Un lampo!
Un’illuminazione!
Un fuoco d’artificio
che vanifica il buio della notte!
Ed ecco che la stilografica
si muove
e scrive, scrive
obbedendo agli impulsi del pensiero,
al torrente di idee
che mi ha svegliato.
Cena troppo pesante?
No, sto bene.
Preoccupazioni antiche
mai sopite? Forse,
ma sono abituato.
La cattiva coscienza?
No, sono tranquillo
con me stesso.
Allora, cosa sarà stato?
Ecco ci sono.
E’ stato l’urlo del nautofono
che mi ha chiamato in plancia,
nella nebbia, nella notte,
diretto all’ingresso di un porto
nascosto nei vapori.
E’ il segnale sonoro che mi pilota
dentro le dighe
che riparano il porto
dall’impeto del mare,
che offrono rifugio
alla mia nave
ed al mio riposo.
Ascolto lungamente, nei ricordi …
Finché il sonno ritorna
e mentre la sirena
ulula nella nebbia
per gli altri marinai
diretti in porto,
sento gli occhi bruciare,
abbandono la penna,
mi distendo nel buio
e ritorno a sognare:
ho lasciato l’approdo,
sono di nuovo in mare,
circondato d’azzurro,
e molto più felice
che all’ormeggio.
Comandante Giorgio Zanchi
( Dal volumetto “ Acqua Marina “ Edizioni Supernova )