Al termine di una sosta operativa nel porto di Haifa, in Israele, l’equipaggio del Sommergibile Scirè (classe “Todaro” 1^ serie) ha voluto omaggiare l’omonimo battello che, durante il secondo conflitto mondiale, ha portato tantissimo onore alla Marina Militare.
Al termine di una sosta operativa nel porto di Haifa, in Israele, l’equipaggio del Sommergibile Scirè (classe “Todaro” 1^ serie) ha voluto omaggiare l’omonimo battello che, durante il secondo conflitto mondiale, ha portato tantissimo onore alla Marina Militare.
In prossimità del punto in cui, il 10 agosto del 1942, il Regio Sommergibile Scirè è stato affondato, l’attuale equipaggio dell’omonimo sommergibile ha commemorato i 49 marinai e gli 11 operatori subacquei che in quelle acque hanno reso l’estremo sacrificio nell’assolvimento dei loro doveri di militari.
Il Regio Sommergibile Scirè era uno dei 17 battelli serie “Adua” della classe “600”, il cui nome deriva dall’omonima regione etiope teatro di un’importante battaglia combattuta nel teatro africano nel 1936.
Durante il Secondo conflitto mondiale fu soggetto a delle modifiche tecniche atte a renderlo idoneo a trasporto dei cosiddetti Siluri a Lenta Corsa (SLC) e più volte impiegato come “unità madre” per portare questi mezzi, condotti dagli uomini della “10a Flottiglia MAS” in prossimità dei loro bersagli. Nell’ambito di queste missioni, il battello svolse 4 incursioni a Gibilterra che portarono al danneggiamento o affondamento di un incrociatore ausiliario e 2 navi cisterna.
L’azione più gloriosa fu però “l’Impresa di Alessandria” quando, nella notte tra il 18 ed il 19 dicembre 1941, i 3 SLC rilasciati dal Sommergibile a poca distanza dal porto di Alessandria d’Egitto, riuscirono a danneggiare in modo importante due navi da battaglia britanniche (Queen Elizabeth e Valiant), un cacciatorpediniere (il Jervis) ed una nave cisterna. Dopo questa azione, nel luglio del 1942, lo Scirè lasciò il porto della Spezia per dirigere verso il porto britannico di Haifa, dove doveva lasciare undici “uomini gamma” che avrebbero forzato il porto per applicare delle cariche esplosive sotto alcune navi britanniche ivi ormeggiate. L’azione si sarebbe dovuta svolgere la notte del 10 agosto. Fino a quel momento le comunicazioni con la base di Rodi, dove si trovava il comandante Candiani, comandante a terra dell’operazione, a terra dell’operazione, erano state assicurate, ma da quella data il battello non diede più notizie.
Lo stesso Candiani, il 17 agosto annotò su suo diario: “Ore 22, entro in possesso di una fotografia scattata da 9 mila metri di quota. Nessuna nave avariata né tracce di forzamento del porto. Si desume che lo Scirè, di cui manca qualsiasi notizia, non sia giunto alla fuoriuscita degli operatori”. Quando si rese evidente la realtà, il 31 agosto fu dichiarato scomparso in mare in azione di guerra.
Solo successivamente fu possibile accertare la sorte del sommergibile e del suo equipaggio: il sistema di criptazione “Enigma”, usato dai tedeschi e dagli italiani, era stato violato e aveva permesso ai britannici di individuare il sommergibile durante l’avvicinamento. Lo Scirè, una volta in prossimità dell’imboccatura del porto, fu attaccato con bombe di profondità della corvetta Islay e delle batterie costiere di difesa, sino al completo affondamento.