Una delle prime risposte della flotta italiana contro quella britannica dopo gli eventi della “Notte di Taranto”
27 novembre 2021 Desirée Tommaselli
La battaglia, detta anche di Capo Spartivento, rappresenta una delle prime risposte italiane alla “notte di Taranto” del precedente 11 novembre.
Già il 17 novembre la Squadra Navale italiana, guidata dalle Navi da Battaglia Vittorio Veneto e Giulio Cesare, aveva causato il fallimento di una operazione inglese di rifornimento dell’isola di Malta, costringendo ad una precipitosa ritirata la formazione navale avversaria composta da due portaerei ed un Incrociatore da battaglia, provocando tra l’altro la perdita per esaurimento del combustibile di 9 velivoli britannici lanciati prematuramente.
L‘azione di Capo Teulada trae origine dal successivo tentativo britannico di rifornire Malta, con l’utilizzo di un vasto schieramento di forze tra cui una portaerei, due corazzate, sette incrociatori e dodici unità di scorta. Ancora una volta la Squadra italiana prende il mare per intercettare il convoglio nemico, che viene avvistato alle 09:45 del 27 novembre da un ricognitore lanciato dall’incrociatore Bolzano. Sono presenti in mare, oltre al Vittorio Veneto e al Giulio Cesare, gli incrociatori pesanti Bolzano, Fiume, Gorizia, Pola, Trento e Trieste, scortati da 14 cacciatorpediniere.
Lo scontro, iniziato alle 12:22, si risolve in un’azione d’inseguimento in cui gli incrociatori pesanti nazionali, superiori per velocità e potenza di fuoco, ingaggiano i corrispettivi avversari tirando a partire da 23.500 metri e mettendo a segno 2 proiettili da 203 mm sull’incrociatore pesante Berwick che ha una torre fuori uso ed un incendio a bordo tale da richiedere oltre un’ora per lo spegnimento; viene inoltre danneggiato, seppur meno gravemente, l’incrociatore Manchester. Da parte italiana, il cacciatorpediniere Lanciere rientra alla base dopo avere incassato 3 proiettili da 152 mm, senza subire vittime a bordo.
Il tentativo britannico di salvare la giornata stringendo le distanze con le unità maggiori viene frustrato dall’intervento dei grossi calibri del Vittorio Veneto che tirano sette salve, da 27.000 metri, sugli incrociatori avversari. Alla quarta salva le navi britanniche, già perfettamente inquadrate, emettono fumo e rompono il contatto.
La battaglia di Capo Teulada, pur se conclusa senza una netta prevalenza, dimostra come la “notte di Taranto” non abbia intaccato la capacità della Regia Marina di assicurare il controllo del Mediterraneo centrale.
Inoltre evidenzia il fatto che la flotta britannica, persino nel suo momento più favorevole, abbia rifiutato un combattimento in condizione di parità di forze con la Marina italiana.
Una interessante notazione: le eccezionali riprese raccolte dai cineoperatori italiani durante l’azione sono state utilizzate per la realizzazione del bellissimo film “La Nave Bianca”, prodotto dal Centro Cinematografico della Marina con la collaborazione, in qualità di aiuto regista, di un giovane Roberto Rossellini. Il film, di enorme successo nelle sale italiane, può essere a pieno titolo considerato il primo atto del cinema neorealista.