E poi che la rumoreggiante onda condusse il suo impeto
alle rocce brunastre scintillanti della luna,
io del mare mi assisi alla riva ed ascoltai
dell’eterno il gigantesco respiro lungamente.
E alti uccelli invisibili valicavano le montagne della notte
sopra le stelle volando, ed il loro grido s’udiva argentino
come di acque scintillanti alle creste spumose dell’onda.
E quando – alle tre di notte – una barca raggiunse un vicino scoglio
E vi salirono i tre scheletri giganti di una razza sepolta
E cantando cogli occhi al firmamento s’inzupparono di luna
Io vidi non lungi un veliero navigare
E un uomo si teneva ritto ed estasiato sulla tolda.
Umberto Bellintani