L’incrociatore lanciamissili «Ustinov» si trova a meno di 200 miglia dalla base pugliese
TARANTO – «Prove di guerra» anche nel mar Jonio, in una giornata del tutto particolare, quella di ieri, in un confronto a distanza fra le unità navali russe e le forze aeronavali della Nato. Sono da poco passate le 11 del mattino: in un’area a sud-est, il Boeing 737 Ryanair partito da Tessalonica (Grecia) per Luqa (Malta) a 38mila piedi di altitudine (pari a 11 chilometri e mezzo) incrocia sulla sua verticale, 4 chilometri più in basso, un velivolo la cui identificazione è «coperta», stando ai rilevamenti del sito internet specializzato «Flightradar24», che gira continuamente in tondo. Il velivolo «anonimo» è uno dei pattugliatori marittimi della Nato che per tutta la giornata hanno tenuto sotto stretta sorveglianza l’incrociatore lanciamissili «Maresciallo Ustinov» della flotta militare russa, che 24 ore fa ha «osato» lasciare il Mediterraneo centrale per dirigersi verso l’Italia meridionale, fino a meno di 200 miglia dalla base navale di Taranto, il porto militare più importante d’Italia .
Stando alle informazioni raccolte dagli analisti del sito web «Itamilradar» uno dei pattugliatori inviati a pedinare lo «Ustinov» è stato un Atr P-72 dell’Aeronautica militare, decollato dalla base di Sigonella (Catania). L’incrociatore pesante del Cremlino non è solo nel Mediterraneo. Aveva varcato lo stretto di Gibilterra all’inizio di febbraio, seguendo altre unità da sbarco della Marina militare russa che hanno rinforzato gli assetti militari di Mosca nei pressi della Siria. Incursione e dietrofront verso sud nel giro di poche ore, da parte dello «Ustinov» braccato anche da un aereo-spia della Marina statunitense, un P-8, decollato sempre dalla Sicilia. È anche guerra di nervi, qui, stile lotta fra «gatto e topo», in quella che si può considerare la seconda linea della crisi militare e diplomatica fra Mosca e l’Unione Europea sulla situazione in Ucraina.
Il mar Jonio è così diventato un ulteriore terreno di confronto fra Mosca e Washington, perché secondo le stesse fonti nel tratto compreso fra le coste pugliesi e calabresi incrocia la squadra navale della portaerei nucleare «Truman», «inchiodata» nel Mediterraneo dalla Casa Bianca (avrebbe dovuto rimpiazzare un’altra task force aeronavale della Us Navy nel Medio Oriente) a fine dicembre, quando sono arrivati i primi segnali della crisi in Ucraina. La «Truman» con le sue squadriglie di cacciabombardieri F-18 Hornet (imbarca 60 velivoli, compresi aerei radar ed elicotteri), è in pratica un’ulteriore base aerea in grado di proiettare il controllo dei cieli sul Mar Nero, pedina-chiave del dispositivo statunitense in Europa sotto il comando della Sesta Flotta. E l’incrociatore «Ustinov» fra gli esperti è anche noto come «killer di portaerei», in quanto capace di lanciare 16 missili a lungo raggio. Ma il confronto fra le forze aeronavali russe e Nato non si svolge solo in superficie o nei cieli, ma anche negli abissi. Infatti sempre nel Mediterraneo la Marina militare di Mosca ha inviato almeno un sommergibile classe «Kilo», temibile avversario in un ipotetico conflitto con le forze alleate. E i pattugliatori americani della base di Sigonella hanno anche il compito di scandagliare i fondali con le boe sonar e altri sistemi di rilevamento.
E sempre gli abissi sono il secondo fronte della base navale di Taranto, «casa» di due delle tre unità della Marina militare impegnate da ieri mattina nell’esercitazione antisommergibile dell’Alleanza Atlantica «Dynamic Manta», che avrà come teatro operativo il tratto del Mediterraneo ad est della Sicilia fino a venerdì 4 marzo. Si tratta della fregata antisom «Carabiniere» (sigla F593) e del sommergibile «Salvatore Todaro» (sigla S526), uno dei più recenti sottomarini della nostra flotta, classe U-2121A, a propulsione diesel-elettrica. Tornando alle forze aeree, sul fronte del Mar Nero, dove a Costanza (Romania) sono schierati i caccia intercettori Eurofighter sotto il comando del 36° Stormo di Gioia del Colle (Bari), sempre ieri terzo decollo su allarme di jet Nato. Due caccia spagnoli partiti dalla Bulgaria hanno identificato e scortato fuori area un velivolo russo.