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Breve storia dei distintivi e delle categorie del Corpo Equipaggi Militari Marittimi – parte quarta

22 Novembre 2023

Dal sito Ocean4future un argomento interessante a cura di Guglielmo Evangelista

gradi sommozzatori pre incursori

La Marina Postbellica

Dal 1945 in poi proseguirono le modifiche, rendendo indipendenti nuove categorie tecniche scorporandole da quelle preesistenti,  come gli ecogoniometristi, i radaristi e i tecnici elettronici, categoria istituita nel 1953. Altre categorie e specialità, pur mantenendo le stesse attribuzioni, hanno subito modifiche nel disegno dei distintivi per renderle più attuali. (4)

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Distintivi di categoria o specializzazione postbellici di nuova istituzione o modificati (In ordine alfabetico), In particolare le categorie Meccanici di armi subacquee ex torpediniere e Motociclisti cui nota (a), sebbene riportate da molte fonti sembrerebbe che non siano mai stata adottate, mentre quella Telegrafonisti (b) sostituì la categoria Semaforisti (F.O. 63 del 22.12.1965)

Il quadro sopradescritto sostanzialmente riflette la situazione dei distintivi fino agli anni ’60, dopodiché la legge 26 giugno 1965 n. 813 riordinò le categorie del CEMM raggruppandole in undici grandi aree all’interno delle quali peraltro sopravvivevano – anche se alcune erano destinate a un graduale esaurimento – le tradizionali  categorie e specializzazioni, e precisamente:

Nocchieri

Specialisti  delle telecomunicazioni e scoperta

Cannonieri

Tecnici di armi

Elettrotecnici

Tecnici di macchine

Fuochisti

Palombari

Incursori

Specialisti del servizio amministrativo e logistico

Nocchieri di porto

Marinai

Più recentemente I raggruppamenti appena visti sono stati ulteriormente accorpati e resi più attuali cambiando anche alcune  denominazioni:

Tecnici del sistema di combattimento

 Specialisti del sistema di combattimento

Specialisti del sistema di piattaforma

Supporto e servizio amministrativo/logistico.

Incursori

Fucilieri di Marina

Palombari

Servizio sanitario

Nocchieri 

All’interno di questi gruppi si ritrovano le antiche categorie, definite “specialità” benché poi alcune di queste, come s’è già detto, siano scomparse dopo aver costituito ruoli ad esaurimento, superate dall’evoluzione tecnica o dai nuovi ordinamenti.

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Screenshot 2023 10 22 150750 1

In quest’ambito alcuni distintivi di categoria sono stati modificati e, alla grafica tradizionale, è subentrata una simbologia più moderna e non priva di una certa eleganza.

Categorie “Anomale”

In questo mondo continuamente oggetto di atti normativi di istituzione,  modifica e soppressione  si può sostanzialmente scorgere un costante filrouge che segue in modo armonioso e rigoroso l’evoluzione di tutte le attività specialistiche della Marina Militare, ma si possono individuare alcune categorie “anomale” che, in tutto o in parte, si pongono al di fuori delle altre. La Categoria  Assistenti del Genio Navale, già presente nella marina sarda come assistenti e aiutanti, fu istituita dal R.D. dell’1.4. 1861 e i suoi componenti erano definiti “personale pratico”  per regolare il procedere delle costruzioni navali, e per la necessaria sorveglianza degli operai addetti a tali lavori …. nonché  pel taglio del legname nelle foreste dello Stato. Erano considerati appartenenti ad una categoria del CREM che, nei ruoli, figurava sempre in testa a tutte le altre. Secondo l’ordinamento approvato con R.D. n.359 del 5.3.1914 i suoi componenti sono destinati a coadiuvare gli ingegneri di tale corpo (Genio Navale n.d.a.) in tutti i servizi ad essi attribuiti ed a speciali incarichi per conto delle direzioni delle costruzioni navali.

Venivano reclutati fra i sottufficiali delle categorie macchinisti, meccanici e operai della specialità carpentieri o fra gli operai borghesi degli arsenali.  La gerarchia era particolare comprendendo solo Assistenti di prima e di seconda classe i cui gradi corrispondevano a quelli di Capo di prima e seconda classe.Con Decreto Luogotenenziale del 4 luglio 1918 la categoria fu eliminata: i suoi appartenenti potevano scegliere se essere trasferiti nella nuova categoria Maestri Navali oppure restare nel proprio ruolo, dichiarato ad esaurimento e definitivamente soppresso nel 1927. Gli Assistenti potevano diventare ufficiali del CREM oppure potevano essere nominati Capi Tecnici Principali passando nei ruoli del personale civile degli arsenali. Nel 1876 gli Assistenti erano definiti in modo elogiativo “mentori della pratica” e “abilissimi operari”, ma rimane da capire la loro necessità e il loro effettivo impiego considerato che apparentemente non avevano una professionalità molto diversa da quella dei sottufficiali  delle categorie tecniche  o della maestranza. Tra l’altro il Regio Decreto del 16 ottobre 1926, che determinava i programmi degli esami per l’accesso al grado di sottotenente del CREM, stabiliva per questa categoria, ormai residuale,  un programma con parecchi punti in comune con gli aspiranti provenienti dai carpentieri. Con Decreto Ministeriale del 4 giugno 1878 venne istituito un proprio distintivo in sostituzione di quello delle Maestranze, portato fino a quel momento e che poi non fu mai cambiato.

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Distintivo degli Assistenti del Genio Navale. Nel 1918 fu adottato anche come distintivo della categoria Maestri Navali (Art. 6 Decreto legislativo 4.7.1918)

E’ sempre stata una prassi costante impiegare il personale invalido per servizio, aggregato ai ruoli e senza alcun inquadramento formale (5), ma fra le due guerre esistette anche una speciale categoria invalidi, chiamata più precisamente Sottufficiali invalidi della guerra riassunti in servizio sedentario regolamentata con R.D. 15.1.1925 n. 1953. Definita dal predetto Decreto come “unica categoria”  lo era soltanto in modo fittizio perché di fatto era solo un ruolo a parte (e infatti in qualche atto normativo viene definito come tale e non come categoria) che raggruppava personale di provenienza eterogenea, senza un proprio distintivo se non eventualmente quello previsto per  tutti i mutilati  e invalidi guerra. Per sua natura era una categoria ad esaurimento né fu più riproposta dopo la seconda guerra mondiale in quanto in parte superata dalle nuove norme sul Ruolo d’onore.   

Il personale dei Porti

Nei primi anni postunitari, seguendo la preesistente normativa piemontese, il personale dei porti si divideva nel  ruolo militare degli ufficiali dello Stato Maggiore dei porti e in quello dei Consoli di Marina, impiegati civili del Ministero con funzioni amministrative. Ai primi erano assegnati come subalterni sottufficiali del CREM: nocchieri, timonieri, marinai e guardiani  mentre i secondi si valevano di “inservienti” civili scelti di preferenza fra i sottufficiali in congedo della marina militare e mercantile.In considerazione che fra entrambi i corpi correva un complesso intreccio di competenze, nel 1865  avvenne la loro unificazione nel Corpo  delle Capitanerie di porto, civile ma con ordinamento militare. La bassa forza era costituita da Guardiani di Porto e da Marinai di porto; ciascuna qualifica era divisa in prima e seconda classe. Ovviamente i marinai non erano di leva, ma volontari. L’uniforme era quella del  CREM ma se ne distingueva per gli orli turchini della giacchetta e del berretto. La Circolare 6023 del 7 luglio 1876 ribadì l’adozione di tale uniforme precisando che, ovviamente, non dovevano essere portate le stellette. Nel 1879  i Guardiani presero il nome di Nocchieri di porto ancora divisi in due classi ai quali poi si aggiunsero anche i Secondi Nocchieri. Le qualifiche equivalevano a quelle analoghe dei sottufficiali  del CREM. Non si poteva parlare di una vera e propria categoria, ma il personale portava sulla manica lo stesso distintivo dei Marinari.

secondo nocchiere di porto

Secondo Nocchiere di porto Pasquale Napolitano nei primi anni del ‘900. Si notano l’assenza di stellette e i distintivi uguali a quelli della Regia Marina (per gentile concessione del Sig. Roberto Napolitano)

La militarizzazione e poi l’inserimento degli ufficiali del Corpo delle Capitanerie di Porto fra i corpi della Regia Marina  avvenuti  con una serie di provvedimenti durante la prima guerra mondiale e nel periodo immediatamente successivo  non riguardò il personale subalterno che in un primo momento non entrò a far parte del CREM. Tale personale, a norma del  Regio Decreto 1257 del 18 agosto 1920  fu inquadrato nel ruolo dei sottufficiali di porto, qualcosa di sui generis  e i suoi componenti erano definiti militari facenti parte delle forze armate dello stato con funzioni esecutive di polizia giudiziaria e amministrativa. Non erano  previsti né graduati né  marinai, volontari o di leva. Come distintivo portavano ancora quello della categoria Marinari, ma sotto-pannato in grigio verde.

Coloro che al momento dell’istituzione del ruolo avevano superato i 55 anni d’età vennero immessi in servizio sedentario e portavano una stelletta, anch’essa su panno grigio verde, sopra il distintivo. Questi sottufficiali entrarono a far parte del CREM solo a seguito del R.D. del 13 gennaio 1931 che istituì la categoria “Servizi portuali” il cui nome fu modificato nel 1962 divenendo “Nocchieri di porto”.

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L’evoluzione del distintivo di categoria dei sottufficiali di porto dal 1920 in poi

A seguito della Legge 6 agosto 1991 n. 285 i Nocchieri di Porto sono tornati a costituire un ruolo a parte, separato dal restante personale del CEMM.

Guglielmo Evangelista

in anteprima anni ’50 prima della creazione della categoria unica incursore: (da sinistra) grado di secondo capo palombaro, secondo capo sommozzatore furiere (la seconda era la categoria di provenienza) e secondo capo sommozzatore gamma e ardito incursore aiutante (?) – collezione di famiglia

Note

1 Il personale della Maggiorità era addetto a compiti amministrativo-contabili e di segreteria. I guardiani, come dice il nome, erano addetti alla custodia e alla contabilità delle navi in disarmo, dei magazzini e, in generale, dei materiali di arsenale.

2 Il colore può cambiare in certi tipi di divise. In particolare durante il primo conflitto mondiale per il personale che operava in zona di guerra assieme all’esercito era prevista la divisa grigio verde e i distintivi di categoria, sia per la truppa che per i sottufficiali, dovevano essere in lana nera (Circ. 3381 dell’11 giugno 1916). Gli allievi macchinisti, in origine,  portavano il distintivo in lana gialla (Art.87 RD 887 del 25.9.1862).

3 Fin da molto prima che venissero riconosciute formalmente queste specializzazioni, alcuni Fogli d’ordini del marzo 1883 prevedano che un’aliquota degli allievi Torpedinieri venisse istruita nel maneggio dei siluri, degli apparecchi elettrici e nel servizio di palombaro. Nel 1898 fu istituita la specialità dei Torpedinieri artefici.

4 Come curiosità va anche sottolineata l’ indispensabile modifica dopo il 1943 del distintivo degli aiutanti che rappresentava un fascio littorio che peraltro non ricoprì mai alcun significato politico e in origine fu scelto rifacendosi in modo erudito all’antica Roma in quanto simbolo di autorità e di potere disciplinare e punitivo. Forse lo spunto venne dalla polizia militare francese che usava già lo stesso simbolo. 

5 Nel 1850 la marina sarda teneva in servizio 12 Guardiani Marinari invalidi, con una paga estremamente tenue, inferiore a quella dei marinai di terza classe.

BIBLIOGRAFIA E FONTI

Almanacco italiano. Bemporad. Firenze  1904

Quinto Cenni. Album delle divise militari e tavole acquerellate

Fogli d’ordini della Regia Marina e della Marina Militare -Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia e della Repubblica Italiana

Manuale di istruzione militare marinaresca per il personale di leva. Tipografia Scuole CEMM, Taranto 1970

Ministero della Marina: Album delle divise, edizioni varie.

Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

PARTE I

PARTE II

PARTE III

PARTE IV

guglielmo evangelista Guglielmo Evangelista

Nasce a Broni (PV) nel 1951. Laureato in giurisprudenza è stato ufficiale delle Capitanerie di Porto e successivamente funzionario di un Ente Pubblico. Ha al suo attivo nove libri fra cui “Storia delle Capitanerie di porto” , “Duemila anni di navigazione padana” e “Le ancore e la tiara – La Marina Pontificia fra Restaurazione e Risorgimento” ed oltre 400 articoli che riguardano storia, economia e trasporti. Collabora con numerosi periodici specializzati fra cui la Rivista Marittima”.

FONTE: OCEAN4FUTURE

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