Interessante articolo dal portale Rivista Italiana Difesa a cura di Michele Cosentino
28/03/2024 | MICHELE COSENTINO
Al termine di un processo di valutazione improntato alla riservatezza, pochi giorni fa è stato reso noto che la Marina Militare entrerà a far parte della sparuta compagine di forze navali che hanno in dotazione mezzi subacquei autonomi di grandi dimensioni.
La decisione è il frutto della collaborazione fra Italia e Israele e ha portato alla scelta del BLUE WHALE, un mezzo denominato LDAUV (Large Dispalcement Autonomous Underwater Veihicle) in servizio da qualche anno con la Marina di Tel Aviv e che ha già partecipato ad almeno un’esercitazione in Mediterraneo condotta dalla NATO. Il 12 marzo 2024 è stata trasmessa al Parlamento la bozza di decreto ministeriale necessario appunto al potenziamento delle capacità della Marina Militare nei settori della sorveglianza, ricognizione e intelligenze nella dimensione subacquea e del contrasto antisommergibile a cura di un mezzo autonomo dispiegabile da unità navali e sottomarini, con elevate caratteristiche di modularità, autonomia e flessibilità d’impiego.
Oltre all’acquisizione di 3 LDAUV, il programma della Marina Militare – basato sulla cooperazione fra l’azienda israeliana ELTA System e diverse aziende italiane – prevede anche la fornitura del supporto logistico per i BLUE WHALE, la stazione di comando e controllo remoto e le sistemazioni di rilascio e recupero da unità e sottomarini: la cooperazione è stata denominata IIBW (Italian-Israelian BLUE WHALE) è rientra nel quadro di un Framework Arrangement e di un Memorandum of Understanding (MoU), concernete la cooperazione nel campo dei LDAUV firmato dei Segretariati della Difesa di Italia e Israele nel dicembre 2021.
Il BLUE WHALE, al cui sviluppo ha partecipato anche la Israel Aircraft Industries, ha una lunghezza di 10,9 m, un diametro di 1,12 m e un peso di 5,5 t; può operare a profondità massima di 300 m, ha una velocità media di 2-3 nodi e un’autonomia di 30 giorni. Il carico utile, di tipo modulare, è formato da una serie di sensori elettroacustici, elettro-ottici e radar (su un albero elevabile quando il battello è a pelo d’acqua) e sistemi di comunicazione: quando il BLUE WHALE è impegnato in operazioni di contrasto a unità subacquee, il mezzo opera in modalità bistatica con l’unità madre, utilizzando il proprio sensore passivo lineare rimorchiato.
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FONTE: RIVISTA ITALIANA DIFESA