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Guerrieri dell’oceano, le segretissime unità speciali di combattimento tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale

20 Novembre 2025

Argomento di storia dal sito Ocean4Future a cura di Andrea Mucedola

Molto è stato scritto sugli uomini Gamma italiani, gli operatori subacquei della II guerra mondiale che cambiarono le regole del gioco della guerra moderna, introducendo operazioni di sabotaggio subacquee contro obiettivi navali e terrestri militari. Oggi parliamo dei sommozzatori tedeschi che si formarono in quegli anni sotto la guida di Alfred von Wurzian, un nuotatore olimpico originario dell’Austria che creò un unità di combattimento, denominata Küstenjäger-Abteilung “Brandenburg”, posta sotto l’Abwehr, il Servizio segreto militare tedesco diretto dall’ammiraglio Wilhem Canaris.

Alfred von Wurzian

Le loro origini risalgono al 1942 quando Alfred von Wurzian testò per la prima volta un autorespiratore ad ossigeno sviluppato per la Kriegsmarine dalla Dräger (casualmente lo stesso usato anche dall’amico e compagno di spedizioni subacquee Hans Hass). Le prime operazioni conosciute di questi sommozzatori avvennero nel porto di Tsemes Bay a Novorossiysk, quando si scontrarono con dei sommozzatori russi, combattendo letteralmente a colpi di coltello ma sott’acqua.

Un impiego minimale per delle forze speciali che fece un salto in avanti solo nel 1943 quando l’ammiraglio Karl Dönitz ordinò al vice ammiraglio Hellmuth Heye di creare un’unità speciale di sommozzatori.

Kampfschwimmer tedeschi in tenuta subacquea; notare l’orologio panerai al polso che veniva usato anche dai Gamma italiani

Originariamente chiamata Kleinkampfmittelverband (“nucleo di battaglia”) fu meglio conosciuta con il nome di K-Verband o Meereskämpfer, ovvero i guerrieri dell’oceano, termine più indicato per questi sommozzatori combattenti. Non tutti sanno che i primi componenti dei Meereskämpfer, tra cui anche Alfred von Wurzian, furono addestrati proprio dagli uomini gamma italiani della Decima Flottiglia MAS, adottando in seguito anche alcune delle loro attrezzature.

Sommozzatore tedesco che indossa delle attrezzature subacquee in dotazione ai reparti italiani

Nel giugno del 1944 tre unità di sommozzatori, Marine Einsatz Kommando (MEK), divennero operative. Ogni unità era composta da un ufficiale e ventidue uomini. In breve tempo vennero creati numerosi gruppi distribuiti in tutti i teatri di guerra, dal Baltico fino al Mar Nero, con compiti di infiltrazione, spionaggio e sabotaggio. La loro prima operazione nota avvenne il 23 giugno 1944, sabotando due ponti sul fiume Orne con due cariche da 800 kg. Altre operazioni avvennero nel luglio del 1944 nel canale della Manica, nel porto di Villers sur Mer, danneggiando l’incrociatore ORP Dragon ed affondando il cacciatorpediniere HMS Iside. L’azione fu eseguita utilizzando un arma insidiosa realizzata accoppiando due siluri navali G7: il Neger. Apriamo una parentesi su questo mezzo di assalto che fu impiegato dai sommozzatori tedeschi, tra l’altro senza gran successo, sin dal 1944. I Neger erano mezzi costruiti accoppiando di due siluri guidati da un operatore in superficie. In altre parole, il mezzo restava in superficie e non si immergeva. Curiosamente il loro nome derivava dal cognome del costruttore, Richard Mohr, parola che in tedesco significa moro.

Il Neger era basato su un siluro G7 (come elemento propulsore) dove era ricavato un abitacolo molto spartano, protetto da una cupola di perspex. Al di sotto era agganciato un altro siluro G7 che era di fatto l’arma offensiva che veniva poi lanciata dal pilota sul bersaglio. Il mezzo, del peso di 2,7 tonnellate, veniva propulso da un motore elettrico che consentiva, alla velocità di 4 nodi, un raggio operativo di 48 miglia nautiche. Il pilota lo guidava in superficie orientandosi con una bussola da polso e respirando, durante la fase finale di attacco, con un autorespiratore a circuito chiuso ad ossigeno Dräger (sempre lo stesso usato da Hass).

Disegno schematico di un Neger

Nel 1944 furono fabbricati circa 200 Neger ma non divennero molto popolari. Il loro insuccesso fu legato alla inaffidabilità tecnica ed al fatto che circa l’80% degli operatori perirono nelle azioni.  Va precisato che non avevano niente a che vedere con i siluri a lenta corsa studiati e sviluppati dagli Italiani; in estrema sintesi, si potrebbe descriverli come dei mezzi “quasi suicidi” in cui il pilota mirava, non senza difficoltà, il suo bersaglio e in fase finale lanciava il siluro. Gli effetti dell’esplosione del siluro erano tali da far uscire a volte dall’acqua il mezzo lanciante, probabilmente uccidendo il pilota.

Nel gennaio 1944 giunse a Valdagno (Italia) il reparto sommozzatori “Küstenjäger-Abteilung “Brandenburg” che, nel giugno seguente, cessò di dipendere dal Servizio segreto militare e fu assegnato alla Kriegsmarine. Di conseguenza il 21 giugno i “Combattenti del mare di Brandeburgo” di Valdagno assunsero il nome di “Lehrkommando 700”, alle dipendenze di un ufficiale … medico, il Dr. Armin Wandel.

Stemma dei reparti subacquei tedeschi

Oltre alla base di Valdagno, il “Lehrkommando 700” disponeva di un poligono di addestramento nella laguna di Venezia. Fra di loro anche Alfred Von Wurzian che, pur appartenendo ancora al servizio segreto militare, rimase a Valdagno come responsabile dell’addestramento del LK-700.

Furono costituiti diversi Lehrkommando:
LK 200
, istituto nel luglio 1944 a Priesterbeck/Waren ed in seguito trasferito a Plön, Holstein. Era il comando per l’addestramento ed impiego delle Sprengboote (barche esplosive). Il Comandante era anche Comandante della 4a Divisione K.

Biber in emersione

LK 250, che era stato formato nell’agosto del 1944 a Schlutup. Nel centro si addestravano gli equipaggi dei Biber, sommergibili midget guidati da un solo uomo ed armati con due siluri o delle mine da 53 centimetri, montate esternamente con il compito di attaccare navi mercantili alla fonda. Il Biber fu sviluppato in fretta per fronte alla minaccia di un’invasione alleata dell’Europa ma ciò comportò numerosi problemi; di fatto difetti tecnici combinati con un’addestramento inadeguato degli operatori, fece sì che non rappresentassero mai una vera minaccia per la spedizione alleata … questo nonostante fossero stati consegnati ben 324 mezzi. Uno dei pochi successi della classe fu l’affondamento della nave mercantile Alan A. Dale.

Seehund

LK 300 costituito a Neustadt in Holstein nel settembre del 1944. Vi si addestravano i Seehunde (minisommergibili guidati da due uomini). Il progetto dei Seehund, frutto degli studi degli ingegneri navali Fischer e Grim del Direttorato costruzioni navali tedesco nel giugno 1944, riprendeva quello dei precedenti sommergibili tascabili del tipo Hecht, a loro volta ricavati dai minisommergibili classe X della Royal Navy britannica, catturati dopo il riuscito attacco alla corazzata tedesca Tirpitz in Norvegia. Al contrario degli Hecht, equipaggiati solo con cariche esplosive da rilasciare nelle vicinanze del battello nemico, i Seehund furono costruiti per imbarcare dei siluri tipo G7, alloggiati su dei supporti esterni allo scafo. I Seehund furono messi in costruzione alla fine del 1944 iniziando a svolgere le loro prime missioni operative nel gennaio 1945; ne furono ordinati oltre 1.000 ma alla fine della guerra solo 285 erano stati assemblati, di cui solo 137 erano entrati effettivamente in servizio.

LK 350 formata a Suhrendorf nel luglio del 1944. Questo era il Lehrkommando per l’addestramento all’impiego dei Neger e Marder (siluri con equipaggio).

Molch

Il centro di addestramento LK 400 fu sviluppato a Suhrendorf nel luglio del 1944 per l’addestramento all’impiego del Molch, un midget anch’esso pilotato da un solo operatore. Il Molch era basato sulla tecnologia dei siluri e trasportava due siluri G7e fissati esternamente su entrambi i lati dell’imbarcazione. Era completamente elettrico ed è stato creato per le operazioni costiere, con un raggio di 35 miglia a 5 nodi. La parte anteriore della barca conteneva una batteria di grandi dimensioni. Dietro la batteria c’era la posizione dell’unico operatore, che si trovava tra due piccoli serbatoi di equilibratura. Dietro l’operatore si trovava il motore elettrico. Il complicato sistema di serbatoi ne rendeva però difficile il controllo durante le operazioni di combattimento. I primi 393 esemplari furono consegnati il 12 giugno 1944 e furono costruite dalla AG Weser a Brema. I Molch furono usati per la prima volta nel Mediterraneo contro l’Operazione Dragoon degli Alleati nel 1944. A causa dell’inefficacia del Molch (100% di perdite), il midget fu in 

Sturmboot, battelli di assalto

LK 600 istituito nell’ottobre 1944 per l’addestramento del personale da imbarcare sui Sturmboote (battelli di assalto).

Non ultimo, il già citato centro di addestramento LK 700, che venne costituito nel giugno 1944 a Venezia, e poi trasferito a List nel novembre del 1944. Come abbiamo accennato fu il Lehrkommando dei Kampfschwimmer (uomini rana).

Le operazioni principali

Messa in mare di un Neger. Si nota il secondo siluro posto al di sotto del mezzo che verrà lanciato dal pilota contro il bersaglio

Si conoscono solo due assalti effettuati dalle forze speciali tedesche contro la flotta degli Alleati al largo della Manica. La flottiglia dei Neger partì da Favrol Woods, nei pressi di Honfleur sulla riva sud dell’estuario della Senna il 5/6 luglio 1944 con ventiquattro mezzi. I Tedeschi attaccarono la flotta di invasione alleata, affondando due dragamine britannici, l’HMS Magic e HMS Catone. Dei 24 mezzi tedeschi solo nove ritornarono dalla missione. Un vero insuccesso. Il secondo attacco avvenne il 7 luglio con l’impiego di ventuno Neger. Nonostante i mezzi tedeschi furono avvistati al chiaro di luna e immediatamente contrastati da aerei e navi, essi continuarono l’attacco e riuscirono ad affondare un dragamine, HMS Pylades e danneggiare un battello polacco, il Dragon Cruiser, che in seguito fu affondato.

HMS Quorn

Il 3 agosto 1944 fu la volta del cacciatorpediniere HMS Quorn che fu colpito e affondato durante un attacco di massa nella zona d’assalto britannica da una forza mista di E-boats, motoscafi esplosivi, siluri umani ed aerei a bassa quota. Quattro ufficiali e centoventisei marinai tedeschi furono persi nell’azione. Ma le azioni degli uomini rana tedeschi continuarono ed il 26 agosto 1944 un team composto da 60 uomini rana distrusse una batteria dell’artiglieria costiera di Vascouy.

La guerra volgeva ormai al termine ma ancora nel settembre 1944, quando gli Alleati avevano ormai occupato Anversa, due squadre tedesche di cinque uomini rana lasciarono Rotterdam su due barche d’attacco per attaccare i moli del grande porto. Dopo aver superato le ostruzioni della difesa foranea, rimorchiando ognuna un siluro con una carica esplosiva,  attaccarono la chiusa del canale principale di Anversa. Ultimi tentativi di una guerra perduta. Ormai gli Alleati avevano conquistato un ponte stradale importante a Nijmegen e un ponte ferroviario a Moerdijk, necessari per riversare le loro forze verso la Germania. Erano choke point strategici che dovevano essere difesi con tutti i mezzi disponibili. Gli Alleati vi avevano immediatamente installato una possente difesa antiaerea per proteggerli. Dall’altro lato, i Tedeschi sapevano che bisognava agire subito … e venne pianificata una missione per distruggerli che passò alla storia. Ma di questo attacco ce ne parlerà Stefano Berutti in un prossimo articolo.

Andrea Mucedola

Alcune delle immagini possono essere state prese dal web citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo


Andrea Mucedola

Ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. Ricercatore subacqueo scientifico dal 1993, nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).

FONTE: Ocean4Future

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