schegge di bomba che causarono delle vittime a bordo.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre1943, raggiunse Malta con il resto della squadra navale consegnandosi agli alleati. Durante la cobelligeranza venne schierato nel Mediterraneo e in Atlantico, dove prese parte insieme al Duca d’Aosta, ad azioni di pattugliamento contro le navi corsare tedesche. Posto in riserva nel 1953, nel 1954 erano iniziati i lavori di demolizione.
Successivamente a partire dal 1957, l’unità venne avviata ai lavori di ricostruzione/trasformazione come incrociatore lanciamissili. I lavori di ricostruzione vennero effettuati presso l’Arsenale della Spezia e furono completati nel 1961.
Il Garibaldi fu messo in disarmo il 20 febbraio 1971 per le ristrettezze economiche che, all’inizio degli anni ’70, minacciavano il futuro della Marina Militare italiana. Fu ufficialmente radiato il 16 novembre 1976.