Il tenente di vascello Gino Birindelli fu decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare
30 ottobre 2023 Fabrizio Buonaccorsi
Il 21 ottobre 1940, dopo un primo tentativo interrotto a causa dell’assenza di unità nemiche nel porto di Gibilterra, il sommergibile Scirè, al comando del capitano di corvetta Borghese, riprende nuovamente il mare per l’operazione B.G.2 a seguito della segnalazione circa la presenza della nave da battaglia Barham, di un incrociatore e di alcune altre unità. Gli Operatori dei tre Siluri a Lenta Corsa erano il tenente di vascello Birindelli e secondo capo palombaro Paccagnini, il capitano G.N. Tesei e sergente palombaro Pedretti e il sottotenente di vascello Durand de la Penne e secondo capo palombaro Bianchi.
Alle ore 02.19 del 30 ottobre gli Assaltatori partono dallo Scirè a bordo dei propri SLC, mentre il battello si allontana in immersione: Birindelli doveva attaccare la Barham, Tesei l’incrociatore, mentre De la Penne, eseguita una prima ricognizione alla ricerca di altri eventuali bersagli, avrebbe dovuto attaccare anch’egli la nave da battaglia.
La coppia Birindelli-Paccagnini deve subito affrontare molte difficoltà con la governabilità del mezzo e, dopo un’ora di sforzi, arriva alle ostruzioni: Birindelli, solo, a causa dell’esaurimento dell’autorespiratore di Paccagnini, giunge a 70 m dalla Barham prima che il mezzo si immobilizzi definitivamente sul fondo. Innescata la carica esplosiva, l’ufficiale raggiunge quindi il molo cercando di mescolarsi con gli operai spagnoli all’opera nel porto. Catturato, così come Paccagnini, riesce a resistere agli interrogatori conservando il segreto sulla missione compiuta.
La coppia De la Penne-Bianchi esegue la prevista ricognizione ma, causa avaria, il mezzo affonda senza che si riesca, malgrado gli estremi sforzi, ad avvicinarlo ad un bersaglio, ma riescono ad evitare la cattura grazie all’aiuto di alcuni pescatori e raggiungono successivamente il territorio spagnolo.
Anche Tesei e Pedretti accusano una serie di avarie agli autorespiratori ed all’SLC, e per evitare interferenze nelle azioni degli altri due mezzi, decidono di rinunciare riparando in Spagna. Pur nell’apparente insuccesso della missione, a causa del materiale non ancora a punto, l’operazione B.G.2 segnò un notevole progresso rispetto alle precedenti, in quanto i mezzi insidiosi erano arrivati nel punto previsto e uno, superando le difese e gli apprestamenti nemici, era entrato all’interno della munita base. Fu quindi fondamentale per la pianificazione della successiva missione ad Alessandria nella notte tra il 18 e il 19 dicembre 1941, una delle più grandi e ardite imprese della storia del conflitto navale nel Mediterraneo.
Una profezia avveratasi in una lettera del tenente di vascello Gino Birindelli che, dalla lunga prigionia, scriveva in codice: “dite a mio fratello che ripeta gli esami di laurea; provando e riprovando deve riuscire; preparandosi bene, non troverà ostacoli insuperabili».
FONTE: NOTIZIARIO DELLA MARINA ON LINE